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Una serie web mette la Costituzione del Cile “alla prova della storia”

Dalla Rivoluzione francese all'antica Grecia, cinque episodi in costume per riflettere sul referendum di domenica

Pubblicato:01-09-2022 15:44
Ultimo aggiornamento:01-09-2022 15:44
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ROMA – Rimane sconvolto e indignato il finto re Carlo V di Spagna della serie web cilena ‘A prueba del tiempo’, nel venire a sapere che la bozza della nuova Costituzione che domenica prossima sarà sottoposta a referendum include diritti per gli “indios“, che altro non sarebbero se non “selvaggi” che abitano le sue colonie.
Difficile sapere quale sarebbe stata la vera reazione del sovrano che nel Cinquecento fu a capo dell'”impero sul quale non tramonta mai il sole” davanti ai contenuti della nuova carta cilena. Il documento è figlio della mobilitazione sociale del 2019 che proponeva di superare la Costituzione nata al tempo del governo del generale Augusto Pinochet sul finire degli anni ’80.

COSA NE AVREBBE PENSATO IL RE DI SPAGNA CARLO V?

A immaginare cosa avrebbe pensato l’antico re di Spagna ha provato il politico e autore cileno Jourdan Lucente, che ha calato il dibattito sul referendum e le fake news che lo stanno caratterizzando in questi giorni su giornali e social media in cinque diverse epoche. La serie, prodotta e realizzata dalla casa Equeco, che si definisce “il nuovo giovane cinema cileno”, vede la partecipazione di attori noti a livello nazionale, come Catalina Saavedra e Hugo Medina. Il titolo della serie nasconde un’indicazione che tradisce le idee del suo creatore, sindaco di un sobborgo della capitale Santiago: “A prueba”, somiglia molto ad “apruebo”, cioè “approvo”, forse un appello in vista del referendum di domenica.

L’UMORISMO PER RIFLETTERE SULLA POLITICA DOPO PINOCHET

Non è solo l’impero di Carlo V a mettere alla “prova del tempo” il documento, redatto in quasi un anno di lavoro dalla Convención Constitucional istituita con un referendum nell’ottobre 2020. A testarlo sono anche l’antica Grecia, la Rivoluzione francese e addirittura, fra la Sicilia e gli Stati Uniti che parlano italiano, il mondo del ‘Padrino’ intepretato da Marlon Brando.
Secondo Equeco, la serie vuole “arrivare con la storia e l’umorismo a un pubblico non così tanto avvezzo a riflettere” sulla politica e i principi fondanti dello Stato.


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