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L’urlo di Zingaretti, il silenzio di Franceschini e Conte

L'editoriale del direttore Nico Perrone per DireOggi

Pubblicato:01-09-2020 17:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:49

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ROMA – Prima di tutto ben trovati a tutti voi che seguite la Dire. DireOggi darà ampio spazio alle prossime regionali, appuntamento cruciale per le sorti del Governo e della maggioranza che lo sostiene. Ci eravamo lasciati parlando delle divisioni dentro la maggioranza, della mancata alleanza tra Pd e M5S alle regionali, del referendum sul taglio dei parlamentari che sta creando divisioni anche dentro le stesse forze politiche. A venti giorni dal voto siamo ancora in stallo, «nella melda» scherza in finto cinese un parlamentare Dem. «Qualcuno ha notizie del presidente Conte? Dove sta… che fa? E Franceschini, capo delegazione del Pd, che pensa delle regionali e del referendum?» dice un altro parlamentare Dem, augurandosi che almeno il loro sia «silenzio operoso». Eppure la partita in corso ha risvolti importanti proprio per il Governo, si ragiona in casa Dem: «Conte e i suoi pensano che di fronte ad una eventuale vittoria della destra alle regionali, che per noi non ci sarà, tutto proseguirà come se niente fosse?». Ci ha pensato l’urlo del segretario del Pd, Nicola Zingaretti, a risvegliare la muta compagnia. Nella lettera inviata a Repubblica il segretario Dem si scaglia contro quanti, anche dentro il Pd, lavorano per mettere in difficoltà il Governo e l’attuale maggioranza. E ce l’ha anche con quanti pur piazzati nei migliori posti non si gettano nella battaglia, restano nelle retrovie in attesa di vedere che cosa accadrà. Ma Zingaretti non ci sta a farsi cucinare a fuoco lento: «Qui la destra cavalca e molti stanno a guardare, il segretario non ha paura di combattere in prima persona- dicono i suoi- vedremo alla fine il risultato». La lettera di Zingaretti ha smosso le acque: «Vero che Franceschini guarda sempre avanti, arriva prima degli altri… ma vedrete che presto scenderà in campo e parlerà in modo forte e chiaro, farà la sua parte» assicura un parlamentare a lui vicino. Tutti aspettano il risultato delle regionali e dal giorno dopo si capirà che fine farà il Governo Conte 2. Se il centrosinistra a guida Pd porterà a casa almeno Toscana, Campania e Puglia perdendo le Marche per il Governo non ci saranno scossoni, anche se si dovranno pensare aggiustamenti. Ma se alla fine il centrodestra dovesse portare a casa anche la Puglia allora ci sarà il terremoto e per il Governo Conte 2 non sarà facile proseguire. Nel M5S fanno spallucce, sono sicuri che anche con il Pd azzoppato loro reggeranno l’urto forti della vittoria sul taglio dei parlamentari. Ma un Governo si regge almeno su due gambe, se una cede puoi pure fare l’equilibrista per un po’ ma poi cadi. E a quel punto toccherà supplicare Mario Draghi di tirarci fuori dalla «melda».

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