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Dal 7 settembre sit-in delle associazioni davanti ai Tribunali contro gli allontanamenti dei minori

"La bigenitorialita' vale solo per i padri. Violenza declassata a conflittualita'", denunciano

Pubblicato:01-09-2020 08:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:48
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giustizia tribunale
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ROMA – “Non siamo piu’ disposte a lasciarci massacrare nei tribunali italiani, noi e i nostri figli. Solo in questi giorni di agosto abbiamo assistito a numerosi ‘allontanamenti’ ingiustificati di bambini ed adolescenti da parte delle Istituzioni, eseguiti con modalita’ violentissime degne solo di una dittatura sudamericana, sicuramente non di un Paese che si definisca democratico e civile. Bambini ed adolescenti rei di non volere ritrattare le accuse di violenza contro i propri padri e/o di non volerli frequentare”.

E’ il duro attacco che lanciano Maternamente, il Collettivo Donne In-Curanti, il Collettivo Femminista Luna Rossa, il Comitato Madri Unite contro la Violenza Istituzionale, l’Associazione MovimentiAMOci Vicenza, Onda Femminista Radicale e Terra di Lei che annunciano “dal 7 all’11 settembre una prima serie di sit-in di protesta davanti ai Tribunali d’Italia che proseguiranno in maniera cadenzata”.

“Sono ormai 14 anni, dall’adozione della legge 54/2006 sull’affido condiviso- continua la nota congiunta- che assistiamo al sistematico maltrattamento istituzionale, morale e materiale delle madri e dei loro figli in nome della ‘Santa Bigenitorialita’‘, ovvero di fatto il diritto astratto del padre o patria Potesta’, sostenuto per motivi apparentemente opposti sia dai sostenitori della ‘famiglia tradizionale’ che dai sostenitori della politica paritaria e che crea enormi problemi anche nelle separazioni cosiddette consensuali nelle quali le madri sono tenute a bada attraverso costanti minacce di segnalazioni ai servizi sociali o denunce presso il tribunale e dunque della possibile sottrazione dei figli.


Il principio astratto della bigenitorialita’ non tiene conto dell’asimmetria di potere tra i sessi e viene sostenuto da ‘esperti’ (psicologi, neuropsichiatri infantili, pediatri, psichiatri) che declassano sistematicamente la violenza a conflittualita’ di coppia e considerano quest’ultima cosi’ come anche l’attaccamento materno come gravi patologie da combattere/’curare’ con tutti i mezzi e considerando quindi madri e figli come pericolosi soggetti resistenti all’ordine costituito: quello del ‘comunque Padre'”.

Proseguono le associazioni e i comitati delle madri: “Chi insiste a metterlo in discussione questo ordine o lo rifiuta viene minacciato di allontanamento forzato dalla madre per essere collocato nelle strutture di ‘rieducazione’ (separando anche tra loro i fratelli) o affidato all’aguzzino.

Bambini ed adolescenti sono usati quindi dalle istituzioni come arma di minaccia (esattamente come fanno gli uomini violenti) e poi come accessori di pena. La ‘Santa Bigenitorialita” pero’ decade come obbligo quando finalmente i bambini sono stati allontanati dalle loro madri, in quel caso non e’ prevista perche’ le madri non devono vedere i propri figli, ne perdono il diritto. Un vero e proprio ‘banchetto per tutti. Sulla pelle di donne e bambini si costruiscono carriere, reputazioni, potere e ricchezza, nella migliore tradizione patriarcale”.

E proseguono: “Consideriamo la Legge 54 del 2006 lo strumento legislativo che ha permesso di apparecchiare questo banchetto introducendo principi molto discutibili e critici:

– la bigenitorialita’ obbligatoria intesa a priori come “maggiore interesse del minore”;

– i bambini e gli adolescenti considerati come oggetti di spartizione tra adulti;

– l’equivalenza dei ruoli di madre e padre;
principi che stanno creando esattamente gli stessi problemi in tutti i paesi europei in cui sono stati adottati e paesi del primo mondo come Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda e anche il Brasile. E per questi motivi chiediamo: – l’interruzione immediata di questa macelleria istituzionale contro bambini e donne facendo rispettare il fondamentale principio della tutela della salute di questi minori;

– l’abrogazione della legge 54 del 2006″.
Lanciano quindi questa inziativa: “Dal 7 all’11 settembre- concludono- daremo avvio ad una prima serie di sit-in di protesta davanti ai Tribunali d’Italia che proseguiranno in maniera cadenzata finche’ non saremo ascoltate dalle Istituzioni, finche’ i bambini strappati (o in procinto di esserlo) alle madri non saranno ad esse riconsegnati e finche’ non si interverra’ a livello legislativo per porre fine a questa feroce persecuzione di madri e bambini”.

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