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No del Miur all’università di medicina romena ad Enna

Il ministro Giannini: "abbiamo fatto il nostro dovere diffidando tutti i soggetti coinvolti: dal rettore, al presidente della fondazione Proserpina, al presidente della Regione Siciliana". Dissenso rispetto all'eventuale apertura è stato manifestato anche dal Sindacato dei medici italiani

Pubblicato:01-09-2015 16:26
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:31

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ROMA – “L’Università di Enna con la Facoltà di Medicina sta seguendo un percorso del tutto inesistente e su cui è necessario fare chiarezza. E bisogna farlo per quei 70mila studenti che si stanno preparando al test d’ingresso e a cui va il mio più grande in bocca al lupo. È bene che questi sappiano che non c’è l’ingresso di un nuovo soggetto”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, intervenendo ai microfoni di Radio 1 a proposito dell’eventuale apertura della facoltà di Medicina dell’Università romena “Dunarea de Jo” di Galati a Enna in Sicilia.

“Oggi- ha aggiunto il ministro- abbiamo fatto il nostro dovere diffidando tutti i soggetti coinvolti – dal rettore, al presidente della fondazione Proserpina, al presidente della Regione Siciliana – a non fare nulla prima di averci fornito tutti i chiarimenti del caso. Nessuno ha chiesto autorizzazioni o avviato alcuna procedura e non avverrà nulla di quello che è stato raccontato dai vari organi di stampa”. “Siamo sempre attenti a esportare e importare buone pratiche- ha concluso Giannini- ma non è assolutamente questa la cornice adatta”.

Dissenso rispetto all’eventuale apertura è stato manifestato anche dal Sindacato dei medici italiani. Per Pina Onotri, segretario generale Smi, “questa vicenda è grottesca: non sono chiari i fatti, ma se fosse confermato il progetto di aprire una facoltà di medicina di un altro stato, in questo caso la Romania, assisteremmo a un’operazione che danneggia i giovani studenti e i futuri medici del nostro Paese, ma anche a un uso spregiudicato delle risorse e delle strutture pubbliche”. “Che senso ha calcolare il fabbisogno di medici ogni anno e, quindi, mantenere il numero chiuso- aggiunge- e poi permettere che questo sbarramento si possa raggirare iscrivendosi in una facoltà straniera, sempre in Italia. La logica dei furbetti è da respingere, i ministeri competenti impediscano questa operazione”.


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