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ROMA – Arriva in Parlamento il caso delle famiglie nomadi del campo di via Bonfadini, a Milano, trasferite il 12 luglio scorso in alloggi popolari riservati all’accoglienza temporanea nei quartieri di Niguarda e Quarto Oggiaro, dopo la chiusura del campo in cui risiedevano. Nel question time di oggi alla Camera, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha risposto all’interrogazione illustrata in Aula dalla deputata di FdI, Grazia Di Maggio. “Le competenze del ministero in merito sono assolutamente residuali, visto che le competenze sono delle Regioni e dei Comuni. Il Comune, con delibera della Giunta del 18 aprile scorso e poi con un’ordinanza del successivo 12 luglio, ha disposto il trasferimento di 34 nuclei familiari Rom, residenti nel campo di Via Bonfadini, in alloggi di edilizia residenziale della società metropolitana milanese, gestore per conto del Comune. Al momento dello sgombero risultavano presenti 31 persone, corrispondenti a 14 nuclei familiari. Tutti e 14 nuclei di nazionalità sinti sono stati riconosciuti in stato di necessità per condizioni di fragilità, con un esame immediato e sicuramente curioso“, ha detto Salvini. “Ai fini dell’associazione dei nuovi alloggi, tali famiglie hanno sottoscritto un patto di servizio che prevede incontri periodici durante il periodo di locazione”, ha aggiunto Salvini, che ha ricordato come in questo caso sia stata utilizzata la legge regionale 16 del 2016, che demanda “all’amministrazione comunale” il potere di “ponderare i diversi interessi da tutelare”.
Il ministro ha quindi condiviso “la preoccupazione degli onorevoli interroganti. Basta andare a fare una ricerca su internet per ricondurre ai residenti in via Bonfadini e dintorni droga, traffico di rifiuti, reati ambientali, furti, ritrovamento di re furtive, oro e gioielli, incendi, auto rubate e inseguimenti con la polizia. Quindi lascio giudicare a chi ci sta ascoltando e alle istituzioni proposte se questi nuclei familiari residenti in un contesto che la cronaca ci ricorda e ci riconduce a questi eventi siano meritevoli di superare migliaia di altre famiglie milanesi in coda per l’assegnazione di una casa popolare. La mia risposta evidentemente è no”.
Nella sua replica, il deputato di FdI Marco Osnato ha stigmatizzato “la volontà del Comune di Milano di sottrarre alloggi di edilizia residenziale pubblica alla disponibilità delle famiglie che ne hanno diritto per darle a persone in fragilità sociale secondo una discrezionalità assoluta un ‘fuor d’opera’ del Comune che però si ripete un po’ troppo di frequente”.
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