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Arrestato José Rubén Zamora, giornalista critico del presidente Giammattei

La testata diretta dal cronista e il sindacato dei giornalisti parla di "atto intimidatorio"

Pubblicato:01-08-2022 17:06
Ultimo aggiornamento:01-08-2022 19:09

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ROMA – “Le autorità guatemalteche devono rilasciare immediatamente e ritirare qualsiasi accusa penale contro il giornalista José Rubén Zamora, direttore di el Periódico. La persecuzione giudiziaria contro i giornalisti è un meccanismo di intimidazione e le autorità in Guatemala devono porre fine alla loro campagna per intimidire e minacciare la stampa”. Questa la dichiarazione di Gypsy Guillén Kaiser, direttore campagne per il Committee to protect journalists (Cpj), con sede a New York.
Il responsabile dell’organizzazione per la difesa dei lavoratori della stampa fa riferimento in un comunicato all’arresto di Zamora, lo scorso venerdì, nella sua abitazione privata a Città del Guatemala, con l’accusa di riciclaggio di denaro e ritorsione, così come ha riferito l’Ufficio della procura generale. Mentre il direttore veniva ammanettato, gli agenti facevano irruzione nella sede della sua testata, el Periódico.

I TIMORI DI RITORSIONI PER LE INCHIESTE SUL PRESIDENTE GIAMMATTEI

Ai media internazionali i giornalisti della testata e il sindacato nazionale della stampa hanno riferito che all’origine delle accuse potrebbero esserci le inchieste con cui Zamora – vincitore nel 1995 dell’International Press Freedom Award di Cpj – avrebbe svelato presunti atti di corruzione commessi dal presidente Alejandro Giammattei e dal procuratore generale Consuelo Porras, e che pertanto l’arresto potrebbe inquadrarsi come atto intimidatorio. Sabato scorso, per denunciare la persecuzione a danno di Zamora e dei giornalisti nel Paese, decine di persone hanno manifestato davanti il tribunale della Capitale al motto di “Senza giornalismo non c’è democrazia”.

Per Rafael Curruchiche, capo della Procura speciale contro l’impunità (Feci) la cattura di Zamora però “non ha nulla a che fare con la sua qualità di giornalista” ma piuttosto “per quanto fatto in quanto uomo d’affari”. Ma come ha replicato la Conferenza episcopale guatemalteca, “a prescindere dalle ragioni addotte dal rappresentante della Procura speciale contro l’impunità, l’arresto di Zamora finisce per attaccare, di fatto, la libertà di stampa nel Paese, generando un’atmosfera di ansia e paura”. I vescovi dunque hanno espresso “preoccupazione”.


ZAMORA IN SCIOPERO DELLA FAME

Il Comitato per la protezione dei giornalisti riferisce anche che, in protesta con le accuse che lo tengono in carcere, Zamora ha iniziato lo sciopero della fame. L’uomo, per il quale è stata disposta la custodia cautelare, è stato trasferito nel carcere di una base militare nel nord di Città del Guatemala in attesa dell’udienza preliminare.

Non è la prima volta che el Periódico ha dei guai con la giustizia: lo scorso maggio, una funzionaria ha intentato una causa penale contro tre giornalisti della testa, tra cui Zamora, ai sensi della legge sulla violenza contro le donne.

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