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Tokyo 2020, bronzo Italia nella 4×100 mista maschile. E dalla vela arriverà almeno un argento

Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi, Federico Burdisso e Alessandro Miressi chiudono terzi dietro Stati Uniti e Gran Bretagna. Nel Nacra 16 di vela Ruggero Tita e Caterina Banti sicuri almeno del secondo posto

Pubblicato:01-08-2021 11:31
Ultimo aggiornamento:01-08-2021 15:13

4x100 misti italia tokyo
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TOKYO – Ancora una medaglia per l’Italia nell’ultima giornata di gare di nuoto ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020: gli azzurri conquistano la medaglia di bronzo nella 4×100 mista maschile. La formazione composta da Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi, Federico Burdisso e Alessandro Miressi chiude in 3’29″17. Oro agli Stati Uniti con il nuovo record del mondo (3’26″78), argento alla Gran Bretagna. Dal nuoto sono arrivate notizie sono “molto buone. Dopo la strepitosa medaglia della 4×100 stile libero è giunto anche questo bronzo nella 4×100 mista, termometro della forza della squadra di nuoto italiano. Faccio i complimenti ai ragazzi e alla Federazione, davvero un ottimo lavoro: andare oltre era oggettivamente impossibile”. Lo dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, al termine delle gare all’Acquatics Centre di Tokyo. “A parte qualche interferenza della Gran Bretagna o qualche caso isolato, Usa e Australia hanno dominato il medagliere”, conclude il numero uno dello sport italiano.

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“Siamo un grande gruppo perché, tranne Miressi, in tre veniamo dalle giovanili e nuotiamo fianco a fianco da anni – spiega Ceccon, 20enne di Schio seguito di Alberto Burlina per Fiamme Oro e Leosport, esploso con tre medaglie in staffetta ai recenti europei di Budapest e già argento con la 4×100 stile libero – Sapevamo che le prime due erano irraggiungibili, ma ce l’abbiamo fatta contro la Russia che in Europa ci aveva battuto e questo ci rende orgogliosi“.


Seconda medaglia di bronzo per Federico Burdisso che chiude un’Olimpiade da protagonista: “Nuotare queste staffette è sempre emozionante – spiega il 19enne pavese allenato da Simone Palombi, quarto ai Mondiali di Gwangju e vicecampione europeo in carica, tesserato per Esercito e Aurelia Nuoto – essere terzi è un ottimo risultato ed è una base di partenza solida per il futuro“.

Secondo bronzo e ciliegina sulla torta di compleanno per Nicolò Martinenghi che brinda al suo talento esploso definitivamente: “Abbiamo dimostrato di esser un gran gruppo, ci conosciamo da anni e conosciamo le nostre potenzialità. Questa medaglia me la volevo regalare per il compleanno, sono al settimo cielo“, dice il talento allenato da Marco Pedoja, che dopo 21 anni ha riportato sul podio olimpico la rana azzurra.

Un raggiante Alessandro Miressi si scrolla di dosso la delusione della gara individuale: “Siamo veramente felici di come abbiamo concluso queste Olimpiadi – dice il 22enne torinese seguito da Antonio Satta, campione europeo tre anni fa, argento nel maggio scorso e già argento con la 4×100 sl – Questo è un bronzo per il futuro, abbiamo gettato le basi per delle staffette che possono crescere molto. Siamo già in due sotto i 48 da fermi. Ho acquisito esperienza. Conquistare due medaglie alla prima Olimpiade è molto bello e la prossima volta non mi farò condizionare dalla tensione nella gara individuale. L’importante – conclude Miressi – ora è lavorare bene nei tre anni che ci separano dai Giochi di Parigi”.

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TITA E BANTI PRENOTANO UNA MEDAGLIA NELLA VELA

Sarà almeno medaglia d’argento per Ruggero Tita e Caterina Banti nel Nacra 17 ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Con un primo e due secondi posti nelle ultime tre regate prima della medal race, gli azzurri hanno aumentato il vantaggio sugli inseguitori in classifica generale: Tita-Banti ora guidano la classifica con 23 punti davanti ai britannici Gimson-Burnet (35 punti) e ai tedeschi Kohloff-Stuhlemmer (47 punti). Anche se terminassero ultimi nella medal race, gli azzurri finirebbero a quota 45 punti, comunque almeno al secondo posto. Per essere certi dell’oro, invece, nella regata finale in programma martedì, Tita e Banti devono arrivare nelle prime sei posizioni.

ALTRO FLOP PER LA SCHERMA, MALAGÒ: “DOVREMO FARE RIFLESSIONI”

Ancora una delusione invece dalla scherma: la squadra del fioretto maschile è stata eliminata ai quarti dal Giappone. Gli azzurri Alessio Foconi, Daniele Garozzo, Giorgio Avola e Andrea Cassarà sono stati battuti dai padroni di casa per 45-44, fallendo quindi l’obiettivo medaglia. Era dal 1980 che la scherma azzurra non chiudeva una edizione dei Giochi senza ori. Risultati che non fanno certamente piacere a Malagò: “La scherma male, decisamente male. Oggi era l’ultimo giorno per avere una speranza di fare qualcosa di importante e invece non siamo neanche in zona medaglie. È una cosa che ci amareggia tanto, questo sicuramente comporterà riflessioni in merito”, ha dichiarato il presidente del Coni.

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PALTRINIERI, NIENTE MEDAGLIA NEI 1500

Non ce la fa Gregorio Paltrinieri a difendere l’oro nei 1500 conquistato a Rio 2016: l’azzurro, dopo l’argento negli 800 sl, chiude quarto nuotando in 14’45″01. Oro allo statunitense Robert Finke. “Oggi non ne avevo per stare con i primi, ci ho provato in tutti i modi, è stato difficile – ha ammesso il nuotatore azzurro -. Ho provato anche a riprenderli a un certo punto, dopo che avevo capito che la gara stava prendendo una brutta piega, perché io ero al massimo dall’inizio. Complimenti a loro, se la sono proprio meritata oggi. Un po’ mi dispiace vedere andare via così il titolo, ma da una parte non ci posso fare niente per non essere arrivato qui bene, dall’altra non mi posso rimproverare niente perché ho fatto il massimo in gara. Di solito la parte centrale è il mio forte mentre oggi sputavo sangue per stare con loro”.

A Greg resta ancora una gara, la 10 km: “Sarà difficile, cercherò di riposare il più possibile e di essere pronto. Anche oggi mentalmente ero carico, l’atteggiamento sarà lo stesso. Sono qua, la voglio fare e la farò, io sono guarito e non ho nulla da perdere. Proverò a dare il massimo”, ha concluso Paltrinieri.

L’ITALVOLLEY MASCHILE CHIUDE IL GIRONE CON UNA VITTORIA

La Nazionale maschile di pallavolo batte il Venezuela 3-0 (25-22, 25-15, 25-17) nell’ultima gara della fase a gironi. I ragazzi del ct Gianlorenzo Blengini erano già qualificati ai quarti e chiudono secondi nella fase a gironi, in cui sono usciti sconfitti solo contro la Polonia. I quarti sono in programma il 4 agosto. “Sapevamo che il match di oggi aveva poco significato in termini di classifica, però era importante dare continuità all’approccio e al modo di stare in campo – ha dichiarato Blengini -. Abbiamo dimostrato di rispettare qualsiasi avversario. In generale è stata una buona prova, io vedo una squadra unita, compatta e disponibile. Il nostro è un gruppo che sa di avere, come tutti, delle qualità e dei problemi, però non ci soffermiamo troppo su questo e ognuno cerca di fornire il proprio contributo, dando il massimo per cercare di raggiungere quell’obiettivo che tutti noi vogliamo fortissimamente“, ha concluso il ct azzurro.

SARA FANTINI CENTRA LA FINALE NEL MARTELLO

Ancora un colpo, ancora un tiro che centra il bersaglio. L’Italia mette un’altra delle sue donne in finale: si tratta di Sara Fantini, non ancora 24enne parmigiana, che vola tra le top 12 del lancio del martello con una miglior misura di 71,68, l’ultima utile per la promozione. Per lei una gara di grande consistenza, malgrado l’ora mattutina e la temperatura elevata (quasi 40 gradi in pedana).

Sono felicissima. Essere qui per me era già un sogno, entrare in finale è la ciliegina sulla torta. Sapevo di stare bene, anche in allenamento a Tokorozawa si vedeva chiaramente; ma un conto è lanciare in allenamento, un altro è venire qui, alle Olimpiadi, e lanciare in qualificazione alle nove di mattina e passare”, ha raccontato l’azzurra. “Sì, è stato difficile, soprattutto a livello mentale, e per me ancora peggio, perché non sono una persona mattutina. Sono venuta ai Giochi per fare del mio meglio e per divertirmi: questo è stato il mio spirito in qualificazione, questo è il mio spirito per la finale”.

BATTERIE 400 METRI: RE PASSA, SCOTTI NO

Invece una promozione e una bocciatura, in casa Italia, nelle batterie dei 400 metri. Passa con i tempi di recupero Davide Re, autore di un buon 45″46, mentre è un’occasione sprecata per Edoardo Scotti. Praticamente impossibile passare tra i primi tre ma il 45″71 che ne deriva, seppure di soli tre centesimi superiore allo stagionale, non rende giustizia al valore del 21enne emiliano. L’ultimo tempo di recupero è il 45″51 del bahamense Alonzo Russell. In sei corrono al di sotto dei 45 secondi, con lo statunitense Michael Cherry a guidare la fila con 44.82.

NEL GOLF PARATORE CHIUDE 27°, MIGLIOZZI 32°

Dopo 121 anni Xander Schauffele riporta gli Stati Uniti sul gradino più alto del podio nella gara individuale di golf maschile alle Olimpiadi. L’americano ai Giochi di Tokyo, con un totale di 266 (68 63 68 67, -18) colpi e un birdie decisivo alla 17 si mette al collo la medaglia d’oro. Al Kasumigaseky Country Club argento storico, dopo un ultimo giro da record, per lo slovacco (nato però in Sudafrica) Rory Sabbatini, secondo con 267 (69 67 70 61, -17). Mentre il bronzo lo conquista a sorpresa Pan Cheng-tsung (Taipei Cinese), alla quarta buca di spareggio e al termine di un play-off che ha visto protagonisti 7 giocatori.

Renato Paratore è il migliore tra i due azzurri. Il 24enne capitolino chiude 27esimo con 275 (71 70 67 67, -9) davanti a Guido Migliozzi che cede nel round finale scivolando dall’11esima alla 32esima posizione con 276 (71 65 68 72, -8). “Non è stata una giornata positiva, mi aspettavo una domenica diversa. Peccato perché speravo in un finale certamente migliore e spero di rifarmi nei prossimi appuntamenti e alle Olimpiadi del 2024. Nel golf ci vuole pazienza e giornate come queste purtroppo capitano”, ha dichiarato Migliozzi. Di tutt’altro umore Paratore: “Il mio è stato un finale di gara molto positivo, sono molto contento degli ultimi due giri disputati nonostante qualche errore. È stata una esperienza bellissima, dalle mille emozioni, che spero di vivere nuovamente ai Giochi di Parigi nel 2024”.

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