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‘Maturi’ (e a piedi) in Islanda, l’avventura di 8 ragazzi in presa DIREtta – 1° puntata

Un trekking in Islanda come viaggio speciale post-maturità: la grande avventura di otto 18enni bolognesi

Pubblicato:01-08-2018 14:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:26
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BOLOGNA – Hanno fatto l’esame di maturità e, a differenza di tanti diciottenni che si buttano in estati di sfrenato divertimento tra spiagge e discoteche, loro hanno pensato di festeggiare questo importante traguardo in modo diverso. Con un viaggio-scoperta, faticoso e introspettivo. Ma rigorosamente in squadra: perchè questi otto ragazzi di Bologna, che si sono ribattezzati ‘Il Gregge‘, da anni sono abituati a camminare (e faticare) insieme, facendo trekking ed escursioni in giro per l’Italia. E così hanno voluto fare anche per il loro viaggio della maturità. Scegliendo un posto davvero speciale: l’Islanda. Un viaggio immersi nella natura per lasciarsi conquistare da scenari mozzafiato. Un percorso avventuroso che non dimenticheranno facilmente. Il loro viaggio è cominciato il 16 luglio e finito il 24. Prima di partire avevano promesso di raccontarcelo a puntate. Ecco la prima.

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I protagonisti:


Andrea, “il pastore”


Lorenzo, “camminatore alfa”


Francesca, “graphic designer”


Nicola, “camminatore esperto/quello delle bici”


Pietro, “logistics and technology”


Serena, “quella responsabile”


Leonardo, “quello che si presenta alla partenza senza sapere cosa si farà”


Bruno, “quello nuovo con gli orecchini”

UNO DUE TRE, SI VOLA – 16 e 17 luglio

Sono le 19.15 e ci troviamo ancora imbottigliati nel traffico milanese, diretti verso l’aeroporto Malpensa. Siamo partiti da Bologna verso le 16, il viaggio è iniziato da poco e siamo già in ritardo. In aeroporto, oltre al check-in e alle operazioni di routine, ci aspetta Paolo Labati, un’inviato della trasmissione Caterpillar di RaiRadio2, pronto per un’intervista pre partenza. Anzi, verrebbe da dire, una ‘intervista al volo’, e scusate la battuta.


Inizia così il nostro viaggio di maturità: destinazione Islanda. Ne abbiamo di strada da fare e le premesse sono queste qua. Incredibilmente riusciamo a fare tutto e per le 21.30 siamo già in aereo a guardare i finestrini: la nostra prima meta è Londra. Al momento del decollo sono tanti i pensieri e le emozioni che affollano la nostra mente di neomaturati. Il lavoro degli ultimi mesi sta per concretizzarsi, l’esame è già archiviato e le preoccupazioni sono cambiate: non più domande difficili su materie di scuola, ma ripassare sentieri da percorrere. E non perdersi.

Le incertezze sono molte, ma la consapevolezza di stare per intraprendere un viaggio incredibile ci dà la giusta carica e supera qualsiasi paura. Ma prima di infilare gli scarponi ai piedi ne abbiamo di ‘strada’ da fare. Atterrati in terra inglese ci aspetta una lunga notte di scalo in aeroporto, rigorosamente da passare ‘allungati’ sulle panche di Heathrow. E’ una notte che sembra non avere fine, tra scherzi al primo che si addormenta (come svegliare chi era riuscito a chiudere occhio informandolo che si sta per perdere il volo della vita) e contorsionismi improbabili alla ricerca della comodità. Di fatto finisce che alle 5.30 siamo già tutti in piedi, ma esausti.

Un drappello di affamati si avventura alla ricerca di una colazione decente; l’aeroporto è ancora immerso nel silenzio, e all’alba sfoggia un fascino particolare. Caffè e brioche si fanno desiderare: la ricerca non si rivela particolarmente fruttuosa e si finisce per ripiegare su qualche muffin da Starbucks. Si sgranocchia e si pazienta. E infine, arrivano le 7.30, si ri-decolla. E stavolta la prossima fermata è l’Islanda.

Il secondo volo è quasi fondamentale, aiuta a recuperare parte del sonno perduto; ed ecco, destandosi a pochi minuti dall’atterraggio, comparire sotto i nostri occhi le selvagge coste islandesi e gli immensi ghiacciai dal bagliore intenso. Immaginare di attraversarli, in quel momento, non ci sembrava possibile. L’aeroporto Kefljavik per dimensioni ricorda quello di Bologna, lo attraversiamo in fretta per mettere il prima possibile piede sul suolo islandese; anche perché ci attende una tanto splendida quanto inaspettata giornata di sole.

Durante il viaggio in navetta verso Reykjavik, riceviamo un assaggio dei paesaggi che ci avrebbero accompagnati nei giorni successivi. Dopo una rapida sistemazione in ostello, si pranza sul lungomare delle città e dedichiamo il resto del pomeriggio agli ultimi preparativi per il trekking. La sera arriva in fretta, ma il buio no, e una difficile decisione sta per essere compiuta da uno dei membri del gregge. Bruno, partito già febbricitante, decide di rinunciare ai primi giorni di trekking, con la promessa di raggiungerci in seguito; ironia della sorte, a colpirlo duramente agli inizi del viaggio di maturità è una brutta infezione ai denti del giudizio. Concludiamo la serata con una tisana e una partita di Cards against Humanity, che si protrae fino a notte fonda, con la città ancora illuminata dal sole. E domani si parte davvero.

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