ROMA – Almeno nove persone sono rimaste uccise in Sudan da agenti delle forze di sicurezza o soldati che hanno aperto il fuoco su dimostranti in piazza per chiedere il trasferimento del potere dalla giunta militare a un governo guidato da civili: lo hanno riferito soccorritori e responsabili di strutture ospedaliere. Secondo queste testimonianze, rilanciate anche da media internazionali, manifestanti feriti sono stati ricoverati sia nella capitale Khartoum che a Omdurman, la sua città gemella sull’altra sponda del Nilo. I cortei di protesta si sono tenuti in diverse città in occasione dell’anniversario del 30 giugno, il giorno del colpo di Stato che nel 1989 inaugurò la stagione al potere del generale Omar Al-Bashir.
In Sudan lo scontro politico e sociale è tra un movimento popolare che chiede la formazione di un governo civile e i militari che hanno assunto la guida del Paese dopo le dimostrazioni di piazza sfociate nella caduta di A-Bashir nel 2019. Secondo i manifestanti, le promesse dell’esercito di una transizione democratica sono state smentite il 25 ottobre scorso dall’arresto del primo ministro Abdalla Hamdok.
This is what the gathering of a million people heading to the #Sudan presidential palace to take over power looks like! June 30th 2022 the start of the end of military rule in Sudan for good! pic.twitter.com/5FFLyN4Ivj
— hajooj kuka (@hajooj) June 30, 2022
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