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Euro 2020, è polemica sulle finali a Londra. Burioni: “Uefa ottusa e irresponsabile”

Il virologo attacca l'Uefa che non vuole spostare le finali dell'Europeo da Londra, dove la variante Delta ha provocato un aumento dei contagi

Pubblicato:01-07-2021 12:04
Ultimo aggiornamento:03-07-2021 11:55
Autore:

roberto_burioni
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ROMA – La diffusione nel Regno Unito della variante Delta ha provocato un aumento dei contagi e continua a preoccupare anche in ottica calcistica: allo stadio Wembley di Londra sono infatti in programma le due semifinali e la finale di Euro 2020. Uno scenario che potrebbe contribuire all’infezione di tifosi provenienti dall’estero per seguire le proprie nazionali. Già nelle scorse settimane alcuni politici, tra cui il premier italiano Mario Draghi, avevano chiesto all’Uefa di valutare lo spostamento della sede dei match più attesi dell’Europeo, ma finora l’organizzazione ha escluso modifiche. E con l’approssimarsi delle partite – le semifinali sono il 6 e il 7 luglio, la finale l’11 – il tono delle polemiche continua a salire. “L’ottusa irresponsabilità dell’Uefa che si rifiuta di spostare le partite degli Europei da una città dove esiste un grave pericolo di contagio è inaccettabile”, attacca su Twitter il virologo Roberto Burioni. Che se la prende anche con l’inerzia degli Stati: “Inaccettabile anche che i Paesi sovrani lo accettino, mettendo a rischio la salute dei loro cittadini”.

COSTA: “IN INGHILTERRA SITUAZIONE NON TRANQUILLA, L’UEFA USI BUON SENSO”

E intanto l’Italia deve fare i conti con la ‘grana’ legata al quarto di finale tra Inghilterra e Ucraina in programma sabato sera allo stadio Olimpico di Roma. Le autorità inglesi hanno annunciato che non venderanno i biglietti riservati alla nazionale dei Tre Leoni a chi vive Oltremanica, visto che la quarantena di cinque giorni prevista in Italia per chi arriva dal Regno Unito impedirebbe ai supporter inglesi di poter entrare all’Olimpico. Ma restano i timori e le richieste di maggiori controlli sul fronte italiano. “C’è una regola ben precisa che va rispettata: per ogni inglese che arriva c’è una quarantena di cinque giorni e questo non permetterà ai tifosi partiti negli ultimi giorni di andare a vedere la partita. Penso quindi che resteranno a casa”. Lo ha ricordato il sottosegretario della Salute Andrea Costa, ospite di ‘The Breakfast Club’ su Radio Capital. “Si vigilerà su questa quarantena. Non parliamo di grandissimi numeri, quindi i controlli non saranno difficili. Da italiano sono più preoccupato da Lukaku che dall’arrivo dei tifosi inglesi“, ha spiegato Costa riferendosi alla sfida tra Italia e Belgio domani a Monaco di Baviera. E per quanto riguarda la sede della finale di Euro 2020, il sottosegretario ha dichiarato: “Mi auguro una decisione di buon senso dalla Uefa. In Inghilterra non c’è una situazione che permetta di affrontare con tranquillità l’evento. Siamo in un momento d’emergenza quindi non possiamo affrontarlo con gli strumenti ordinari. Spero che la Uefa prenda anche in considerazione l’ipotesi di cambiare la sede della finale o le regole sulla capienza degli stadi. Qualora sarà tutto confermato – ha ammonito Costa -, la Uefa deve assumersi la responsabilità di questa scelta”. Per il sottosegretario alla Salute, invece, bloccare i voli dal Regno Unito non è necessario: “L’ordinanza sulla quarantena obbligatoria è già molto restrittiva. Non serve in questo momento un blocco totale”.


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SILERI: “FINALE NON SI PUÒ SPOSTARE DALL’OGGI AL DOMANI, SI APPLICHINO ALTRE MISURE”

Anche l’altro sottosegretario alla Salute del governo italiano, Pierpaolo Sileri, è intervenuto sul tema, nel corso della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ in onda su Radio Cusano Campus. “Credo sia stato giusto fare l’Europeo itinerante, nella vita bisogna anche avere coraggio e affrontare il virus senza paura. È chiaro che devono essere modulate alcune azioni, se hai una variante più insidiosa devi mettere qualche restrizione. Come ha detto il governo britannico: guardate la partita a casa senza muoversi. C’è una regola che impone la quarantena e va rispettata. Il virus cambia e anche noi dobbiamo essere in grado di cambiare strategia. Certamente la partita va disputata, ma si può vedere anche in tv”. E in ottica Wembley, la posizione di Sileri è più ‘morbida’: “Laddove ci sarà qualche variante che può creare problemi bisognerà attuare delle restrizioni, non dimentichiamoci che siamo in guerra e quando c’è un nemico schierato che usa una strategia per attaccarti tu devi adattare ogni volta la tua strategia. Sulla finale nel Regno Unito, valutiamo bene. È chiaro che una finale non puoi spostarla dall’oggi al domani però puoi ridurre il flusso di persone, fare un doppio tampone, mettere una quarantena per chi ha visto la partita allo stadio“.

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