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A Bologna presidio Si Cobas in Comune: “Chiudere Bartolini alle Roveri”

Il sindacato autonomo chiede interventi drastici e denuncia le condizioni di lavoro nel settore della logistica. Domani ci sarà un altro presidio in piazza Maggiore

Pubblicato:01-07-2020 14:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:35

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BOLOGNA – Presidio dei Si Cobas di fronte a Palazzo D’Accursio per protestare contro le condizioni di lavoro nel magazzino di Bartolini alle Roveri, epicentro di un focolaio di Covid-19 che per ora ha portato all’individuazione di oltre cento positivi al tampone. “Mentre scriviamo sono saliti a 118 i contagi tra i lavoratori Brt delle Roveri, e altri casi sono stati individuati negli impianti Sda, Tnt, Dhl, Palletways e Cdl”, denuncia il sindacato autonomo, che domani si ritroverà in piazza Maggiore per chiedere “un incontro urgente con la giunta comunale perché, ascoltando lavoratori, responsabili per la sicurezza e sindacato, senza più titubanze, i luoghi in cui non sia garantita la sicurezza di chi lavora vengano chiusi, sanificati e riorganizzati non in funzione del profitto ma della salute”.

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Il Si Cobas ricorda che sono 130 i lavoratori che in Bartolini alle Roveri, al cambio turno, condividono gli spogliatoi e alle 19.30 la mensa. “I bagni sono in totale 10, utilizzati anche dai corrieri e dagli oltre 30 lavoratori delle agenzie interinali, che cambiano di giorno in giorno. Dopo i primi casi è solo il Si Cobas a fermarsi in due scioperi, a chiedere fin dal 15 giugno interventi drastici, come la chiusura, all’Azienda, alle Ausl e alla Prefettura, senza esito alcuno”, contesta il sindacato. Già il 15 giugno, infatti, il sindacato aveva informato Regione, ditta Bartolini e Prefettura che c’erano sei persone presentavano sintomi riconducibili al coronavirus.


“In Brt, come in tutto il settore della Logistica, lavorano i facchini dipendenti di cooperative o società mordi e fuggi in appalto, così i corrieri suddivisi in decine di cooperative, e i lavoratori delle agenzie interinali, quelli più ricattabili, quelli che lavorano un giorno qui ed uno lì: due dei contagiati provenivano dal Centro di accoglienza di via Mattei”, sottolinea Si Cobas. “La stragrande maggioranza di questi lavoratori sono infatti immigrati. Mentre il settore della logistica incrementa a ritmi sostenuti i suoi profitti, questi lavoratori sono stipati in capannoni privi dei più elementari diritti e comfort. La catena del loro sfruttamento lavorativo e sociale corrisponde a quella del contagio”, scandisce la sigla, annunciando il presidio (con conferenza stampa alle 11) di domani.

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M5S: GOVERNO VERIFICHI RISPETTO REGOLE A BARTOLINI

Dopo il caso del focolaio di coronavirus nel magazzino bolognese della ditta Bartolini, il Governo dovrebbe “accertarsi delle misure adottate da parte delle ditte di trasporti per prevenire e contenere i contagi da Covid-19 nei luoghi di lavoro” e verificare “se risulti l’appropriatezza delle misure adottate nei luoghi di lavoro da queste ditte e se queste misure siano state effettivamente applicate”. A chiederlo, con un’interrogazione al ministro della Salute, Roberto Speranza, al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, è la deputata emiliana del Movimento 5 stelle, Stefania Ascari.

L’interrogazione muove, ovviamente, dal fatto che il 25 giugno 2020 è scoppiato il caso del focolaio di coronavirus all’interno della ditta Bartolini a Bologna, dove in poche ore i 45 casi iniziali sono saliti a 107 persone fra lavoratori e parenti, con due pazienti ricoverati e in totale quasi 400 persone sotto sorveglianza con le loro famiglie. Secondo fonti di stampa, scrive Ascari, il focolaio “sarebbe partito da un reparto di stoccaggio dove lavorano i magazzinieri della ditta”, area che “sarebbe stata poi sanificata” con una riduzione dell’attività lavorativa, mentre alcuni dipendenti “sono stati isolati per precauzione in attesa del test, esteso anche ad altri dipendenti e alle loro famiglie, motivo per cui il numero dei contagiati potrebbe aumentare notevolmente nei prossimi giorni”.

Il problema, evidenzia la parlamentare, è che “secondo quanto affermato dal sindacato Si Cobas, già il 15 giugno il sindacato aveva informato Regione, ditta Bartolini e Prefettura che già sei persone presentavano sintomi riconducibili al coronavirus“, e “mentre la Prefettura non avrebbe risposto, la ditta avrebbe affermato di applicare le norme in materia”.

Sempre i Si Cobas, prosegue l’esponente M5s, “affermano che a marzo, per salvaguardare la salute dei lavoratori, avrebbe ‘chiesto alle controparti di stilare dei protocolli con le misure da rispettare per garantire la sicurezza nei magazzini'”. Tuttavia il protocollo, pur firmato dalla ditta, “secondo il sindacato non sarebbe stato rispettato”, visto che “si sarebbero verificati casi di mancato rispetto delle distanze, mancato uso delle mascherine e di mascherine passate tra lavoratori entranti e uscenti al cambio turno, mentre l’alternanza per i turni non sarebbe mai stata applicata”. Come se non bastasse, tira dritto Ascari, “risulterebbe che il medico dell’azienda sarebbe stato contattato con grande ritardo, quando ormai il focolaio si era diffuso, e che il rischio di focolaio, all’interno delle ditte di trasporti, sia ben diffuso nel bolognese”. Sul punto, la deputata cita sempre i Si Cobas, che “denunciano casi di soggetti contagiati da Covid-19 nei magazzini Palletways, Dhl e Tnt”.

Per quanto riguarda la Palletways di Calderara di Reno, comunque, l’Ausl bolognese ha già smentito i 17 casi di positività denunciati dal sindacato, spiegando che “17 test sierologici hanno dato esito positivo alla presenza degli anticorpi, segno di un contatto precedente con il virus, ma non di malattia”, e aggiungendo che 11 dei 17 tamponi a cui sono stati successivamente sottoposti i 17 lavoratori, vale a dire quelli esaminati finora, “hanno già dato esito negativo”. Tuttavia, visto “il serio rischio di una nuova impennata di casi di contagio, che potrebbe vanificare gli sforzi fatti finora dalle autorità pubbliche e dalla popolazione”, Ascari chiede al Governo di verificare che alla Bartolini, e in generale nel comparto della logistica, le regole siano state effettivamente rispettate.

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