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De Luca: io candidato perché lo consente la Costituzione, legge Severino ad personam

[caption id="attachment_1026" align="alignleft" width="300"] E. De Luca[/caption] I rapporti

Pubblicato:01-07-2015 11:42
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:25

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E. De Luca

E. De Luca

I rapporti con Palazzo Chigi “sono normali”. A parlare è Vincenzo De Luca, intervenuto alla trasmissione ‘Radio anch’io’ su Rai Radio1. Il governatore eletto della Campania, ma poi sospeso da Matteo Renzi, è tornato sulle sue dichiarazioni recenti, in cui aveva affermato che “chi vince governa”. Una affermazione, questa, “che dovrebbe essere banale in un Paese democratico ma l’Italia è un Paese in grande sofferenza”, mentre “l’opinione pubblica è frastornata”.

Il presidente del Consiglio, a proposito della vicenda De Luca, “ha preso una decisione che non è quella che avrei preso io- ha aggiunto- ma io lo comprendo, capisco le sue motivazioni. In questo clima di opinione pubblica frastornata e indignata era difficile fare diversamente. Se avesse fatto altra scelta si sarebbe scatenata una campagna di aggressione politico mediatica centrata sulla contestazione delle leggi ad personam”. Secondo De Luca “questo è un capovolgimento della verità. L’unica legge ad personam in Italia è la legge Severino, che garantisce che i parlamentari e i deputati e i senatori e i membri di governo non siano sottoposti alla Severino, diversamente dagli altri cittadini. E’ l’unica legge ad personam”.

“Io- ha aggiunto De Luca- mi sono candidato perché la Costituzione lo permette. Le leggi si rispettano? È la mia convinzione. In un Paese democratico De Luca non doveva essere candidato? E dove sta scritto?”. Secondo De Luca “la contraddizione c’è perché siamo in un Paese in cui tu puoi essere candidato perché la Costituzione te lo consente, ma poi una legge sgangherata non ti consente di esercitare i poteri democratici. Il problema, la contraddizione, è del Parlamento italiano, non mio. È di un Parlamento che dorme da un anno e mezzo, è latitante, perche avrebbe dovuto modificare quel punto della legge”. E ancora: “Io mi sono mosso nel più rigoroso rispetto della legge. Io mi sono ostinato a rispettare la Costituzione”. Ma se poi “abbiamo un groviglio normativo in contraddizione con la Costituzione italiana, questo dovrebbe spingere il Parlamento, a cominciare dal vicepresidente Di Maio, a svegliarsi. E a dire ‘Cari cittadini siamo in una situazione per cui si rischia che il voto può essere bloccato, abbiamo il dovere di mettere ordine nelle leggi italiane’. L’autocritica deve farla il Parlamento italiano, non io”.


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