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Al figlio di Giada Giunti negato il pieno diritto allo sport: Stefania Ascari (M5s) presenta una nuova interrogazione parlamentare

"Sarebbe ostacolato il suo talento, nonché vietato l'accesso a tornei e al circolo dove dalla tenera età ha sviluppato la sua passione per il tennis, senza trascurare lo studio scolastico"

Pubblicato:01-06-2023 19:18
Ultimo aggiornamento:01-06-2023 19:19
Autore:

giustizia-tribunale
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ROMA – Non si ferma la battaglia di Giada Giunti, la ‘mamma coraggio’ giudicata ‘alienante’ da una ctu che da 7 non vive con suo figlio né può prendere alcuna decisione sulla sua vita. La deputata Stefania Ascari (M5S) ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Carlo Nordio, al ministro per lo Sport e i giovani Andrea Bodi e alla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella chiamando in causa le decisioni prese dalle figure istituzionali sulla vita del figlio di Giada: al ragazzo sarebbe infatti stata drasticamente limitata la pratica sportiva agonistica, l’ingresso nel circolo sportivo, i tornei, come pure le gite e feste scolastiche.


In questo modo, si legge nell’interrogazione della deputata Ascari, “sarebbe ostacolato il suo talento, nonché vietato l’accesso a tornei e al circolo dove dalla tenera età ha sviluppato la sua passione per il tennis, senza trascurare lo studio scolastico; il gioco è un diritto, come indicato e sancito nell’articolo 31 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.

Nel testo Ascari torna anche sulla questione dell’ascolto del minore, “un tassello fondamentale del principio del superiore interesse del minore (…) ancora non pienamente rispettato”. Sul caso di Giunti “sembrerebbero tutt’oggi inascoltate le richieste del minore (…), figlio della signora Giada G., nonostante anche il Ministero della giustizia, rispondendo ad un atto di sindacato ispettivo, abbia rilevato che ‘Il pieno diritto di ascolto del minore nel caso trattato sembrerebbe essere completamente trascurato ed anche la volontà di quest’ultimo’; ed invero, in spregio alla normativa vigente in materia, nonché alla consolidata giurisprudenza, nella vicenda in parola la magistratura avrebbe ritenuto ‘superflua’ l’acquisizione del compendio probatorio relativo agli incontri con il minore e alle sue richieste, adottando provvedimenti fortemente e drasticamente incidenti sulle sue condizioni di vita materiale e relazionali”, si legge infine nella deposizione.


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