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Lo scrittore Nnamdi Oguike: “Non dite mai che non è il vostro Paese”

La raccolta di racconti dell'autore nigeriano è al centro di un incontro-dibattito a Roma domenica 4 giugno

Pubblicato:01-06-2023 13:02
Ultimo aggiornamento:01-06-2023 13:11
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ROMA – “Non c’è nessuno che, passaporto alla mano, sia cittadino di tutti i Paesi del mondo; e però tutti i Paesi ci riguardano, perché condividiamo un’umanità comune e l’umano ci lega tutti in questo mondo”. Parole e pensieri di Nnamdi Oguike, uno scrittore che non parla né di geopolitica né di frontiere.

12 RACCONTI, PURE IN BRASILE E ALLE HAWAII

La sua riflessione, in un’intervista con l’agenzia Dire, comincia dal titolo di una raccolta di 12 racconti ambientati perlopiù in Africa ma anche in altre zone del pianeta, dal Brasile alle Hawaii. “Ho scelto di intitolare il mio libro ‘Non dire che non è il tuo Paese’ perché oggi il nostro mondo è interconnesso, non solo a causa dello sviluppo tecnologico” spiega Oguike, in videocollegamento dal sud-est della Nigeria: “Ciò che accade in Italia o negli Stati Uniti ha conseguenze importanti ovunque e non dobbiamo dimenticare che siamo tutti esseri umani”.

DOMENICA ALL’ACCOGLIENZA DEL BUON PASTORE

Del libro, uscito nel 2022 anche per Capponi editore, si discuterà domenica 4 giugno in un incontro-dibattito ospitato dall’Accoglienza del Buon pastore, uno spazio della Comunità di Sant’Egidio nel quartiere romano di Trastevere.


I racconti sono un viaggio in giro per il mondo, dalla Sierra Leone alla Nigeria, dal Brasile al Sudafrica. Lo suggerisce anche il disegno di copertina, opera del “visual artist” nigeriano Fred Ekele Martins. “I raggi gialli ci suggeriscono che c’è un unico sole, non importa dove tu ti trovi” spiega Oguike. “Il fiore che la persona rivolta alla fonte della luce regge alle proprie spalle invece vuol dire: ‘Amo questa cosa che è l’umanità'”.

“NELLO SLUM C’E’ ANCHE TANTA GIOIA”

Secondo lo scrittore, 42 anni, di base nello Stato nigeriano di Anambra, i racconti sono anche un tentativo di proporre prospettive differenti rispetto a quelle privilegiate dai media internazionali, europei o nordamericani. “Una delle storie è ambientata nello slum di Susan’s Bay, in Sierra Leone” sottolinea Oguike. “Nei luoghi dove ci sono situazioni di svantaggio ci può essere anche gioia o comunque tutta una gamma di emozioni ed esperienze che vale la pena di conoscere e scoprire”. Per dire: uno dei racconti si sviluppa in una regione della Nigeria dove colpisce il gruppo armato Boko Haram. “Sembra difficile da capire”, sorride Oguike, “ma in posti come quelli, che finiscono sulle pagine dei notiziari internazionali solo per attentati o per violenze, ci sono persone che vivono e che si amano”.

KRIO, MALGASCIO E YORUBA

Una nota a piè pagina sulle lingue. Nel libro si alternano il krio parlato nella Sierra Leone, il malgascio o lo yoruba nigeriano. Per l’Italia a tradurre, lasciando a volte in originale espressioni ricche di suoni e significati, è stata Elisa Audino. Ci sarà anche lei all’incontro presso l’Accoglienza del Buon pastore, insieme con Alex Moscetta, esperto di comunicazione per la Comunità di Sant’Egidio, con Vincenzo Giardina, giornalista dell’agenzia Dire, il cronista Cosimo Graziani e l’antropologa Luana Stinziani. A moderare l’incontro Veronica Otranto Godano, giornalista e volontaria dell’associazione Connect.

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