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Il delitto di Giulia Tramontano, tutte le bugie di Alessandro Impagnatiello

Una catena di bugie che però sono durate pochi giorni. E dopo l'omicidio Alessandro Impagnatiello ha detto all'altra donna: "Giulia se n'è andata, sono libero". La testimonianza di lei è stata fondamentale per incastrarlo

Pubblicato:01-06-2023 13:23
Ultimo aggiornamento:12-06-2023 12:44

giulia tramontano alessandro impagnatiello
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BOLOGNA – Dopo aver ucciso Giulia, scriveva all’altra donna (una ragazza inglese con cui da tempo viveva una seconda vita parallela) che Giulia “se ne era andata” e che ora “era libero“. E continuava a dirle (come aveva cercato di farle credere anche negli ultimi tempi) che il bambino che la sua compagna portava in grembo “non era il suo” e che Giulia aveva “problemi mentali” e voleva farla finita. Tutte bugie, una dietro l’altra, che Alessandro Impagnatiello ha raccontato prima e dopo aver ucciso, nella notte tra sabato 27 e domenica 28 maggio, la sua fidanzata Giulia Tramontano, incinta al settimo mese di gravidanza a Senago, in provincia di Milano.

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IL DELITTO E IL CORPO NASCOSTO

Dopo il delitto, il 30enne Impagnatiello- che di lavoro fa il barman in locali super esclusivi di Milano, come il Bamboo bar dell’Armani hotel di Milano– ha iniziato a mentire subito. Quando è andato a denunciare la scomparsa della sua fidanzata ai Carabinieri ha detto che Giulia era in casa e stava dormendo, quando lui la domenica mattina era uscito per andare a lavorare. E invece l’aveva uccisa indicativamente una decina di ore prima e si era sbarazzato del corpo. Solo questa notte ha confessato la verità: di averla uccisa sabato sera e di aver tentato di bruciare il corpo. Lo ha poi abbandonato, malamente chiuso da alcuni sacchi dell’immondizia, in un piccolo pezzo di prato incolto in via Monte Rosa, a pochi chilometri dall’appartamento in cui vivevano a Senago. Ha nascosto, uno o due giorni dopo il delitto, il corpo vicino ad alcuni box auto e se ne è andato. E forse pensava di poter continuare la relazione con l’altra ragazza inglese, sua ex collega, con cui negli ultimi mesi aveva intessuto un’altra relazione seria. Una vita parallela, in pratica, scoperta solo negli ultimi giorni da Giulia.


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I SOSPETTI DELL’ALTRA RAGAZZA E LA RICHIESTA DI INCONTRO A GIULIA

A quanto ricostruito in questi giorni, era stata proprio la ragazza inglese (collega di lui) a volere un chiarimento, un incontro chiarificatore, con “l’altra”. Con Giulia, cioè, che era la fidanzata ufficiale di Alessandro ed era per giunta incinta. Negli ultimi tempi, in particolare nel mese di maggio, si era resa conto che molte cose non tornavano nelle cose raccontate da Alessandro. Lei, che era rimasta incinta negli ultimi mesi ma aveva poi perso il bambino, era diventata sospettosa e aveva scoperto che il giovane aveva un’altra donna, per giunta incinta. Alessandro le aveva detto che il bambino non era suo, e che Giulia soffriva di “problemi mentali“, in particolare che era “bipolare“. Una bugia dietro l’altro, un castello di bugie diventato probabilmente incontrollabile.

L’INCONTRO DI GIULIA CON L’AMANTE E LA FURIA DI GIULIA

È stata appunto la ragazza inglese a contattare Giulia per chiederle un incontro: lei lavora nello stesso bar di Alessandro, ed è proprio lì che si vedono, sabato pomeriggio alle 17. Un incontro chiarificatore, un faccia a faccia tra le due donne, ciascuna delle quali credeva di essere l’unica nella vita di lui: le due donne si confidano, parlano, e diventa palese che Alessandro ha mentito a entrambe. All’incontro avrebbe dovuto partecipare anche Alessandro, ma si è defilato. Giulia lo ha chiamato Alessandro, gli ha chiesto di raggiungerle. Ma lui non lo ha fatto. Prima delle 18.30 si sono salutate e lei si è avviata a casa, probabilmente furibonda e sconvolta da questa giornata. Nel tornare, ha scritto diversi messaggi Whatsapp al fidanzato: “Sono curiosa di sapere cosa ti inventerai ora“. E altri, arrabbiatissimi. Poi gli scrive: “Sto tornando a casa. Fatti trovare“.

LE RICERCHE IN RETE: PER GLI INQUIRENTI SONO PROVA DELLA PREMEDITAZIONE

Quando arriva a casa, lui ha già deciso di ucciderla. Infatti è proprio di quelle ore una ricerca su Internet per capire come liberarsi del cadavere di Giulia: lo hanno spiegato i magistrati in conferenza stampa, che Alessandro aveva deciso di ucciderla ancora prima che lei arrivasse a casa. L’omicidio per gli inquirenti è premeditato. Alle 19 Alessandro cerca su Internet la frase “ceramica bruciata vasca da bagno“. Ed è proprio nella vasca da bagno che, a quanto pare, l’uomo ha appoggiato il corpo di Giulia dopo averla uccisa in attesa di capire come liberarsene. E del resto il giorno prima aveva fatto ricerche sul caso di Alberto Stasi, l’uomo condannato per il delitto della fidanzata Chiara Poggi a Garlasco. Il gip all’udienza di convalida ha fatto cadere la premeditazione, ma la Procura tornerà a contestarla al processo.

LA RAGAZZA INGLESE PREOCCUPATA PER GIULIA

Rivali in amore ma solidali nel loro essere due ragazze ingannate. La ragazza inglese, infatti, è stata una delle prime persone che si è allarmata, la stessa sera di sabato, per il destino di Giulia. Dopo l’incontro tra le due al bar e le confidenze sulle bugie di Alessandro, erano rimaste d’accordo di risentirsi e di aggiornarsi sul chiarimento che Giulia avrebbe avuto con Alessandro. Da una certa ora in poi, l’altra ragazza ha notato che il tono di Giulia, nei messaggi ricevuti su Whatsapp, era cambiato. Per forza: Giulia era morta e i messaggi li mandava lui, scrivendo che non voleva più parlarle e aveva intenzione di andarsene. Ha anche provato a chiamarla poco prima delle 22, senza successo: c’era la segreteria.

LA TELEFONATA ALLA MADRE

Del fatto che esistesse un’amante Giulia aveva parlato al telefono con la madre, che vive a Sant’Antimo, in provincia di Napoli, suo paese d’origine. La mamma quindi aveva saputo di questo tradimento, e anche del fatto che pure l’altra donna era stata incinta. Anche per questo domenica mattina ha subito cominciato a telefonare a Giulia per parlarle, trovando sempre il cellulare spento. E così lei e il marito hanno deciso di precipitarsi a Senago, perchè hanno pensato subito al peggio. L’incontro tra Alessandro e i genitor di lei, nella giornata di domenica, è stato pesantissimo, raccontano a Senago, sono arrivati alle mani.

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LE MENZOGNE ALL’AMANTE DOPO L’OMICIDIO

Alessandro ha continuato a mentire alla ragazza inglese anche dopo il delitto. Le ha scritto che Giulia se n’era andata, che era finalmente libero. I due si sono poi sentiti con una video chiamata, mentre il cadavere di Giulia si trovava in casa oppure in garage. la ragazza inglese era preoccupata per Giulia, chiedeva ad Alessandro dove fosse. Lui le ha detto prima che era a letto che dormiva, poi che era andata a dormire da una amica,. E ha pure inquadrato il letto vuoto per dimostrarle che la ragazza non era in casa. La ragazza inglese ha continuato a lavorare fino all’1.30, mentre lui aveva continuato a cercarla al telefono. Arrivata a casa, ha detto agli inquirenti che lo aveva visto sotto casa in auto. Ma lei, spaventata, non voleva incontrarlo e così è entrata in casa e gli ha parlato dal terrazzo. Lui le ha detto che l’aveva aspettata per più di un’ora e insisteva per parlarle. Ha ripetuto altre bugie: che Giulia, ormai morta, era una persona bipolare e che il figlio che aspettava non era il suo. La ragazza inglese lo ha mandato via, non credendo più a niente delle cose dette. Alessandro se n’è andato alle 2.30.

LA DENUNCIA DI SCOMPARSA E LA MESSINSCENA DI ALESSANDRO

Il giorno dopo, domenica mattina, Alessandro è uscito per andare a lavorare come niente fosse. Ha dato l’allarme solo nel pomeriggio, inventandosi un racconto falso: ha detto di essere arrivato a casa nel tardo pomeriggio e di non aver trovato Giulia. Ha inventato anche altre cose: che non ci fosse il bancomat e neanche il passaporto, il tutto per creare una messinscena (che pensava) credibile. Forse era convinto che la pista dell’allontamento volontario potesse reggere, almeno nei primi giorni. Ma il castello di bugie è crollato quasi subito. Il suo racconto agli inquirenti è stato da subito traballante, pieno di incongruenze. Ha detto di essere uscito sabato sera tardi per andare in un posto a Milano a fumare hashish (rincasando poi a tarda notte, alle 3), ma ha fornito un indirizzo inesistente.

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I GUANTI DI LATTICE NELLO ZAINO

Nel pomeriggio di domenica, Alessandro dopo il lavoro incontra anche la ragazza inglese. Lei dirà agli inquirenti (che l’hanno ascoltata lunedì 29 maggio) che lui era strano. Lei gli ha chiesto ancora di Giulia e lui le ha detto che la ragazza non rispondeva più neanche a lui e non aveva notizie. Ma è proprio durante questo breve incontro che la ragazza inglese nota un particolare che poi sarà un indizio importante per le indagini: ha visto che dallo zaino di Alessandro spuntavano guanti di lattice azzurri.

L’ULTIMA IMMAGINE DI GIULIA

La svolta nelle indagini è arrivata ieri, nella giornata di mercoledì 31 maggio. Le immagini delle telecamere avevano ripreso Giulia per l’ultima volta intorno alle 19, vicino a casa: stava rientrando dopo aver incontrato l’amante di Alessandro. Probabilmente la lite è stata subito dopo, in casa. Ed è stata proprio la casa il teatro dell’omicidio. Nel pomeriggio la Procura ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati Impagnatiello, accusandolo di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza il consenso. Essendo lui indagato, la Polizia scientifica ha potuto varcare la soglia dell’appartamento di via Senago. E sono subito saltate fuori tante tracce di sangue, trovate anche nell’auto dell’uomo. A quel punto la situazione è crollata. La notizia della confessione e del ritrovamento del corpo è stato battuto quando erano ormai le 2 di notte. La mamma di Giulia, poche ore prima a Chi l’ha visto, aveva detto di avere solo “pensieri negativi” e di pensare “solo cose brutte” a proposito di cosa potesse essere succiesso alla figlia.

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