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Roma sconfitta, il Siviglia vince la finale di Europa League

Decisivi gli errori di Mancini (autore anche di un autogol) e Ibanez

Pubblicato:01-06-2023 00:14
Ultimo aggiornamento:01-06-2023 19:04

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ROMA – E’ finita ai rigori la finale tra Roma e Siviglia, e a trionfare sono stati gli spagnoli nella notte di Budapest. Dopo una partita lunghissima, i calci dal dischetto hanno visto gli errori decisivi dei giallorossi Mancini e Ibanez.

I tempi regolamentari si erano chiusi sull’1-1. I gol: al 35′ del primo tempo Dybala per la Roma, all’11’ della ripresa il pari spagnolo arriva con l’autorete del difensore giallorosso Mancini.

MARATONA BEFFA: LA ROMA CADE CON IL SIVIGLIA

Le ultime immagini sono per Josè Mourinho, che dall’alto della sua grandissima esperienza riunisce i suoi calciatori sul prato della Puskas Arena, per aiutarli in qualche modo a superare la beffa delle beffe. Per consolare Dybala, piombato in un pianto a dirotto al termine della contesa. Per ringraziare i suoi dell’orgoglio e della grinta messi in campo nella partita della stagione. La Roma ha perso la finale di Europa League, al termine di una vera e propria maratona contro il Siviglia, fatta di 146 minuti giocati tra tempi regolamentari, recuperi infiniti decisi dal direttore di gara nei tempi regolamentari. Ma pure quelli supplementari non hanno scherzato, anch’essi con minuti di recupero senza fine (il secondo è durato circa 15 minuti, più o meno quanto ne dura uno regolare). L’impresa s’è fermata su quella traversa colpita dalla capocciata di Smalling proprio un attimo prima dell’inizio della lotteria dei rigori. Ma s’è fermata anche su una sfortunata deviazione di Mancini nella propria porta e nel momento in cui la Roma aveva calato di intensità, tirando il fiato dopo un ottimo primo tempo, in una ripresa iniziata sotto la pressione avversaria alla ricerca del pari. E anche su diverse scelte arbitrali, quelle dell’inglese Taylor, perlomeno discutibili, tra rigori non concessi e possibili cartellini rossi non sventolati agli spagnoli. Che la lotteria dei rigori non avrebbe lasciato scampo, i romanisti lo sapevano già, avendone vissute abbastanza e non avendo dimenticato mai la notte dell’Olimpico di quasi 40 anni fa contro il Liverpool nella finale di Coppa Campioni.


La Roma nella storia ci è entrata comunque, due finali europee di fila mai le aveva vissute, dopo la vittoria in Conference League del 2022, la finale di Budapest sembrava fattibile per i giallorossi. Che con i minuti che passavano si convincevano sempre di più di potercela fare. Perché ci si metteva anche la storia, con il gol di Dybala su assist di Mancini arrivato al 35′ del primo tempo, quasi come a Tirana per il decisivo gol di Zaniolo segnato al 31′ e sempre su imbeccata dello stesso Mancini. In quei minuti la Roma sembrava aver vendicato la disfatta del 1991, quando le finali si giocavano ancora tra andata e ritorno, quando la squadra giallorossa fu battuta in Coppa Uefa, l’antenata dell’Europa League, anche lì in modo beffardo proprio da quell’Inter che anni dopo avrebbe accolto proprio Mourinho. E poi, romanticamente, ci si stava per mettere anche la sede della finale europea, quella Budapest conquistata nel I secolo a.c. dai romani, ai danni dei Celti. Ma poi arrivavano sfortuna, errori, la stanchezza di una squadra che per una stagione ha combattuto tra mille difficoltà, arrivata alla partita delle partite con le mani sui fianchi e la lingua di fuori. E la storia questa volta, a fine partita, per la Roma è un “silenzio duro da masticare”, come canta il romanista De Gregori, davanti alla gioia degli spagnoli che quella coppa se la portano a casa e forse neanche loro sanno come. 

MOURINHO: RISULTATO INGIUSTO, SIAMO MORTI

La rabbia, la delusione, ma anche l’orgoglio di Josè Mourinho. La Roma ha appena perso la finale di Europa League contro il Siviglia, al termine di una partita tesa, dura, in cui la direzione arbitrale ha fatto molto discutere e che il tecnico portoghese ha così giudicato: “Sembrava spagnolo”. “L’avevo detto: usciamo di qui con la coppa o morti. Siamo stanchi fisicamente e mentalmente. Siamo morti perché il risultato è ingiusto- ha detto a Sky- Ci sono stati tanti episodi di cui parlare. Arriviamo stanchi e orgogliosi, tu puoi perdere partita di calcio ma non la dignità e la professionalità. Ho vinto 5 finali europee ma perdo questa. Ma sono orgoglioso”. Come squadra, ha detto ancora il tecnico portoghese, anche riferendosi alle lacrime di Dybala a fine gara, “siamo attaccati alla maglia, prendiamo le cose con serietà e umiltà. Lavoriamo tanto e diamo tutto. Ognuno reagisce in modo diverso. Uno piange, un altro no. Siamo tutti tristissimi, con pianto o senza la verita è questa. Siamo morti di stanchezza, e sentiamo che il risultato è ingiusto: ingiustizia per esempio è che Lamela doveva prendere il secondo giallo, e invece è stato uno di quelli che hanno tirato i calci di rigore…”.

MOURINHO: SE RESTO? FINO A LUNEDì SICURO

Josè Mourinho e il futuro, un dilemma che ancora non si è risolto. Forse perché aspetta la società, con cui potrebbe parlare da qui a lunedì, ovvero il giorno dopo l’ultima partita di questa stagione. Dopo la delusione per la cocente sconfitta con il Siviglia in finale di Europa League, il tecnico portoghese ha parlato a Sky e Dazn del suo futuro: “Vado in vacanza lunedì, se fino a lunedì abbiamo tempo di parlare sì– ha detto- Altrimenti vado in vacanza e si vedrà, con questi ragazzi devo lottare per loro e anche dire obiettivamente che rimango”. Ha confermato di aver parlato con la società a dicembre, dopo il contatto avuto con il Portogallo per allenare la nazionale. Da allora più nulla: “Sono serio- ha detto Mourinho- ho detto qualche mese fa che se avessi un contatto con un club lo direi alla proprietà, non farei niente di nascosto, ho parlato a dicembre con la società quando c’era il Portogallo, ad oggi non ho parlato con nessuno perché non c’è nessuna squadra. Ho un altro anno di contratto con la Roma, la situazione è questa”. A Dazn ha poi risposto con una battuta ad una domanda sul suo futuro: “Resto? Fino a lunedì sicuro”. 

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