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Giornata dei genitori, la storia di Silvia: “Abbiamo 9 figli, il nostro equilibrio si fonda sull’autonomia”

"Dall'auto ai viaggi, il nostro target viene ignorato"

Pubblicato:01-06-2022 18:51
Ultimo aggiornamento:01-06-2022 18:51

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ROMA – Silvia e suo marito hanno 9 figli. Nella Giornata mondiale dei genitori, lei ci racconta la giornata tipo di una famiglia numerosa e le difficoltà, non solo economiche, che incontrano per organizzare magari una vacanza. “Sin da piccoli, i nostri figli sono abituati ad essere molto autonomi, così da alleggerire il carico di lavoro mio e di mio marito, a partire dalle cose che si fanno la mattina quando bisogna uscire per andare a scuola. Ad esempio, già a 3 anni imparano a vestirsi e lavarsi i denti da soli. A partire dai 6 anni fanno colazione da soli. Da quando abbiamo cambiato casa e abitiamo sullo stesso marciapiede della scuola, i tre più grandi vanno e tornano da scuola da soli, quelli che frequentano le elementari vanno da soli e all’uscita andiamo a prenderli, mentre i due che vanno alla materna li portiamo e li riprendiamo. Il più piccolo, che è nato a dicembre scorso, ancora non va al nido. Nelle nostre intenzioni, la sera vorremmo lasciare tutto pronto per tutti e nove, ma non succede mai, solo i figli più grandi riescono a preparare le loro cose autonomamente. E così ogni mattina c’è un grembiule macchiato, una scarpa che manca e lì sono tutti chiamati a cercare la scarpa mancante, altrimenti non possiamo uscire!”.

Nel pomeriggio, iniziano gli incastri tra chi esce prima e chi dopo da scuola, chi ha compiti da fare e chi no, chi studia in autonomia e chi, invece, ha bisogno di essere seguito perché più piccolo. Poi ci sono le attività sportive che, per il momento, coinvolgono 6 dei nove figli di Silvia. “I bambini non sono totalmente liberi di scegliere l’attività che preferiscono, ma sono vincolati a scegliere quello che viene offerto da una stessa struttura negli stessi giorni e nelle stesse ore in cui vanno gli altri. Per cui 4 dei 5 figli maschi fanno rugby, due fanno arrampicata. Loro lo sanno sin da quando affrontiamo questo discorso e sono consapevoli che potranno scegliere quello che preferiscono quando saranno autonomi negli spostamenti. Abbiamo incontrato difficoltà anche con le società sportive che con 5 bambini iscritti non ci hanno fatto neanche un minimo di sconto o hanno distribuito i fratelli su giorni e orari diversi per la stessa attività, invece di accorparli”.

Siamo ormai quasi in estate, come si viaggia con 9 figli?


“Bisogna prima di tutto trovare un luogo che sia in grado di ospitare una famiglia così numerosa e posso garantire che non esistono. Dalla Val d’Aosta alla Sardegna, nessuna struttura ricettiva turistica è attrezzata o ha offerte per famiglie con più di 4 figli. Le uniche offerte sono per gruppi da 10, ma non gruppi famiglia, per cui ti fanno il prezzo a persona. Anche affittare case dimensionate per 11 persone non è facile. Il più delle volte si fanno ricerche attraverso la rete di amicizie e conoscenze. Da un paio di anni abbiamo trovato un convento in Molise che ha degli stabili adibiti per ospitare gli scout. Ma anche lì siamo sottoposti alle prenotazioni dei gruppi scout e possiamo prendere le ferie solo dopo aver verificato la disponibilità della struttura. Così- scherza, ma neanche troppo, Silvia- aspettiamo la provvidenza e qualche volta ci è capitato di restare a Roma tutta l’estate. Anche in questi casi con tante difficoltà- racconta- Per esempio, nei parchi acquatici o tematici non possiamo accedere alle offerte per le famiglie perché sono pensate per massimo 4/6 persone, ma nemmeno a quelle per i gruppi perché anche se raggiungiamo il numero non possiamo essere considerati un gruppo dato che apparteniamo allo stesso nucleo familiare”.

Poi ci sono le difficoltà per gli spostamenti. “Abbiamo provato ad andare in Sicilia con l’aereo, avendo trovato un’offerta a 5 euro a persona, ma per prenotare bisogna far sedere un adulto con due bambini, quindi viaggiando solo con mio marito avremmo potuto far sedere accanto a noi solo 4 dei 9 figli. Essendo tutti minorenni, per gli altri non c’è la possibilità di prenotare magari la fila di posti.

Da sorella maggiore di quattro sorelle, Silvia tiene a sottolineare che ci sono tante piccole cose quotidiane che in passato erano normali e si lasciava che i figli facessero, mentre oggi non è più così. “Quando avevo 14 anni non solo andavo e tornavo da sola da scuola, ma andavo a prendere anche mia sorella che ne aveva 7 e faceva le elementari. Oggi questo non è possibile, i ragazzi possono andare a prendere i fratelli a scuola solo dopo aver raggiunto la maggiore età e anche per consentire loro di andare a scuola autonomamente, mentre sono ancora minorenni, bisogna riempire tantissimi moduli di autorizzazioni. I figli sono eccessivamente protetti e non gli si dà sufficiente fiducia, non considerando che i bambini e gli adolescenti hanno un fortissimo spirito di conservazione e sopravvivenza. Se si consentisse loro di fare alcune cose, crescerebbero come siamo cresciuti tutti noi. Lasciare che sviluppino la loro autonomia sin da piccoli è molto importante ed è un bagaglio che poi si ritrovano per il resto della vita”.

Con tanti figli, molti piccoli, si riesce a lavorare entrambi?

“Mio marito lavora full time, io sono una docente precaria e questo mi consente di iniziare a lavorare in autunno inoltrato, quando ho terminato con gli inserimenti nelle nuove scuole e ho sistemato tutti i figli. Iniziare a lavorare a settembre sarebbe molto difficile”.

In queste ultime settimane si parla tanto di assegno unico universale e Family Act. Sono misure che tengono conto delle famiglie numerose, ci sono aiuti concreti da parte dello Stato per chi ha tanti figli?

“A livello fiscale ci sono sicuramente delle agevolazioni, soprattutto da quando è stato rimodulato il quoziente familiare. Inoltre, avendo un bambino con la 104 questo ci permette di avere delle maggiorazioni che, a caduta, coinvolgono anche gli altri figli. Con l’assegno unico abbiamo avuto un vantaggio, ma altre famiglie mi hanno detto che questi vantaggi diminuiscono col crescere dei ragazzi. Lo scorso anno, ad esempio, abbiamo ottenuto il bonus per l’attività sportiva e abbiamo recuperato 1.200 euro”

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