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Aeroporti, persi 45 milioni di passeggeri in tre mesi: “Governo agisca e non pensi solo ad Alitalia”

L'allarme del presidente di Assaeroporti: "Alcuni scali, soprattutto quelli minori, sono a rischio sopravvivenza. Tutelare investimenti"

Pubblicato:01-06-2020 14:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:25

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BOLOGNA – Da marzo a maggio gli aeroporti italiani, bloccati dalla pandemia, hanno perso 45 milioni di passeggeri: 12 milioni a marzo, 16 ad aprile e 17, stando alle prime proiezioni, a maggio. “È il peggior calo di sempre, siamo in presenza di tre mesi di blocco totale del trasporto aereo“, sottolinea il presidente di Assaeroporti, Fabrizio Palenzona. I provvedimenti finora adottati dal governo per far fronte alla situazione “hanno completamente trascurato i gestori aeroportuali”, è la protesta degli scali nazionali, costretti a chiedere la cassa integrazione per oltre 10.000 dipendenti.

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“Le prossime settimane saranno decisive per porre le basi della ripartenza di un settore strategico per il nostro Paese. I correttivi al decreto Rilancio, le misure che saranno inserite nel decreto Semplificazioni e i prossimi decreti sono le ultime occasioni per garantire la mobilità del Paese, ripristinare i collegamenti con l’Europa e il mondo e conservare migliaia di posti di lavoro. Non possiamo lasciarci sfuggire questa occasione: il danno sarebbe irrecuperabile“, avverte Palenzona. Insomma, il settore attraverso un momento delicato. Per questo guarda agli interventi su Alitalia con grande preoccupazione.


“NON C’È SOLO ALITALIA, O RISCHIO È RITORNO A TURISMO D’ELITE”

“Assaeroporti accoglie favorevolmente la scelta di rilanciare Alitalia, ma sottolinea fermamente come l’eventuale adozione da parte del Governo di misure protezionistiche e selettive, tese a disincentivare la presenza di compagnie low cost nel nostro Paese, determinerà un cambio di scenario e il ritorno ad un trasporto aereo d’élite“, ammonisce l’associazione. “Una circostanza negativa che si è già verificata 15 anni fa quando, con la legge sui requisiti di sistema, si tentò di salvare Alitalia con i risultati nefasti che sono sotto gli occhi di tutti”, ricordano gli scali. 

“A maggior ragione oggi che Alitalia rappresenta non il 50% del traffico passeggeri, ma circa il 13% del totale, si corre solo il rischio di danneggiare pesantemente il trasporto aereo nel suo complesso“, avvertono le società di gestione.

“ASSICURARE LA CONCORRENZA”

L’associazione degli aeroporti italiani, dunque, chiede al governo di assicurare “un mercato concorrenziale che garantisca la mobilità di passeggeri e merci”. Quello del trasporto aereo è un settore determinante per la ripresa socio economica dell’Italia, che “deve essere sostenuto attraverso misure a favore dell’intera filiera”. In particolare, occorre mettere a disposizione delle imprese aeroportuali “risorse accessibili, attraverso la creazione di un fondo dedicato che compensi i gestori e gli altri operatori del settore per i danni subiti e consenta di ripartire guardando al futuro”.

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La crisi, infatti, sta avendo un forte impatto sul settore e rischia di compromettere la realizzazione dei piani di investimento previsti. “Alcuni scali, soprattutto quelli di minori dimensioni che svolgono un ruolo importante per lo sviluppo dei territori e per la mobilità di cittadini e imprese, sono a rischio sopravvivenza. Migliaia di posti di lavoro sono in pericolo così come un’enorme fetta dell’indotto turistico”, conclude Assaeroporti.

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