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Bambini e sport, ecco la guida Sip in aiuto ai genitori

Aiuta il fisico, influenza positivamente il carattere, e' un potente moltiplicatore di esperienze sociali

Pubblicato:01-06-2019 12:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:21
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ROMA – Aiuta il fisico, influenza positivamente il carattere, e’ un potente moltiplicatore di esperienze sociali: per questo lo sport nella vita dei bambini deve essere parte integrante del processo di crescita. Sin da piccolissimi. Parola di pediatri, ma non solo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ la salute e’ uno stato di benessere fisico, mentale e sociale e praticare una regolare attivita’ fisica, con uno stile di vita sano, e’ fondamentale per godere di un ottimo stato di salute.

A tutte le eta’. Eppure i dati non confortano. I risultati dell’indagine ‘Okkio alla Salute’ (Sistema di Sorveglianza del Ministero della Salute) confermano che esiste una quota importante di bambini sedentari: il 33,8% dei piccoli in eta’ scolare (6-10 anni) non dedica piu’ di un giorno a settimana allo svolgimento di attivita’ fisica strutturata e ben 1 su 4 (23,5%) non dedica piu’ di un giorno a settimana allo svolgimento di giochi di movimento.

Circa il 21% dei bambini italiani e’ in sovrappeso e il 9% e’ obeso. Rispetto a comportamenti che favoriscono la sedentarieta’ ben il 44% dei bambini ha la Tv nella propria camera da letto, il 41% trascorre piu’ di 2 ore al giorno davanti a Tv/videogiochi/tablet/ cellulari, solo 1 su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta. E quando si cresce non va meglio: dopo i 14 anni il 20% dei maschi e il 40% delle ragazze interrompe la pratica dello sport.


‘La pratica di un’attivita’ fisica regolare in eta’ pediatrica- sottolinea il Presidente della Societa’ Italiana di Pediatria, Alberto Villani- costituisce un’importante forma di prevenzione per arginare le malattie cardiovascolari, respiratorie croniche, diabete e obesita’ e malattie metaboliche in eta’ adulta. Promuovere e facilitare l’attivita’ fisica nei bambini richiede una pluralita’ di azioni che devono coinvolgere diversi attori: oltre alla figura del pediatra, anche lo stile di vita dei genitori e la scuola hanno un ruolo fondamentale nell’incoraggiare le famiglie e i bambini ad adottare uno stile di vita attivo’.

Ma l’attivita’ motoria non e’ solo salute in senso stretto. ‘Attivita’ fisica e corretti stili di vita in eta’ evolutiva- aggiunge Giancarlo Tancredi, pediatra – medico dello sport, Dipartimento di Pediatria, Sapienza Universita’ di Roma- promuovono l’avvio di comportamenti sociali virtuosi, il rispetto delle regole e degli avversari, migliorano le capacita’ di apprendimento e l’adattabilita’ degli adolescenti agli impegni quotidiani, favoriscono un buon controllo emotivo, una migliore autostima e aumentano la capacita’ di socializzazione’.

Se, in generale, appare abbastanza chiaro a tutti i genitori che praticare uno sport e’ necessario per la loro crescita armonica e in salute, spesso le idee diventano confuse quando si tratta di scegliere lo sport giusto a seconda dell’eta’, stabilire quanto tempo e’ necessario dedicarvi compatibilmente con gli orari della scuola e lo studio. Ecco perche’ gli esperti della Societa’ Italiana di Pediatria hanno redatto una guida per avviare allo sport i bambini che sara’ presentata in occasione del 75esimo Congresso della Societa’ Italiana di Pediatria che si apre il 29 maggio a Bologna.

LA GUIDA SIP ALLO SPORT PER I BAMBINI – COME E QUANDO: LO SPORT GIUSTO A OGNI ETA’

‘La premessa e’ che lo sport deve rispettare le inclinazioni del bambino, non ne esiste uno migliore in assoluto, e’ importante che l’attivita’ piaccia al bambino, che sia varia e divertente, preferibilmente all’aria aperta o in un ambiente non inquinato’, consiglia Attilio Turchetta, medico sportivo, esperto Sip per le attivita’ sportive, responsabile Uosd Medicina dello Sport, Ospedale Pediatrico Bambino Gesu’ Roma.

Per garantire uno sviluppo armonico del bambino lo sport dovrebbe differenziarsi a seconda della fascia d’eta’, ‘privilegiando nei primi 4-5 anni di vita sport che favoriscono la conoscenza del proprio corpo nello spazio, fino ai 7-8 anni le attivita’ individuali quali atletica leggera (marcia, corse, salti, lanci) o ginnastica che aiutano a migliorare la coordinazione neuromotoria e in seguito sport di squadra e discipline piu’ specializzate.

Importante ricordare che nel caso di sport che sollecitino in modo particolare la schiena, come la danza e la ginnastica artistica, e’ utile abbinare una pratica in grado di ‘compensare’ gli eventuali squilibri di postura’, aggiunge Turchetta.

DAI 3 ANNI – NUOTO

Adatto a tutti i bambini sin da piccoli. E’ uno sport che utilizza tutte le grandi masse muscolari, non espone il bambino a particolari traumi dell’apparato locomotore, non e’ condizionato dal clima e si puo’ praticare in tutte le stagioni. Senza dimenticare che in un Paese come l’Italia con ben 8000 km di coste saper nuotare e’ importante anche per l’acquisizione e lo sviluppo della sicurezza in acqua. Inizio dell’attivita’ agonistica: 8 anni.

DAI 4 ANNI – SCI

Si puo’ iniziare gia’ da piccoli perche’ il bambino ha un baricentro basso, una notevole stabilita’ e apprende con facilita’ le manovre di conduzione degli sci. Si pratica all’aria aperta, in ambiente a ridottissimo inquinamento, a stretto contatto con la natura. Il bambino piccolo pero’ ha uno scarso senso del pericolo, anche per questo motivo e’ assolutamente necessario che l’istruttore sia qualificato ed esperto. Inizio dell’attivita’ agonistica: 11 anni.

DAI 5 ANNI – GINNASTICA ARTISTICA-RITMICA

Esalta la coordinazione neuromuscolare e il controllo del corpo. Crescendo richiede anche una notevole forza muscolare. Poiche’ l’eta’ agonistica e’ precoce, i carichi di lavoro e la durata delle sessioni di allenamento possono essere gravose. Non e’ vero che questi sport fanno rimanere bassi. Inizio dell’attivita’ agonistica: 8 anni.

DAI 5 ANNI – ATLETICA LEGGERA

Correre, saltare, lanciare sono le normali attivita’ di gioco del bambino utilizzate nell’atletica leggera che sono poi alla base di tutte le attivita’ sportive. Sport che utilizza tutti i gruppi muscolari, si pratica all’aria aperta quando il clima lo permette. Si puo’ iniziare, sotto forma di gioco dai 5 anni. Inizio dell’attivita’ agonistica: 12 anni.

DAI 6 ANNI – CALCIO

Sua maesta’, in Italia e non solo. Preferito dai maschi ma praticato con successo e soddisfazione anche dalle ragazze. Si inizia con il minicalcio con campo ridotto, porte piu’ piccole e senza caratterizzazione di ruoli. Fondamentalmente si tratta di sessioni di atletica e tecnica calcistica in forma di gioco.

Dagli 8-10 anni gli allenamenti si fanno piu’ strutturati integrando sempre un’attivita’ per gli arti superiori che non devono essere ‘dimenticati’. Calcio e atletica dovrebbero essere un binomio inscindibile. Inizio dell’attivita’ agonistica: 12 anni.

DAI 6 ANNI – RUGBY

Non e’ uno sport violento e i traumi sono simili a quelli che si riportano in altri sport. Fino ai 12 anni il contatto, placcaggi e mischie sono regolamentati per evitare i traumi. Ha una grande caratterizzazione sociale, lo spirito di squadra viene coltivato, il rispetto dell’avversario e’ una componente essenziale. E’ uno sport che non termina al fischio dell’arbitro, ma continua a dare i suoi benefici anche nella vita. Inizio dell’attivita’ agonistica: 12 anni.

DAI 6-7 ANNI – ARTI MARZIALI

Sviluppano il controllo muscolare, la coordinazione, la tecnica del respiro. C’e’ molta attenzione al rispetto delle regole e dell’avversario. Sviluppano armonicamente tutti i gruppi muscolari. Adatte a femmine e maschi. Inizio dell’attivita’ agonistica: 12 anni.

DAI 6-7 ANNI – BASKET-PALLAVOLO

Si praticano di solito in palestra, ma con la bella stagione si puo’ uscire all’aperto. Sviluppano tutti i gruppi muscolari ed esaltano la coordinazione neuromotoria. Non e’ vero che questi sport fanno diventare piu’ alti. Inizio dell’attivita’ agonistica: basket 11 anni; pallavolo 10 anni.

DAI 7-8 ANNI – TENNIS-SCHERMA

Questi sport richiedono l’uso di un attrezzo, la racchetta o l’arma come finalizzatore. Per questo motivo l’eta’ di inizio dovrebbe essere intorno ai 7-8 anni, anche adattando l’attrezzo alla forza muscolare. In questi sport, il binomio con la preparazione atletica e’ obbligatorio per correggere eventuali asimmetrie di sviluppo muscolare che potrebbero essere presenti usando prevalentemente un arto superiore. Esaltano la coordinazione e la capacita’ di concentrazione. Inizio dell’attivita’ agonistica: tennis 8 anni; scherma 10 anni.

DAGLI 8 ANNI – CICLISMO

Da non confondere con ‘andare in bicicletta’, il ciclismo e’ uno sport aerobico che sviluppa la funzione cardiorespiratoria e ha necessita’ di un supporto atletico di compenso poiche’ utilizza prevalentemente gli arti inferiori. Si pratica all’aperto e, purtroppo, su strada libera necessita di un attento controllo degli allenatori e di adeguate misure di segnalazione e protezione individuale (casco, abbigliamento rifrangente etc) per evitare incidenti. Indicato per maschi e femmine. Inizio dell’attivita’ agonistica: 13 anni.

QUANTO TEMPO DEDICARE ALLO SPORT

Nuoto, tennis, calcio… e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Non sara’ troppo stanco? Se da un lato vi sono bambini sedentari, dall’altro ci sono piccoli ‘super-sportivi’, impegnati in tantissime attivita’. Ma quanto tempo e’ corretto dedicare allo sport? Quando e’ troppo e quando e’ troppo poco? Secondo le Raccomandazioni internazionali OMS (recentemente riviste) i bambini di 3-4 anni dovrebbero fare almeno 3 ore al giorno di attivita’ fisico-ludica, di cui almeno un’ora al giorno di attivita’ motoria; i bambini e gli adolescenti di eta’ compresa tra i 5 e i 17 anni dovrebbero praticare almeno 60 minuti di attivita’ fisica quotidiana di intensita’ moderata-vigorosa e esercizi di rafforzamento dell’apparato muscolo-scheletrico almeno 3 volte a settimana.

‘La cosa importante e’ che i genitori ascoltino i figli: una riduzione del rendimento, scolastico o sportivo, un certo grado di irrequietezza, qualche litigio in piu’, potrebbero essere semplicemente i sintomi di stanchezza che difficilmente il bambino riferira’ come tale. E’ importante insegnare al bambino che puo’ dire di essere stanco con la consapevolezza che non fara’ un torto a nessuno- aggiunge Attilio Turchetta- Attenzione anche alle fasi di passaggio ai livelli superiori di attivita’ fisica, soprattutto per i bambini con rendimento sportivo elevato: questi traguardi sono un motivo di orgoglio da un lato ma dall’altro lato richiedono un aumento delle richieste fisiche e mentali per adeguarsi al livello superiore’.

LO SPORT NEL BAMBINO CON ASMA

Circa 630 mila bambini con l’asma, ma non privateli dello sport. E’ benefico, con qualche accorgimento. L’attivita’ sportiva nel bambino asmatico, se correttamente utilizzata, costituisce uno strumento terapeutico fondamentale. Per questo motivo permettere al bambino con asma di praticare uno sport rappresenta un obiettivo terapeutico prioritario ribadito anche nelle linee guida Global Initiative for Asthma, Gina 2018 (www.ginaasthma.org).

L’asma e’ una malattia infiammatoria cronica dei bronchi molto diffusa in eta’ pediatrica, colpendo in Italia circa il 10% dei bambini sopra i 6 anni. Numerosi studi hanno dimostrato che la capacita’ cardio-respiratoria del bambino asmatico in buon controllo di malattia e’, a parita’ di allenamento, perfettamente sovrapponibile a quella del bambino sano e che l’allenamento, se correttamente effettuato, puo’ diventare uno strumento efficace di riabilitazione respiratoria. Il bambino asmatico, quindi, non deve rinunciare all’attivita’ sportiva, ma imparare a effettuarla in regime di sicurezza.

‘In questi casi- spiega Diego Peroni, consigliere nazionale Sip e professore ordinario di Pediatria, Universita’ di Pisa- e’ fondamentale istruire bambini e genitori con alcuni suggerimenti, quali svolgere attivita’ fisica all’aperto lontano dalle aree urbane con traffico intenso, evitare le fasce orarie nelle quali gli inquinanti raggiungono il picco di concentrazione nell’aria, privilegiando lo sport la mattina presto o la sera tardi, ma soprattutto raggiungere un buon controllo della malattia, associando allenamento, laddove necessario, a premedicazione farmacologica’.

Quale tipo di sport scegliere nel bambino asmatico? ‘Il nuoto e’ certamente quello meglio tollerato dai bambini asmatici poiche’ l’immersione in acqua favorisce l’espirazione e l’incremento della ventilazione polmonare risulta moderato- spiega Stefania La Grutta, Consigliere Nazionale Simri (Societa’ Italiana Malattie Respiratorie Infantili), Primo Ricercatore Responsabile Unita’ di Ricerca di Epidemiologia Clinica e Ambientale delle Malattie Polmonari e Allergiche Pediatriche dell’Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare (Ibim) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). La lotta, la scherma, il sollevamento pesi presentano un basso rischio per il soggetto asmatico in quanto comportano sforzi intensi, ma brevi e caratterizzati da uno scarso incremento della ventilazione. Gli sport basati sull’uso della palla possono essere praticati complessivamente senza problemi grazie all’alternanza di periodi di intensa attivita’ a fasi con intensita’ ridotta. Al contrario, corsa e ciclismo sono gli sport che possono piu’ frequentemente scatenare crisi asmatiche, anche se con un buon controllo della malattia di base e un adeguato allenamento, possono essere comunque praticati. Assolutamente sconsigliate sono invece le attivita’ subacquee’.

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