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Le regioni alla sfida dell’innovazione: intervista a Giuseppina De Santis, ass. della regione Piemonte

“L’innovazione e il sostegno all’export sono le priorità. E i numeri lo confermano. Ci sono infiniti studi che ci

Pubblicato:01-06-2018 14:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:57
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L’innovazione e il sostegno all’export sono le priorità. E i numeri lo confermano. Ci sono infiniti studi che ci dicono chi è riuscito a sopravvivere alla crisi e chi no”. Giuseppina De Santis è l’assessore alle Attività produttive, Energia, Innovazione e Ricerca della Regione Piemonte.

Un incarico che in questi anni l’ha portata a toccare con mano le conseguenze della rivoluzione tecnologica e digitale in corso e a interfacciarsi in prima persona con il mondo delle imprese e delle categorie produttive: “Nella chiara distinzione dei ruoli creare con loro un rapporto di collaborazione e fiducia è fondamentale”, ha affermato in questa conversazione l’assessore della giunta guidata da Sergio Chiamparino che lunedì prossimo interverrà all’evento organizzato nell’ambito dell’Osservatorio sulle relazioni tra imprese e territori dell’Istituto per la Competitività di cui l’Agenzia Dire è media partner.

De Santis ha subito affermato che, a suo avviso, la politica ai suoi vari livelli, seppur con alcune inevitabili differenze, ha finalmente compreso l’importanza di questo settore per garantire lavoro e sviluppo ai territori. “Ma occorre tenere la barra dritta”, ha sottolineato l’assessore, che poi ha aggiunto: “Questo vuol dire che se l’innovazione è la priorità, è necessario che siano investite di conseguenza le eventuali risorse messe a disposizione in tal senso, senza magari cedere alla tentazione di utilizzare quegli stessi fondi per altre esigenze”.


Anche perché, per produrre risultati concreti da questo punto di vista, c’è bisogno inevitabilmente di tempo: “Il processo è lungo. Si tratta di una sfida che richiede perseveranza. Si scommette sul futuro ma, in Piemonte in particolare, ci sono tutte le condizioni per farlo”.

Il tutto in un’ottica di partecipazione, in un vero e proprio gioco di squadra: “Ovviamente dobbiamo procedere attraverso misure di evidenza pubblica e bandi: non è ipotizzabile un percorso diverso da questo. Ma è chiaro che ciò vada fatto in maniera collaborativa”.

Come peraltro prescrive anche l’Unione Europea a proposito dei fondi strutturali in innovazione e ricerca assegnati con le cosiddette strategie di specializzazione intelligente: “Richiede che le regioni diano prova del meccanismo attraverso cui hanno deciso di investire le risorse e di aver condiviso queste scelte con il sistema degli stakeholders che sono appunto le categorie, le forze economiche, il sindacato, l’università. In parole semplici, i portatori di competenze e di interesse nella materia. Questa previsione in Piemonte l’abbiamo presa sul serio: prima abbiamo svolto un’approfondita fase di ascolto e anche adesso rimaniamo sempre a disposizione per spiegare, precisare e fornire dettagli”.

A questa stessa filosofia risponde, peraltro, anche il lavoro condiviso grazie al quale il competence center proposto dal Politecnico e dall’Università di Torino è arrivato primo nella speciale classifica dei finanziamenti concessi in materia dal ministero dello Sviluppo economico (in totale 73 milioni di euro): “Un risultato che la dice lunga sulla capacità di fare innovazione delle nostre imprese e università. Il merito è certamente loro ma mi lasci dire anche della Regione, che ha lavorato sui bandi e investito in questo senso”.

E che ha anche esercitato il suo ruolo di cerniera del sistema con l’obiettivo di favorire l’ingresso nel mondo del lavoro dei più giovani: “Siamo già a 500 assunzioni ma confidiamo che questo numero possa raddoppiarsi nei prossimi due anni”. Nello specifico, si tratta di 330 assunzioni a tempo indeterminato in alto apprendistato da parte delle aziende e 90 da parte degli organismi di ricerca, cui sommare 30 contratti triennali e 60 stabilizzazioni di personale.

In questo contesto – come emerge pure dal rapporto I-Com sull’economia del Piemonte che sarà presentato lunedì – sono anche da rilevare le ottime performance fatte registrare dalla regione a proposito degli investimenti in ricerca e sviluppo.

Almeno se si considera l’impegno in tal senso delle imprese: “In Piemonte l’investimento privato in ricerca ha una grande tradizione e numeri storicamente elevati. Lo stesso, però, non può dirsi per il pubblico: la ricerca nazionale da queste parti investe poco. Non mi riferisco al ministero dello Sviluppo economico con cui in questi anni abbiamo lavorato molto, ma ai grandi enti di ricerca che obiettivamente fanno più fatica. Ma non dobbiamo arrenderci”.

Perché i risultati arrivino – ha infine concluso De Santis – occorre però che vi sia anche un continuo coordinamento tra i vari livelli di governo coinvolti: “Unione Europea, Stato, Regione e Comuni devono perseguire strategie condivise. I primi tre soggetti hanno risorse e competenze specifiche in tema di innovazione mentre le amministrazioni comunali no. Ma nell’ecosistema dello sviluppo è fondamentale che vi sia anche la loro partecipazione”.

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