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Ucraina, il pacifista tedesco: “Tocca all’Europa, gli Usa sono un problema”

Intervista a Martin Koehler, a lungo consigliere del gruppo dei Verdi al Parlamento Ue, soprattutto testimone di 40 anni di movimenti per la pace

Pubblicato:01-04-2022 13:47
Ultimo aggiornamento:03-04-2022 16:42

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ROMA – “La questione vera oggi è la sicurezza umana e ad affrontarla deve essere l’Europa, prendendo atto che gli Stati Uniti di Joe Biden sono un problema perché con loro gli interessi divergono“. A parlare con l’agenzia Dire è Martin Koehler, a lungo consigliere del gruppo dei Verdi al Parlamento Ue, soprattutto testimone di 40 anni di movimenti per la pace. L’occasione dell’intervista è la carovana organizzata da oltre 20 ong e associazioni italiane, in partenza oggi per la città di Leopoli (L’viv) per dire basta al conflitto in Ucraina e chiedere di puntare con decisione sulla diplomazia.

“Mi sarei voluto unire agli amici italiani ma ci sono state troppe adesioni e non c’era posto” dice Koehler, cittadino tedesco e sguardo sul mondo. Cita in particolare l’associazione Papa Giovanni XXIII e la campagna Sbilanciamoci, che in settimana ha pubblicato un ebook per costruire “alternative alla guerra” in Ucraina. Prima di tutto, però, c’è una nota positiva. “Mi sembra che rispetto anche a solo una settimana fa in Europa e anche in Italia il dibattito si stia aprendo a una riflessione, difficile perché le domande sono difficili, ma indispensabile per giungere a una soluzione” sottolinea Koehler.

Convinto che perfino lo scontro sul pagamento in rubli delle forniture di gas naturale chiesto da Mosca a Paesi “ostili”, come la Germania o l’Italia, che stanno fornendo armi all’esercito di Kiev, possa in realtà favorire una via d’uscita. “Il conflitto è nelle cose ma a un certo punto la tensione deve essere fatta scendere” sottolinea Koehler. “Che la crisi finisca per investire l’economia arrivando nel cuore dell’Europa e non restando confinata alle regioni teatro dei combattimenti, con lutti che riguardano ‘solo’ gli ucraini, può essere il punto di svolta”.


La tesi è che la risposta non debba essere una ulteriore escalation, anche sul metano, con nuove sanzioni nei confronti di Mosca. “Spero che il decreto di Vladimir Putin sul gas possa essere revocato e che da parte europea si cominci a rivedere il rapporto con la Russia” riprende Koehler.

È a questo punto che si parla degli Stati Uniti e delle “divergenze” di interessi con l’amministrazione Biden, un riferimento chiave per il governo ucraino del presidente Volodymyr Zelensky sia sul piano politico che su quello militare, con forniture belliche che in poco più di un anno hanno raggiunto un valore di due miliardi di dollari. “La questione vera oggi non è come vincere la guerra ma come arrivare alla sicurezza umana, che comprende sia la coraggiosa resistenza civile in Ucraina sia la coraggiosa protesta nelle strade della Russia contro il conflitto” insiste Koehler. Che continua: “Democrazia, multilateralismo e cooperazione si contrappongono in modo naturale ai nazionalismi e ai capitalismi clientelari delle nuove destre, che si chiamino Putin, Narendra Modi o Jair Bolsonaro”.

Ma di fronte a questa sfida, e oggi rispetto a Mosca, l’Europa come devi porsi? “E’ necessario che tratti a tutti i livelli, anche con nuovi formati, come Ue, come Consiglio d’Europa o come Osce, mettendosi in azione perché con Washington gli interessi non sono coincidenti e non è più tempo di andare avanti alla cieca“.

Finora gli errori sarebbero stati differenti, anche da parte dell’Italia. “Il vostro presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto una politica quasi allineata a quella degli Stati Uniti” denuncia Koehler. “Al contrario, dovrebbere prendere atto che esiste una spaccatura e che le organizzazioni europee devono assumere il ruolo di protagonista”.

Si torna ancora ai rubli. Paradossalmente, dalla richiesta russa potrebbe venire una spinta a ricercare una via d’uscita. Nella consapevolezza, annota Koehler, che una base di partenza per le trattative già esiste. “I 15 punti abbozzati dal Financial Times sono sul tavolo già da dieci giorni” dice l’attivista, in riferimento alle rivelazioni del giornale su un piano di trattativa che prevederebbe un ritiro russo in cambio di garanzie di neutralità da parte di Kiev. “Se a metà aprile il decreto di Putin sul gas sarà applicato sul serio – azzarda Koehler – arriverà magari anche il momento di sedersi a un tavolo per davvero”.

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