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A Pescara incentivi per non abortire: insorgono i giovani democratici

"Per la Destra le donne sono persone fragili, non autonome e, a quanto pare, facilmente corruttibili rispetto a scelte di vita così importanti"

Pubblicato:01-04-2021 12:50
Ultimo aggiornamento:01-04-2021 13:45

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PESCARA – È bufera sulla mozione approvata ieri dalla maggioranza di centrodestra in Consiglio comunale a Pescara con cui si è deciso di stanziare incentivi economici per le donne che scelgono di non abortire. Una mozione firmata da Fabrizio Rapposelli (FdI) e contro cui hanno votato Pd e M5s. “È gravissimo e degradante– afferma oggi in una nota il segretario regionale dei Giovani Democratici, Claudio Mastrangelo– che per l’ennesima volta in questa consiliatura la destra utilizzi dei mezzucci mascherati da falsi buoni sentimenti per attaccare in maniera reazionaria la legge 194 e la libera scelta delle donne. Se si vuole stare davvero dalla parte delle donne e contemporaneamente incentivare la natalità in calo, piuttosto da una parte si incentivino i consultori e le iniziative di educazione sessuale nelle scuole per formare una consapevolezza alla sessualità nelle giovani generazioni, e dall’altra si proceda a una verifica dell’adeguatezza della spesa sociale del Comune per le famiglie pescaresi, come ampiamente chiesto dal centrosinistra a fronte della crisi generata dalla pandemia”.

Sulla stessa linea il segretario provinciale Lorenzo Marinari: “La destra di FdI cerca di nascondere l’intento di aggredire la legge sull’aborto con il contrasto alla denatalità- afferma- Vanno adottate misure concrete e strumenti adatti al sostegno alle nascite, non iniziative che umiliano coloro che ricorrono all’aborto. Non possiamo permetterlo- continua Marinari- per rispetto verso le donne di oggi e di ieri e verso le battaglie condotte e che continueremo insieme a condurre per ridurre ogni tipo di disparità”.

Critiche arrivano anche da Irene Bizzarri, vicesegretaria regionale dei Giovani Democratici e responsabile per le politiche di genere. “I tentativi di disincentivare la libera scelta sull’aborto attraverso una somma di denaro sono deplorevoli e richiamano l’immagine che della donna ha la destra. Per loro, le donne sono persone fragili, non autonome e, a quanto pare, facilmente corruttibili rispetto a scelte di vita così importanti. Fratelli d’Italia, che governa oltre che a Pescara anche in Regione- incalza-, dovrebbe preoccuparsi piuttosto di applicare la Legge 194 garantendo a tutte le donne la possibilità di decidere sul proprio corpo, dato che in Abruzzo questa possibilità è negata dalla mostruosa percentuale dell’80,7% di ginecologi obiettori di coscienza”.


E ancora il segretario del circolo di Pescara Area metropolitana Walter Verrigni per il quale “la mozione Rapposelli è solo una misura spot utile alla propaganda antiabortista. Per contrastare la denatalità- dichiara- se i consiglieri di maggioranza avessero un po’ di onestà intellettuale, punterebbero a incentivare l’occupazione femminile e a porre in essere misure di sostegno alle famiglie in difficoltà integrando e potenziando quanto già previsto a livello nazionale, invece che puntare sulla propaganda reazionari”. Infine

la vicesegretaria provinciale Alice Colangeli: “La correlazione fra aborto e denatalità, peraltro, è una fantasia creata dalla propaganda dell’estrema destra. L’aborto non è un comportamento da stigmatizzare e disincentivare economicamente, ma anzi la libertà delle donne di avere o non avere un figlio è l’unico mezzo che consente davvero a chi nasce di crescere in un ambiente familiare sano e idoneo sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista sociale sia soprattutto dal punto di vista dell’amore. Sul corpo e sulla vita delle donne devono decidere le donne, e non il Comune di Pescara”.

Tra i primi a commentare ieri l’accaduto, il consigliere comunale Giovanni Di Iacovo che sulla sua pagina Facebook ha scritto: “Un sostegno economico ma se rinunci ad abortire. Inquietante dibattito questa mattina in Consiglio comunale dove la maggioranza si è approvata una mozione che, partendo dal presupposto che (parole testuali) ‘e’ noto che una parte consistente degli aborti avviene per ragioni di povertà materiale e che la crisi Covid aggraverà questa situazioné, impegna il Comune a dare incentivi economici a chi è ‘in procinto di abortire’ ma ci ripensa. Prosegue la scomposta serie di attacchi per ‘revisionare’ la 194- ha aggiunto- e la libertà di scelta banalizzando temi importanti che secondo loro possono essere risolti offrendo una manciata di euro. E pensare che oggi è il 75esimo anniversario della prima volta che le donne hanno potuto votare nella città di Pescara”.

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