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Il virologo: “Il Covid-19 non è mutato, ma è pronto a colpire di nuovo”

"Stiamo vincendo la partita, ma non possiamo metterci in difesa, dobbiamo continuare a giocare all'attacco", dice Massimo Andreoni, virologo del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Societa' italiana di malattie infettive

Pubblicato:01-04-2020 07:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:03

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ROMA – Massimo Andreoni, virologo del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Societa’ italiana di malattie infettive, e’ stato ospite del programma ‘L’imprenditore e gli altri’ condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Universita’ Niccolo’ Cusano e presidente della Societa’ delle scienze umane, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt). 

I numeri dell’epidemia

“E’ sempre difficile prevedere il futuro, pero’ i dati ci indicano che stiamo facendo la cosa giusta, mettendo in difficolta’ il virus. La sensazione e’ che stiamo finalmente raggiungendo il famoso picco, che sta a indicare che iniziera’ la discesa, un periodo in cui ci saranno sempre meno infezioni, meno morti e piu’ persone che guariscono. Dobbiamo continuare a soffrire ancora un po’, ma stiamo soffrendo per ottenere un grande successo. I dati ci dicono che il Covid non sta cambiando, non si sta modificando in bene, quello che stiamo ottenendo e’ grazie a noi, non grazie a lui. Anzi, lui e’ pronto a colpire ancora altre persone e finche’ avra’ persone da colpire continuera’ a girare tra di noi. Siamo noi che lo stiamo fermando. I virus hanno bisogno di persone da poter infettare, per passare da una persona all’altra, questo e’ l’unico modo che hanno per vivere. Se noi interrompiamo troppo presto quello che stiamo facendo rischiamo di vanificare tutto. Stiamo vincendo la partita, ma non possiamo metterci in difesa, dobbiamo continuare a giocare all’attacco, altrimenti rischiamo di pareggiare e poi di perdere. La guerra la stiamo vincendo, ma invito tutti alla prudenza, vanificare tutto il lavoro fatto per riprendere una vita normale 3-4 giorni prima sarebbe un grande errore. In epidemiologia si ragiona spesso in modo logaritmico. Se c’e’ una persona infetta che continua a girare rischia di infettarne due, e quelle due rischiano di contagiarne 4. Dobbiamo avere un meccanismo talmente attento e pronto a catturare immediatamente i singoli infetti per isolarli immediatamente. Non e’ necessario arrivare allo zero, ma a un punto in cui il sistema sia controllabile. Se arriviamo a un sistema ben controllato, come ha fatto la Cina, potremmo iniziare a riaprire un pochino le porte di casa, a ritornare a vivere con piu’ tranquillita’, ma facendo sempre grande attenzione”.

Sui test rapidi, Andreoni ha detto: “Anche noi a Tor Vergata stiamo iniziando a studiare questi test rapidi, che sono un vantaggio per tutti. Noi oggi usiamo un tampone che ha un tempo di esecuzione che si avvicina alle 4 ore. Questi test rapidi danno risposte in 45 minuti, addirittura i nuovi anche in 15 minuti. In termini di gestione del problema e’ completamente diverso poter avere un test che in 15 minuti ti da’ un risultato. Sono un enorme passo avanti in termini di controllo di malattia, speriamo che funzionino”. 


I tempi di comparsa dei sintomi

“Questo e’ un virus che non segue una regola matematica per manifestarsi. Questo virus ci puo’ mettere dai 2 ai 14 giorni. Nei primi 7 giorni manifestano la malattia il 60-70% delle persone. Se entro 14 giorni la malattia non si e’ manifestata, possiamo dire che al 99,9% la persona non e’ stata infettata dal virus. Certo, e’ un virus un po’ furbo perche’ mettendoci cosi’ tanto tempo ci mette piu’ in difficolta’”. 

Il centro Covid a Tor Vergata

L’organizzazione non solo mi soddisfa, ma mi entusiasma. E’ una grande operazione, un ospedale con 200 posti letto per pazienti Covid, 40 posti letto di terapia intensiva. E’ stata un’impresa epica, eccezionale. Trovo forza ogni giorno vedendo i giovani medici e gli infermieri che sono un qualcosa di commovente. Stiamo dando una grande risposta alla citta’ di Roma, stiamo ottenendo grandi plausi da parte di tutti quanti, questo mi riempie di gioia. L’afflusso dei pazienti non aumenta e questa e’ una buona notizia per tutti i romani e i cittadini della Regione Lazio”.

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