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Diritti, il 9 maggio arriva la marcia per la cittadinanza

Una grande marcia per rivendicare il diritto alla cittadinanza per i bambini cresciuti in Italia. Dopo il 9 maggio e fio al 2 giugno, tante iniziative e dibattiti per riportare al centro il tema dello ius soli e dei diritti

Pubblicato:01-04-2019 07:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:18

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ROMA – Il movimento ‘Attivismo, italiani di origine diversa, discriminazioni‘ – a cui aderiscono immigrati, figli di migranti nati in Italia e italiani – annuncia per il 9 maggio una marcia dei diritti, a cui seguiranno fino al 2 giugno una serie di iniziative che riportino in Parlamento il tema della riforma dello Ius Culturae. Come scrivono gli organizzatori in una nota, attraverso manifestazioni, flashmob, dibattiti, cineforum e interviste, si vuole costruire un percorso che per venti giorni riporti il tema della cittadinanza al centro dell’attenzione.

“Vogliamo una legge di cittadinanza per i bambini e le bambine cresciute qui che vivono una discriminazione burocratica partendo dalla scuola dell’obbligo” si legge ancora. “Dopo l’accantonamento della riforma sullo ‘Ius soli temperato’ (‘Ius Culturae’) da parte del governo Gentiloni nel dibattito politico italiano, sembra che questa tematica – che ha rappresentato per troppo tempo un tabù – sia ritornata ora visibile solo a causa di un evento che, fortunatamente, si è concluso senza vittime né spargimento di sangue che ha coinvolto italiani di origine diversa alcuni dei quali, però, si sono trovati dalla parte delle vittime”. Il riferimento è al recente sequestro di un pullman di studenti delle scuole medie da parte di un italiano di origini senegalesi, alle porte di Milano.

Il movimento denuncia, anche in una circostanza tanto tragica, la strumentalizzazione del tema del diritto alla cittadinanza da parte dell’attuale governo. “Non riconoscere la cittadinanza a coloro che sono nati o cresciuti nel nostro paese con origine diversa, vuol dire negare la realtà: ovvero che l’Italia è da sempre un paese multiculturale dove la radicata identità nazionale e locale deve dialogare con una molteplicità di culture diverse all’interno di una compagine di valori condivisi. Ancora una volta è come se quel milione di Italiani che vedono negato un diritto fondamentale, non contassero nulla. Mentre il riconoscimento di quel diritto incarnerebbe appieno quel precetto della nostra Costituzione che stabilisce sia compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, ed impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.


Gli attivisti citano l’articolo 3 della Costituzione, che afferma “il principio di uguaglianza formale e sostanziale, il quale impone che i principi e i valori in esso contenuti siano effettivi e che lo Stato debba esserne garante. Ora, a valle di un fatto di cronaca, il tema è tornato di attualità nel dibattito politico. Ma noi rifiutiamo categoricamente l’idea che la riforma della cittadinanza venga associata ad un colore politico e che venga strumentalizzata a fini elettorali”.

La lotta per l’estensione del diritto di cittadinanza “è una lotta giusta, che va nella direzione dell’eliminazione delle diseguaglianze sociali e politiche. E’ una battaglia sacra per il bene di questo nostro Paese. Pensiamo sia giunto il momento di riprendere la lotta, e di affrontare il tema della cittadinanza in maniera adulta, senza farci influenzare dai vari partiti politici creando un lessico che si distingua per qualità e neutralità da quello utilizzato nei dibattiti politici di oggi e di allora”. 

Il movimento – a cui continuano ad aderire in queste ore persone o realtà associative – chiede: “l’approvazione di quella riforma; vogliamo poi che l’iter per la richiesta di cittadinanza, come minimo, sia riportato al limite di due anni; vogliamo, ancora, che il contributo economico necessario per una richiesta di cittadinanza sia riportato ai livelli standard europei”. La scelta delle date non è casuale, conclude il movimento: “si tratta di un ponte tra due giornate dense di avvenimenti significativi soprattutto per la storia del nostro Paese: il 9 maggio in quanto Festa dell’Unione Europea dal 1985 (Dichiarazione Schuman del 1950), proclamazione dell’ impero coloniale italiano, nel 1936, e fine de facto della seconda guerra mondiale in Europa, nel1945. Il 2 giugno invece si celebra la nascita della Repubblica Italiana, nel 1946, ma anche il conferimento della cittadinanza da parte del governo degli Stati Uniti a tutti i nativi Americani, nel 1924″.
In vista della grande marcia per i diritti del 9 maggio, “organizzeremo come tappa di avvicinamento alla manifestazione una riunione nazionale il 2 maggio“.

La marcia per i diritti, si legge in conclusione, “vuole essere una marcia universale, una dimostrazione di cooperazione e solidarietà tra esseri umani. Nel nostro Paese le minoranze si isolano per proteggersi e rimangono confinate ai margini della nostra società, circoscritte in stereotipi imposti dalla cultura: i “neri”, i “musulmani”, le “donne”, i “rom”, i “gay”, gli “ebrei”, i “cattolici”, ecc. Questi stereotipi sono la causa di discriminazioni politiche e culturali che ostacolano la coesione sociale. Questa marcia, queste marce, possono e devono essere la piattaforma iniziale per dare il via ad una nuova forma di coscienza”. Per aderire all’iniziativa si può inviare una mail all’indirizzo marcia9maggio@gmail.com, o visitare la pagina Facebook.

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