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Guidi, l’emendamento nacque con un blitz del Governo

L'emendamento 'muore' in ottobre, quando si vota lo Sblocca Italia. Per poi resuscitare in occasione della votazione sulla legge di stabilita'

Pubblicato:01-04-2016 13:17
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:29

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Foto Palazzo Chigi

Foto Palazzo Chigi

ROMA – Venerdi’ 17 ottobre, in commissione ambiente alla Camera, si discute lo Sblocca Italia. Cosi’ nasce l’emendamento che portera’ alle dimissioni del ministro Federica Guidi. A raccontarlo sono gli atti della seduta parlamentare e Filiberto Zaratti, deputato di Sinistra Italiana, il quale, interpellato in Transatlantico, spiega che l’emendamento in questione, protocollato 37.52, “quella sera viene presentato dal governo in commissione senza che nessuno ne sapesse niente. Non il gruppo del Pd, non le minoranze. Anzi, c’era un accordo tra maggioranza e minoranza per rinunciare agli emendamenti e andare spediti, visto che era venerdi’ sera. E invece a un certo momento spunta questo emendamento”.

In commissione per il governo c’e’ il sottosegretario ai trasporti Umberto Del Basso De Caro. Poco prima delle 20 il presidente della Commissione Ermete Realacci “avverte che il rappresentante del Governo ha testé presentato l’emendamento 37.52 del Governo per il quale propone di fissare il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti alle ore 22 della giornata odierna. Avverte, altresì, che il Governo ha trasmesso la relazione di analisi dell’impatto sulla regolamentazione e la relazione tecnico-normativa riferite al provvedimento in esame”. A quel punto Zaratti chiede piu’ tempo per valutare attentamente il contenuto dell’emendamento. Realacci accorda un’ora in piu’, alle 23. Ma non servira’, perche’ appena letto il testo, le opposizioni insorgono. “L’emendamento e’ una vergogna sotto il profilo del rispetto della tutela ambientale, tanto più essendo stato presentato da un Governo che si dichiara di centrosinistra”, sbotta la deputata lucana del M5s Mirella Liuzzi. Per Claudia Mannino (M5s) la norma “introduce poteri di intervento inconciliabili con lo stato di diritto”. E ancora Zaratti osserva che l’emendamento in quanto “autorizza procedure di esproprio in ambiti di particolare rilevanza ambientale, non sia degno del Parlamento di uno Stato civile”. Anche il Pd prende le distanze. Il capogruppo dem Enrico Borghi fa presente “che il gruppo del Partito democratico non era stato preventivamente messo a conoscenza della presentazione da parte del Governo dell’emendamento 37.52. Chiede pertanto che su di esso possa essere aggiornata la discussione ad un successivo momento”. A quel punto Realacci sospende la seduta, che riprende dopo un’ora e mezza.

In riapertura di seduta, alle 21 e 35, il presidente della commissione Ambiente Ermete Realacci, del Pd, sorprende tutti. Annuncia infatti che “l’emendamento 37.52 del Governo e’ inammissibile per estraneità di materia” allo Sblocca Italia. Deve essere ritirato. Una retromarcia del governo che non basta a placare gli animi in commissione. I Cinque stelle si inalberano. “Se l’emendamento e’ inammissibile, perche’ allora e’ stato fissato subito il termine per i subemendamenti?”, chiedono in coro. Di norma la valutazione di ammissibilità precede la fissazione di un termine per la presentazione dei subemendamenti. Il sospetto dei Cinque Stelle, espresso con Massimo De Rosa, e’ che il governo abbia voluto tentare un ‘blitz’, nella speranza che nessuno si opponesse alla norma proposta dal governo. Realacci respinge l’insinuazione, spiegando che la fissazione immediata del termine per gli emendamenti serviva ad accorciare i tempi. Di fatto l’emendamento ‘muore’ in quella circostanza. “Per poi resuscitare in occasione della votazione sulla legge di stabilita’“, aggiunge Filiberto Zaratti.


Il deputato di Sel-si, interpellato in Transatlantico, ricorda pero’ un altro particolare di quella concitata sera in cui si votava lo Sblocca Italia. “In commissione era presente anche qualcuno della segreteria del ministro Boschi che a un certo punto della serata fu allontanato perche’ nella sala della commissione c’era un ‘via vai’ di persone non autorizzate”, spiega. Per il deputato della Sinistra il caso sollevato in commissione Ambiente, quel venerdi’ 17, “dimostra che la ministra Boschi non poteva ignorare la portata di questo emendamento quando lo ha ripresentato a dicembre in occasione del voto al Senato sulla legge di stabilita’. Certamente questo non significa che Boschi sapesse delle relazioni parentali del ministro Guidi. Ma c’era stato un caso politico, uno scontro politico anche nel Pd, perche’ in commissione Enrico Borghi disse di non saperne nulla. E’ stato forse l’unico caso nella legislatura di un emendamento presentato dal governo e poi ritirato. Come puo’ dire oggi, il ministro, che era un emendamento come un altro?”. In ogni caso per Sel-Si “l’emendamento e’ pesantissimo. Ha riguardato Tempa Rossa in modo particolare ma permetteva anche altre devastazioni. Se ragiona, il governo dovrebbe preparare un decreto che modifica la legge di stabilita’ del 2014 e cancella quelle deroghe autorizzatorie per opere a cosi’ alto impatto”.

di Alfonso Raimo, giornalista professionista

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