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Delitto di Arce, la figlia del carabiniere Tuzi: “Riaprire il caso di mio padre”

Il carabiniere in servizio presso la caserma di Arce, si suicidò pochi giorni dopo essere stato ascoltato sull’omicidio Mollicone. E’ in quell’occasione che Tuzi indicò ai magistrati la presenza di Serena in caserma il giorno del suo assassinio.

Pubblicato:01-04-2016 08:42
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:29

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ROMA – Il giallo sull’omicidio di Serena Mollicone potrebbe conoscere un’altra importante novità. Il pool difensivo di Maria Tuzi, figlia di Santino, il brigadiere dei carabinieri che si è tolto la vita l’11 aprile 2008, si appresta a chiedere la riapertura delle indagini. Il carabiniere in servizio presso la caserma di Arce, si suicidò pochi giorni dopo essere stato ascoltato sull’omicidio Mollicone. E’ in quell’occasione che Tuzi indicò ai magistrati la presenza di Serena in caserma il giorno del suo assassinio. Qualche giorno dopo il carabiniere sarebbe dovuto tornare in Procura. L’inchiesta su quella tragedia, inizialmente aperta con l’ipotesi di omicidio, venne archiviata e ritenuta estranea al giallo Mollicone. Ma la figlia del brigadiere, Maria Tuzi, non ha mai creduto alla versione dell’insano gesto per motivi passionali. Maria Tuzi e il suo avvocato Sara Cordella sono intervenute ai microfoni della trasmissione ‘La storia oscura’, condotta da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it). “Sono ottimista sul fatto che il caso legato alla morte di mio padre si possa riaprire- ha affermato Maria Tuzi- Noi contestiamo le modalità delle indagini svolte finora e le motivazioni della sentenza. E’ stato archiviato tutto in modo molto veloce. Non ci fu nessun accertamento sui tabulati telefonici. Un telefono di mio padre è stato sequestrato, ma non è stato repertato. In macchina sono stati trovati due cellulari, uno era quello che mio padre usava sempre, per l’altro aveva comprato una nuova scheda la mattina stessa della sua morte. Non so perché abbia comprato una nuova scheda, forse perché temeva di essere intercettato, forse perché gli era stato chiesto da qualcuno. Non c’era motivo di cambiare numero di telefono da un giorno all’altro”.

L’avvocato Sara Cordella ha spiegato: “Nel lavoro del nostro pool difensivo abbiamo elencato tutta una serie di anomalie nelle indagini che portano a mettere in dubbio la tesi ufficiale di chiusura rispetto al suicidio. Riguardo i cellulari, non si capisce perché abbia comprato una nuova scheda se aveva intenzione di morire. Il giorno successivo alla sua morte era giorno di elezioni e Santino doveva essere presente ai seggi, quindi va in caserma e prende la sua pistola di ordinanza che gli sarebbe servita il giorno dopo. I carabinieri dicono di essere andati a guardare nell’armadietto di Tuzi e di aver notato l’anomalia della fondina senza la pistola dentro. Vedendo le foto sulla scena del crimine, ci accorgiamo che il fodero si trovava sui sedili posteriori dell’automobile di Tuzi. Questo ci ha fatto sentire un po’ di puzza di bruciato”. Santino, dice ancora l’avvocato, “quella mattina ha comprato sigarette e rose e le avrebbe portate alla sua presunta amante. Ma secondo le dichiarazioni di questa donna, loro si erano già lasciati da tre mesi e lei aveva già instaurato una nuova storia d’amore con un’altra persona. Quindi anche qualora fosse vero che aveva una relazione con questa donna, era comunque una relazione chiusa da un pezzo. Quella mattina Santino si recò due volte da questa donna, lasciando un biglietto e i fiori. La donna si agita e chiama la stazione dei carabinieri. Quando la seconda volta Santino torna le dice: ‘Fra 10 minuti sono sul posto perché devo andare ad un appuntamento’. Noi pensiamo sia una cosa plausibile perché, nelle foto dell’auto, tutti i due finestrini sono aperti, anche quello del passeggero”. Evidentemente, conclude Cordella, “stava aspettando qualcuno o aveva già parlato con qualcuno, anche perché in quella giornata non c’era così tanto caldo da dover tenere entrambi i finestrini aperti. L’altra anomalia è che nessuno abbia sentito questo colpo di pistola con cui Tuzi si sarebbe suicidato. In quel momento c’erano almeno 5 persone in zona. E c’è una persona che ha la casa attaccata al luogo in cui avviene il fatto”.


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