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ROMA – “Mentre i leader dell’UE si stringono attorno a Zelensky in segno di sostegno, ho ricevuto questa nuova lettera di Viktor Orbán ad António Costa, che minaccia di ostacolare l’unità dell’UE a sostegno dell’Ucraina. L’Ungheria sta diventando il cavallo di Troia di Trump, dopo averlo già fatto per Cina e Russia”. Così il giornalista ungherese Szabolcs Panyi commenta una lettera scritta dal presidente Viktor Orban al presidente del Conglio dell’Ue Antonio Costa.
Il primo ministro ungherese, nelle righe inviate oggi, suggerisce all’Unione Europea di “seguire l’esempio degli Stati Uniti” e avviare “colloqui diretti con la Russia su un cessate il fuoco e una pace sostenibile in Ucraina”.
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In vista del prossimo Consiglio Europeo in programma il 6 marzo, Orban ha parlato di posizioni discordanti sulle decisioni da adottare. “È diventato evidente che ci sono differenze strategiche nel nostro approccio all’Ucraina che non possono essere superate tramite stesura o comunicazione”, scrive Orban. Fa, poi, un riferimento alla risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con il sostegno di Stati Uniti e Russia lo scorso febbraio. Si tratta della 2774 in cui si chiede con forza la fine del conflitto, ma non facendo mai riferimento all’invasione russa e alle responsabilità di Putin.
Orban propone di “non tentare di adottare conclusioni scritte sull’Ucraina durante il Consiglio Europeo straordinario” e, invece, sostenere proprio la Risoluzione 2774. “La risoluzione- spiega- segnala una nuova fase nella storia del conflitto e rende irrilevante tutto il linguaggio concordato in precedenza dal Consiglio europeo. Un tentativo di adottare conclusioni scritte da parte del Consiglio europeo sull’Ucraina proietterebbe un’immagine di un’Unione europea divisa”.
Su X, Orban ha, poi, commentato l’incontro di ieri tra Trump e Zelensky. “Gli uomini forti fanno la pace, quelli deboli la guerra. Oggi il presidente Donald Trump si è schierato coraggiosamente per la pace. Anche se per molti è stato difficile da digerire. Grazie, Signor Presidente!”-
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