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FUKUOKA – Dei 130 paesi che hanno aderito all’impegno di raggiungere la carbon neutrality entro il 2050, il Giappone è senz’altro tra quelli che stanno finora mostrando maggiore determinazione. Pur ancora in assenza di un piano nazionale dettagliato e di un percorso definito, l’ampia adesione da parte del sistema industriale e soprattutto lo spirito di iniziativa dei territori sta spingendo il paese a rispettare i tempi verso una completa transizione verso la green economy, tempi e obiettivi annunciati lo scorso ottobre 2020 dall’allora primo ministro Yoshihide Suga.
Se, da un lato, il Giappone a oggi risulta tra i primi al mondo quanto a emissioni di gas serra (sesto dietro Cina, USA, UE, India e Russia) e strettamente dipendente dai combustibili fossili, dall’altro l’altissima efficienza energetica e tecnologica del suo sistema–paese lo rende in grado di ottimizzare agevolmente il suo tessuto produttivo, in sintesi “producendo di più con meno energia”.
All’interno di questo quadro, è l’isola del Kyushu, la più a sud delle quattro grandi isole in cui è diviso l’arcipelago giapponese, a trainare il passaggio ad una economia sostenibile a impatto zero.
Come confermato in una recente intervista da Kazuhiro Ikebe, CEO del principale operatore energetico Kyushu Electric Power Co.
Inc. (Kyuden), sarà nel Kyushu “l’epicentro della rivoluzione verde giapponese”, che punta ad una società decarbonizzata entro il 2050 “attraverso la decarbonizzazione delle fonti di energia (lato offerta) e la promozione dell’elettrificazione, dell’idrogeno e delle altre fonti rinnovabili: eolico, geotermico e nucleare (lato domanda)”.
Il colosso energetico Kyushu Electric Power Co. Inc. (Kyuden), che ha sede nella provincia di Fukuoka, la principale del Kyushu, nella sua missione di guida nel processo di transizione energetica ed ecologica punterà a rendere l’energia rinnovabile la principale fonte di energia attraverso massicci investimenti in nuove tecnologie. Investimenti che, ad oggi, hanno già reso il gruppo leader nazionale: oltre allo sviluppo dell’eolico offshore Kyuden è al primo posto nel geotermico (con il 40% del totale della produzione di tutto il paese) e gestore di due impianti nucleari ad oggi attivi nell’isola. Sempre all’interno del dinamico quadro offerto da Fukuoka in questo settore cruciale per la terza economia mondiale, con sempre maggior frequenza nei notiziari nazionali emerge il caso di Koga, un comune di poco meno di 60 mila abitanti sul territorio della provincia, immerso nel cuore di questa rivoluzione verde, che sta assumendo negli ultimi anni un ruolo di avanguardia con il modello di “società giovane” voluto dall’attuale sindaco Kazuki Tanabe.
Kazuki Tanabe, sindaco quarantenne di Koga, in pochi anni ha saputo unire e dare una missione alla collettività, rendendo la città un polo attrattivo di giovani risorse, grazie all’apertura di numerosi centri polivalenti ad uso di singoli professionisti, di un incubatore di startup ricavato nel cuore di una antica struttura termale (onsen) e lanciando un programma di agevolazioni all’insediamento per giovani ed aziende. Non solo innovazione: il comune di Koga ha saputo attrarre investimenti da parte di grandi aziende, unite dal filo comune della sostenibilità, che ha di fatto reso il sistema produttivo stabilito nella zona un polo di eccellenza nel riciclo, nell’impiego di energie rinnovabili e nella ecosostenibilità della produzione. Si è così determinata una singolare e finora riuscita combinazione tra sviluppo e conservazione del territorio e classificando la città terza in Giappone, nella classifica ad hoc stilata dal ministero dell’Industria, alle spalle delle metropoli Tokyo e Osaka, come avanzamento nella transizione verde. Il fulcro del prossimo sviluppo urbanistico della città, poi, stando alle parole del sindaco Tanabe, è il nuovo centro cittadino, che sarà “il cuore della nuova città, i cui lavori verranno completati entro i prossimi 4 anni seguendo un modello di totale sostenibilità”, per quella che sarà a tutti gli effetti una smart city con un massiccio impiego di nuove tecnologie, intelligenza artificiale e “mobilità verde”.
Ma è il suo diretto richiamo al “modello italiano” quello che fa di Koga un interessante caso di confronto e uno spunto di riflessione sulla forza dell’immagine di sé che l’Italia proietta nel mondo, esercitando di fatto quello che molti definiscono un vero e proprio ‘soft power‘.
“Da sempre ci avvicina all’Italia la passione per le sue bellezze e la sua cultura e ci ispiriamo al suo modello che rappresenta la capacità di tenere insieme la tradizione e l’abilità di essere sempre tra i primi al mondo in termini di innovazione”, ha dichiarato il sindaco Kazuki Tanabe nel suo recente tavolo di lavoro con la Japan Italy Economic Federation (JIEF), organizzazione del sistema confindustriale che rappresenta i grandi gruppi industriali giapponesi con interessi in Italia. Koga guarda all’Italia “per la valorizzazione del nostro territorio, per la promozione delle eccellenze, per il rilancio del turismo locale e anche per la creazione di valore per le aziende in tema di sostenibilità, come nel caso del colosso del food e della ristorazione ‘Pietro’, di chiara ispirazione italiana, che a Koga ha stabilito la sua principale sede produttiva”, ha aggiunto il sindaco nel corso dell’incontro, e “sempre maggiormente ci ispireremo alle esperienze delle realtà locali italiane, verso le quali guardiamo anche per lo sviluppo di canali di collaborazione istituzionale”.
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