NEWS:

Ucraina, Ferri: “Da Putin strategia imperialista, ma l’Occidente indifferente fino a ieri”

L'agenzia Dire ha intervistato la docente di Diritto internazionale e dell'Unione europea sui rapporti tra l'Occidente e la Russia di Putin, prima della guerra ormai in corso

Pubblicato:01-03-2022 11:50
Ultimo aggiornamento:01-03-2022 13:48
Autore:

putin
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

di Laura Monti

ROMA – In questi giorni stiamo assistendo all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin. L’agenzia Dire ha intervistato la docente di Diritto internazionale e dell’Unione europea Rita Ferri sui rapporti tra l’Occidente e la Russia di Putin, prima della guerra ormai in corso. “Quello di Putin è un abuso del diritto internazionale, che già nel 2014 avrebbe dovuto essere considerato con maggior fermezza da Obama e dall’Europa”, ha detto la docente.

“L’aggressione di Putin richiama a strategie di guerra di carattere imperialista che parevano ormai lasciate alle spalle (in quel territorio con il Protocollo di Minsk), per quanto tali strategie siano ancora presenti in Paesi del continente africano e altrove, ma non con la stessa forza e capacità distruttiva e invasiva. Le minacce di Putin e i riferimenti nell’ultimo discorso alla stampa di Biden appaiono già eloquenti”. “Non vorrei far riferimento a questioni più complesse di natura storico-ideologica (la teorizzazione zarista della grande Russia, della autocrazia e il legame con i concetti simbolici della religione ortodossa) di cui bisogna tener conto e che aprirebbero importanti capitoli anche in relazione al nostro Paese. Certamente anche questa analisi non servirebbe a giustificare l’aggressione di Putin. Al di là dei diversi sofismi- ha spiegato la docente- non bisogna dimenticare che tanto l’aggressione militare all’Ucraina quanto lo stesso governo del leader del Cremlino mostrano il carattere assolutista antidemocratico e dittatoriale della sua linea”.


“Chi oggi criminalizza e condanna Putin sino a ieri- ha denunciato Ferri- ha mostrato indifferenza verso gli omicidi di oppositori e giornalisti. Ricordiamo tra tutti Anna Stepanovna Politkovskaja per i suoi reportage sulla seconda guerra cecena e per le critiche contro il governo di Vladimir Putin per il mancato rispetto dei diritti civili e dello stato di diritto. La Politkovskaja fu assassinata a Mosca, nel 2006″. Per Ferri, “Si tratta di una contrapposizione tra governi (e non Nazioni tout court) democratici che rispettano i Diritti umani e governi sovranisti che non lo fanno, pensiamo alla Turchia di Erdogan”. E la Cina? “Dalla Cina viene giocato un ruolo speciale- ha detto la docente e filosofa- visto che parrebbe non appoggiare l’invasione e, per contro, non poter schierarsi con gli USA e l’Europa. Tra parentesi- ha aggiunto- non è possibile dimenticare Conte, Di Maio e l’adesione ufficiale alla ‘Via della Seta’, ovvero l’adesione del governo italiano alla strategia di penetrazione commerciale della Cina. Tornando all’Ucraina, l’asse governo russo-Cina proporrebbe un quadro devastante anche per l’Occidente”. Quale via d’uscita? “Certamente sanzioni severe che producano una forte pressione anche sull’entourage di Putin, sebbene purtroppo esse ricadranno gravemente sui cittadini italiani sul piano delle capacità energetiche e quello dell’export commerciale. Inoltre- continua Ferri – come ben sperimentato in passato, come mezzo per rimuovere un governo, è necessario far leva sui cittadini dissidenti interni alla Russia. Il potere di Putin ha arricchito una cerchia di persone, ma ha lasciato nella povertà gran parte della popolazione e molti sono cittadini russi, fra cui intellettuali e giornalisti, dissidenti. Negli ultimi giorni in molte città russe vi sono state manifestazioni contro la guerra (3.052 risulterebbero le persone fermate). C’è poi la richiesta da parte di alcuni di accelerare l’entrata dell’Ucraina nell’Unione Europea, così come avvenuto con l’adesione dell’Estonia, la Lettonia e la Lituania”. “Al momento- conclude la docente- le notizie orientano verso una prospettiva di escalation della tensione. Tra le altre misure adottate, l’imminente esclusione della Russia dal sistema bancario Swift e dunque dai circuiti internazionali parrebbe aver prodotto un intento di nazionalizzazione delle proprietà di cittadini o imprese dei Paesi anglofoni ed europei”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it