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Bologna, il comitato Priorità alla scuola lancia lo sciopero della Dad

Dopo la manifestazione in piazza Maggiore, il comitato propone di boicottare la didattica a distanza: "Fermiamo la scuola oggi per ritornare a scuola domani"

Pubblicato:01-03-2021 13:21
Ultimo aggiornamento:01-03-2021 17:58

dad sciopero bologna
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BOLOGNA – Il comitato Priorità alla scuola di Bologna non molla. E dopo la manifestazione di protesta in piazza Maggiore venerdì scorso contro la chiusura delle scuole, per effetto della zona arancione scuro, ora lancia la proposta di uno sciopero della Dad per gli alunni di ogni ordine e grado a partire da domani, martedì 2 marzo. Una “settimana di obiezione di coscienza” per lanciare un segnale forte alla Regione Emilia-Romagna, chiedendo il ritorno in classe. “Proponiamo di boicottare la Dad in protesta contro l’ordinanza- spiega il comitato- sciopero permanente dei bambini e dei ragazzi in modo che la loro assenza diventi visibile. Se le aule telematiche si svuoteranno, se i registri conteranno centinaia di bambini assenti, se la scuola si fermerà davvero allora forse qualcuno comincerà ad ascoltare. Questo ‘basta’ lo possiamo dire solo noi genitori, siamo noi ora a dover aiutare la scuola. Fermiamo la scuola oggi per tornare a scuola domani“.

Oltre allo sciopero della Dad, il comitato propone di appendere striscioni ad ogni finestra con la scritta “La scuola a scuola” e di fare una foto ai bambini davanti al pc, anche di spalle, con la scritta “Questa non è una scuola”, per affiggere le immagini “in un luogo visibile e simbolico”. A supporto della proposta, il comitato ha lanciato anche un sondaggio online per raccogliere le adesioni allo sciopero della Dad. “L’invenzione della zona arancione rinforzato per chiudere le scuole ripropone in modo drammatico lo scenario di un anno fa– attaccano i genitori- l’ordinanza di Bonaccini è ingiustificata e miope e il rischio a cui andiamo incontro è che venga prorogata ad oltranza. Se accettiamo la Dad ora non è improbabile che quest’anno i bambini non tornino più a scuola. Se accettiamo la Dad ora le Istituzioni potranno continuare a raccontare che la scuola non si è mai fermata”. Gli insegnanti, sottolinea il comitato, non possono esimersi dall’attivare il canale della didattica online, ma noi genitori possiamo fare qualcosa, tutti insieme. E se non lo facciamo, ancora una volta bambini e ragazzi torneranno ad essere invisibili e saranno i primi e gli unici a pagare. L’ondata di novembre ha dimostrato che è possibile fare scuola in presenza e in sicurezza, il picco di contagi non è attribuibile alle scuole aperte, men che meno alle scuole primarie. Nel momento in cui accetteremo silenziosamente di mettere i nostri figli davanti al computer essi diventeranno dei fantasmi”.
In conclusione, afferma il comitato, “se la crisi necessita la chiusura allora che si chiuda tutto, ma la scuola deve essere l’ultima a chiudere e la prima a riaprire”.

LA RETE DEI GENITORI: TAMPONI IN CLASSE PER RIAPRIRE

Tamponi rapidi direttamente nelle scuole. Più velocità nel vaccinare il personale scolastico. Potenziare il dipartimento di sanità pubblica, che spesso fornisce con troppo ritardo le comunicazioni su positività e quarantena. E più trasparenza sui veri dati dei contagi nelle classi. È questa la ricetta della Rete dei comitati genitori delle scuole della Città metropolitana di Bologna per il ritorno in aula “in sicurezza il prima possibile” degli alunni, da oggi in didattica a distanza al 100% (per elementari, medie e superiori) per effetto del passaggio in zona arancione scuro. Una decisione che sta scatenando da giorni la protesta delle famiglie e che oggi vede appunto la Rete dei genitori di Bologna scrivere una lettera aperta ai ministri Roberto Speranza e Patrizio Bianchi, al governatore Stefano Bonaccini al direttore dell’Usr dell’Emilia-Romagna, Stefano Versari. In particolare, i genitori invocano “un piano di vaccinazione efficiente e tempestivo per tutto il personale scolastico” e lo “screening con tamponi rapidi messo direttamente a disposizione delle scuole, che possa permettere di accorciare i tempi nel tracciamento e mantenere periodicamente monitorata la situazione”.


Inoltre, le famiglie chiedono “trasparenza dei dati relativi alla situazione dei contagi nelle scuole. Per tutti i genitori è di prioritaria importanza avere accesso a dati chiari e puntuali sull’andamento del contagio nelle scuole. Sono informazioni indispensabili per avere una reale consapevolezza della situazione e supportare responsabilmente ogni riflessione e decisione individuale. Siamo convinti che queste informazioni andrebbero pubblicate periodicamente, con dati puntuali per ogni scuola e distinzione tra contagi interni ed esterni, e non condivise solamente a corredo delle ordinanze di chiusura”.

Secondo la Rete dei genitori i problemi sono “facilmente superabili, perché sono difficoltà organizzative che, nella consapevolezza della straordinarietà e unicità della situazione attuale, possono verificarsi. Implementare l’efficienza del sistema sotto questi aspetti sarebbe la carta vincente per una sistematica, efficiente e rapida gestione del Covid nelle scuole”, sostengono le famiglie. Che non si arrendono. Già da settembre, affermano, “le nostre scuole erano preparate, attrezzate, consapevoli, responsabili. Le misure adottate si sono rivelate adeguate oltre le aspettative, oltre le paure”. Per questo, insiste la Rete dei genitori di Bologna, “non comprendiamo oggi la scelta di chiudere di nuovo indistintamente tutte le scuole. Non comprendiamo il metodo: al verificarsi di nuovi contagi, si prendono provvedimenti generalizzati che non tengono conto dei criteri della riorganizzazione che sino a qui, per oltre cinque mesi, hanno funzionato ed hanno permesso ad una ampia maggioranza di studenti di continuare a frequentare in presenza. Un cambio di rotta in totale contraddizione con tutto quanto di proficuo si stava facendo nelle scuole”. Da qui dunque la richiesta di riaprile “in sicurezza il prima possibile”, lavorando sui problemi “senza applicare, come si sta facendo ora erroneamente, provvedimenti generalizzati che penalizzano indistintamente tutto il comparto scuola indipendentemente dalle situazioni specifiche”.

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