ROMA – I temi di contrasto tra Lega e M5S sono molti. Ma oggi le lame si incrociano sulla Tav. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato costretto a smentire le indiscrezioni che riferivano del suo impegno a procedere con la Tav, anche se in versione mini rispetto al progetto originale.
Apriti cielo, dal M5S sono partiti a raffica: la Tav non si fa. Una posizione in favore del popolo grillino, reduce dalle batoste elettorali in Abruzzo e Sardegna, che sempre più scalpita contro la Lega per un’alleanza che non conviene.
Ma parlando con chi dietro le quinte segue la partita a fianco dei leader, si viene a sapere che si sta ragionando su una mini Tav. Alla fine, il nuovo progetto accompagnato dai costi delle penali e dei finanziamenti che si perderanno, dovrebbe passare, i militanti diranno sì. Sulla piattaforma Rousseau. Ma gli animi sono surriscaldati. Anche perché tutti i sondaggi danno la Lega in crescita mentre il M5S è in calo perenne.
Anche la super-riforma organizzativa pensata dal capo politico Di Maio ha scatenato il putiferio. Dai territori si sono levate tante voci incavolate per questa ennesima decisione calata dall’alto. Siamo in campagna elettorale – il 24 marzo di vota in Basilicata – e i capi del Movimento non possono apparire alla mercè di Salvini.
Di qui i tanti distinguo sui provvedimenti che stanno a cuore alla Lega: dall’autonomia regionale chiesta da Lombardia e Veneto, alla legge sulla legittima difesa. E saranno guai anche per Salvini se non porterà a casa questi provvedimenti. Lotta continua.
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