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Ricerca. C’è un ‘Duomo’ nelle acque del golfo di Napoli

NAPOLI - Un duomo (rigonfiamento) sul fondo marino con associate

Pubblicato:01-03-2016 18:02
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:04

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NAPOLI – Un duomo (rigonfiamento) sul fondo marino con associate emissioni gassose e’ stato localizzato per la prima volta nel Golfo di Napoli a una distanza di circa 5 km dal porto di Napoli e 2.5 km da Posillipo, la collina che si affaccia sullo specchio di mare antistante la citta’. A individuarlo un team di ricercatori dell’Istituto per l’ambiente marino costiero e di geoscienze e georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Iamc e Igg del Cnr), dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e del Dipartimento di scienze della Terra dell’Universita’ di Firenze, durante i rilievi della campagna Safe 2014 (Seafloor Acoustic Detection of Fluid Emissions) a bordo della nave oceanografica Urania del Cnr. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Scientific Reports-Nature.
Questa struttura”, spiega Salvatore Passaro dell’Iamc-Cnr, “si trova a meta’ strada tra i vulcani attivi del Campi Flegrei e del Vesuvio a profondita’ variabili tra i 100 e i 170 metri. La sua altezza e’ di circa 15 metri e copre un’area di 25 km2“.
Durante i rilievi sono state scoperte 35 emissioni gassose attive e oltre 650 piccoli crateri riconducibili ad attivita’ di degassamento avvenuto in tempi recenti. Tutta questa area si e’ formata per la risalita, tuttora attiva e comunque piu’ recente di 12.000 anni, di gas di origine profonda (mantello) e crostale.
La risalita dei gas avviene lungo condotti di diametro variabile tra i 50 e i 200 metri che tagliano, piegano e fratturano i sedimenti marini attuali.

   “I dati raccolti nel Golfo di Napoli”, afferma Guido Ventura, ricercatore dell’Ingv, “ci indicano che siamo in presenza di una attivita’ correlabile a una fenomenologia vulcanica non associata, per ora, ad una risalita diretta di magma; tuttavia, come ormai noto da precedenti esperienze in Giappone, Canarie, Mar Rosso, queste manifestazioni possono, in alcuni casi, precedere la formazione di vulcani sottomarini o esplosioni idrotermali“. Una fenomenologia analoga a quella riscontrata nel Golfo di Napoli caratterizza anche l’attivita’ dei Campi Flegrei.
“Lo studio di quest’area rappresenta oggi – conclude Guido Ventura – un punto di partenza per la comprensione dei fenomeni vulcanici sottomarini in zone costiere”.


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