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Vino. Shaurli: “Doc interregionale per qualità Pinot grigio”

TRIESTE - "La Doc interregionale per il Pinot grigio

Pubblicato:01-03-2016 17:44
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:04

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vino rosso vinitalyTRIESTE – “La Doc interregionale per il Pinot grigio rappresenta un’opportunità in termini di qualità, trasparenza e riconoscibilità internazionale“. E’ la convinzione che oggi ribadisce l’assessore regionale alle Risorse agricole Cristiano Shaurli, a margine di un incontro con i giornalisti dedicato all’inaugurazione della manifestazione “Ortogiardino”.
“Alcune premesse sono doverose” afferma l’assessore. “La costituzione delle denominazioni di origine controllata (Doc), come delle Denominazioni di origine protetta (Dop), non parte da una iniziativa politica ma dai produttori, dalle loro organizzazioni e dalla necessaria raccolta di consenso ed adesione”.
Nel caso della Doc interregionale vale ricordare che riguarda unicamente il Pinot Grigio, e paradossalmente nasce da una richiesta che cerca di dare risposte alle perplessità oggi sollevate da chi è contrario; ovvero un abbassamento progressivo di qualità e prezzo del vitigno ad oggi più diffuso, che peraltro i numeri, spesso dimenticati in agricoltura, certificano” aggiunge Shaurli.
L’assessore regionale ricorda come oggi su circa 1,6 milioni di ettolitri di Pinot grigio prodotti all’anno tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino, circa il 15 per cento viene imbottigliato come Doc mentre il resto è Igt (Indicazione geografica tipica), “con rese, tagli e movimenti di uva molto più industriali e meno vocati alla qualità e con anche i nostri produttori che in maggioranza oggi imbottigliano IGT delle Venezie “.
“Si tratta quindi di concordare disciplinari e controlli più stringenti e di mettere in trasparenza un vitigno molto diffuso che purtroppo ha perso molto della sua percezione di qualità” sottolinea Shaurli. “La Doc interregionale, è bene chiarire, proprio per chi vuole un innalzamento qualitativo non impone rinunce alle denominazioni esistenti (si potrà continuare ad imbottigliate Pinot Grigio Doc Collio o Doc Friuli) ma di fatto supererà solo l’IGT rappresentando una opportunità ed un impegno in più in termini di qualità, marketing e riconoscibilità internazionale”.
L’esponente della Giunta regionale assicura che “la Regione per quanto di sua competenza ascolta ed ascolterà tutti partendo ovviamente dalle rappresentanze di categorie e dalla filiera vitivinicola. In tal senso mi sono preso degli impegni precisi che ritengo di aver pienamente assolto: vi era il timore di uno strapotere Veneto e l’associazione temporanea appena costituita ha 9 componenti, 3 per Regione. Il percorso è appena iniziato e ci saranno momenti di confronto e discussioni tecniche”.
“Come sempre dichiarato – puntualizza Shaurli – è per me pregiudiziale l’ottenimento della Doc Friuli, in discussione da anni, e sono convinto sarà operativa per la prossima vendemmia grazie al lavoro fatto da tutti in questi mesi nonostante anche su questo non siano tutti d’accordo perchè, si sa, c’è sempre un campanile ed un identità ancor più piccola da difendere. Ho trovato una filiera vitivinicola e rappresentanze finalmente coese anche in grado di mediare e cercare sintesi, cosa non scontata. Mio compito è ascoltare tutti ma poi sostenere la maggioranza dei produttori purtroppo spesso meno visibile di una minoranza che comunque rispetto”.

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