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Sanità. Giunta approva piano di riordino della rete ospedaliera

BARI - La Giunta regionale della Puglia ha approvato ieri lo schema

Pubblicato:01-03-2016 14:00
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:04

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palazzo_regione-pugliaBARI – La Giunta regionale della Puglia ha approvato ieri lo schema di provvedimento per il riordino della rete ospedaliera pugliese. L’adempimento nasce dalla necessità di adeguare la rete ospedaliera pugliese ai nuovi standard prescritti da normativa nazionale. I nuovi standard così come indicati dal decreto ministeriale 70 del 2015 e dalla Legge di stabilità 2016 hanno l’obiettivo di portare le reti ospedaliere nazionali dentro omogenei parametri di sicurezza, efficacia di cura ed efficienza gestionale.
La Puglia parte da una rete che offre, alla data del 21 gennaio 2016, 13mila posti letto, distribuiti tra 74 stabilimenti pubblici e privati accreditati. L’operazione di riordino non taglia i posti letto, ridistribuendoli tra ospedali di secondo livello (hub), ospedali di primo livello e ospedali di base. Il provvedimento che verrà inviato a Roma per la successiva valutazione prevede: cinque ospedali di secondo livello (Ospedali riuniti di Foggia, Policlinico di Bari, Santissima Annunziata di Taranto, Perrino di Brindisi, Vito Fazzi di Lecce); Undici ospedali di primo livello (ospedale Masselli di San Severo, Tatarella di Cerignola, Bonomo di Andria, Dimiccoli di Barletta, Di Venere e San Paolo di Bari, ospedale della Murgia di Altamura, ospedale civile di Castellaneta, Camberlingo di Francavilla Fontana, Sacro cuore di Gallipoli, Delli Ponti di Scorrano), cui si aggiungono gli ospedali privati e classificati dotati di pronto soccorso.
Dodici ospedali di base (ospedale civile di Manfredonia, Vittorio Emanuele di Bisceglie, Umberto I di Corato, Don Tonino Bello di Molfetta, San Giacomo di Monopoli, Santa Maria degli Angeli di Putignano, Ferrari di Casarano, San Giuseppe di Copertino, Santa Caterina di Galatina, ospedale civile di Ostuni, Giannuzzi di Manduria, Valle d’Itria di Martina Franca). Buona parte degli ospedali di base rispetto alla configurazione prevista dal ministero (anestesia, pronto soccorso, medicina, chirurgia, ortopedia) conserveranno le ulteriori discipline che storicamente presidiano il fabbisogno epidemiologico locale.
Oltre a queste tre tipologie, si aggiunge l’ulteriore fattispecie dell’ospedale di “area disagiata” previsto dal DM 70 che la Giunta ha riservato per l’ospedale Lastaria di Lucera. Saranno avviati alla riconversione otto stabilimenti ospedalieri pubblici, destinati a una innovativa vocazione territoriale, riabilitativa, di supporto in post acuzie (ospedale Fallacara di Triggiano, Sarcone di Terlizzi, San Camillo di Mesagne, Melli di San Pietro Vernotico, Umberto I di Fasano, San Marco di Grottaglie, ospedale Caduti di tutte le guerre di Canosa, San Nicola Pellegrino di Trani).
La rete di assistenza ospedaliera si arricchirà, inoltre, di quattro nuovi ospedali, la cui costruzione consentirà l’ulteriore e successivo accorpamento degli stabilimenti. Il provvedimento odierno traccia l’impalcatura della futura rete ospedaliera pugliese che, passato il vaglio del ministero, si arricchirà di successivi provvedimenti attuativi destinati a regolamentare nel dettaglio le reti della emergenza-urgenza, tempo-dipendenti, le reti per patologia e la continuità ospedale-territorio.
Con lo stesso provvedimento parte ufficialmente anche il lavoro di riassetto della rete di assistenza territoriale, per la quale il governo regionale ha stanziato 400 milioni di euro di fondi FESR destinati prioritariamente a rifunzionalizzare e potenziare gli ospedali oggetto di riconversione.

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