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“Non ho più soldi per i servizi”. Sindaco esasperato va a Roma dal premier. A piedi

Lo aveva promesso e ora lo farà. Partenza venerdì, dal piccolo Comune di Monzuno sull'Appennino bolognese. Da lì a Roma sono 400 chilometri, che percorrerà in compagnia di un amico podista. "Qui non si tratta più di ridurre gli sprechi- dice Mastacchi- si tratta di tagliare servizi essenziali ai cittadini: scelte difficili da spiegare". Meglio andare a dirlo al premier, allora.

Pubblicato:01-03-2016 12:22
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:04

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BOLOGNA – L’aveva promesso (“Siamo a un punto di non ritorno, se anche il prossimo anno avremo le stesse difficoltà, per protesta andrò a Roma a piedi”), lo farà. Si prepara dunque a partire Marco Mastacchi, sindaco di Monzuno, Comune dell’Appennino bolognese, primo cittadino ‘pellegrino’ ma soprattutto paladino di un disperato sos. Si mette in marcia verso la Capitale per andare a chiedere al Governo maggiore rispetto per gli enti locali“. Nell’impresa- lo aspettano quasi 400 chilometri di cammino- lo accompagnerà il podista Alessandro Belliere: partenza venerdì prossimo, 4 marzo; sono previste 28 tappe in altrettanti Comuni per incontrare sul posto i sindaci e raccogliere ‘dal vivo’ le testimonianze delle loro difficoltà per consegnarle al premier Matteo Renzi il prossimo 15 marzo, “sempre che non serva un camion per trasportarle tutte”. Lui, Mastacchi, da almeno un anno dice che non ha più i soldi per garantire i servizi ai cittadini; in passato ha addirittura deciso di spegnere prima del solito le luci dell’illuminazione pubblica nel suo Comune per risparmiare. “Taglieremo i servizi di manutenzione delle strade in caso di neve- annunciava a giugno scorso presentando il bilancio 2015- i cittadini staranno più al buio, avranno più erbacce e faranno più fila agli sportelli per ottenere dei servizi. Sperando sempre che non nevichi tanto, perchè in quel caso dovranno anche spalare”. Da allora le cose non sono cambiate in meglio.

La situazione non è più sostenibile: i Comuni non hanno più i soldi ma intanto la spesa pubblica statale continua ad aumentare”, lamenta l’ex Ncd Mastacchi, sindaco al secondo mandato (fu candidato anche alle europee). L’anno scorso distribuì ai cittadini un volantino in cui avvertiva che si era ad un passo dal “punto di non ritorno” nei conti municipali e “per il 2016 le cose non sono certo migliorate. Le politiche governative pongono gli enti locali, e tra questi in particolare i piccoli Comuni, di fronte a una riduzione della capacità di spesa che li costringerà a tagliare ulteriormente e pesantemente i servizi ai cittadini”. E Mastacchi non ci sta. “I sacrifici che i piccoli Comuni italiani devono sopportare- dice- non hanno precedenti nella storia del nostro Paese e incideranno pesantemente sulla quotidianità della vita dei cittadini. Qui non si tratta più di razionalizzare i costi o ridurre gli sprechi. Quello è stato già fatto, si tratta di tagliare servizi essenziali ai cittadini: scelte difficili da spiegare e difficilmente revocabili”. Meglio andare a dirlo al premier, allora. Ad esempio segnalando che dal 2010 i Comuni, “che pure contribuiscono appena al 7,6% della spesa, hanno fatto sacrifici per 17 miliardi. E mentre i sindaci non hanno soldi per la benzina degli automezzi o la manutenzione dei beni comunali, siamo al paradosso che il debito pubblico continua a salire. Evidentemente qualcuno che continua a spendere c’è, e non sono di certo i Comuni”. Con la sua ‘marcia’ Mastacchi vuole accendere le luci sulla “lenta agonia degli enti locali, di cui nessuno parla, distratti da una comunicazione che nasconde con gli slogan le drammatiche difficoltà dei territori”.


di Mattia Cecchini, giornalista professionista

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