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In 100 a Bologna per contestare Salvini. Lui: “Sfigati”

BOLOGNA - Sono un centinaio gli attivisti dei collettivi che hanno

Pubblicato:01-03-2016 11:46
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:04

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salvini_bo5BOLOGNA – Sono un centinaio gli attivisti dei collettivi che hanno accolto il leader della Lega nord, Matteo Salvini, questa mattina a Bologna in via de Maria, vicino alla stazione, dove da due anni è in corso l’occupazione di una palazzina. Con striscioni e megafono, lo accolgono al grido di “Ladro, ladro” e “Fuori Salvini da Bologna“, tenuti a distanza da un cordone di agenti in assetto antisommossa. Blindata anche via Carracci, che passa davanti all’ingresso della nuova stazione dell’alta velocità. “Sono 10 sfigati mantenuti dai genitori– li liquida Salvini, mandando baci provocatori all’indirizzo dei manifestanti- prima o poi li chiuderanno questi covi di teppisti”. Salvini ha incontrato in strada i proprietari della palazzina. “È una situazione folle- commenta il leader leghista- il Comune è fermo e la Procura anche. Le istituzioni dovrebbero risolvere questa situazione, non i proprietari. C’è da svegliare chi dorme, non è normale. Se succede qualcosa, di chi è la responsabilità? È una possibile bomba pronta a esplodere, spero qualcuno intervenga”.

I diretti interessati, i signori Baschieri, raccontano: “Sono due anni che il Comune ci prende in giro. Noi paghiamo le tasse, ma non sono figli miei. Non ce l’abbiamo con loro, sono 32 famiglie in grave disagio ma il problema non può essere scaricato su di noi. Avevamo chiesto esenzione Imu e un contributo di 100 euro al mese per appartamento, ma gli impianti non sono a norma e il Comune non si vuole assumere la responsabilità. Avevamo anche proposto di mettere a posto la palazzina a zero euro, ci siamo resi disponibili per un protocollo sull’emergenza abitativa, ma il Comune non ci risponde”. Ma oltre alla Giunta Merola, i signori Baschieri chiamano in causa anche i pm. “La Procura dov’è?- si chiedono- dov’è finita la pratica? Abbiamo fatto denuncia due anni fa”.

di Andrea Sangermano, giornalista professionista


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