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A Pechino 2022 un supporto psicologico H24 per gli atleti. Pellegrini: “Necessario poter parlare”

L'ex campionessa di nuoto, ora nella Commissione Atleti del Cio: "Siamo sottoposti a un fortissimo stress, specialmente durante le Olimpiadi"

Pubblicato:01-02-2022 19:12
Ultimo aggiornamento:01-02-2022 19:12

federica pellegrini
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ROMA – “Siamo anche umani”. Campioni sì, ma non supereroi. Un messaggio semplice che però prende sempre più forza e consapevolezza, anche alla vigilia di Pechino 2022. In principio fu Simone Biles a Tokyo 2020, cronaca di appena sei mesi fa: la ginnasta statunitense, ritirandosi dalle competizioni, è stata la prima ad accendere i riflettori sull’importanza della salute mentale degli atleti ai Giochi, anche se più indietro nel tempo si conta l’esempio di Michael Phelps, venuto allo scoperto però solo dopo l’addio all’attività agonistica, e più recentemente di Naomi Osaka.

Il Comitato Olimpico Internazionale sta sviluppando sempre più nuove modalità di supporto psicologico agli atleti: semplicemente parlandone e chiedendo loro di non nascondersi, ma anche concretamente grazie a una rete di sostegno. A Pechino 2022 tutti i partecipanti – atleti ma non solo – avranno a disposizione la ‘Mentally Fit Helpline’, una linea ‘amica’ sette giorni su sette, ventiquattro ore al giorno, per chiedere un aiuto telefonico o attraverso mail in caso di forte stress, depressione, problemi causati da disordini alimentari o attacchi di panico. Disponibile in 70 lingue diverse, il servizio resterà attivo fino a tre mesi dopo la chiusura dei Giochi di Pechino il 20 febbraio.


A far conoscere meglio il servizio ai suoi ‘colleghi’ è stata Federica Pellegrini, forse la prima in Italia a capire e a parlare dell’importanza dell’aspetto mentale nello sport. Lo ha fatto in passato, raccontando i suoi problemi di bulimia, lo ha fatto a Tokyo comprendendo le difficoltà di Biles ed esaltandone il coraggio. E lo sta facendo ancora oggi, nella sua seconda vita, fuori dall’acqua. Membro della Commissione Atleti del Cio, la Divina da subito aveva annunciato di volersi occupare del benessere mentale degli atleti. Detto, fatto: a Pechino nell’esordio a cinque cerchi con il suo nuovo ruolo, ha spiegato in un video sui social come funziona lo strumento e ha dato informazioni utili per potervi accedere. “Siamo sottoposti a un fortissimo stress specialmente durante i Giochi e capisco che si possa aver bisogno di parlare con qualcuno“, ha spiegato Pellegrini.

Alla vigilia dei Giochi Olimpici invernali, anche i migliori atleti al mondo nelle discipline della neve e del ghiaccio hanno voluto dire la loro sull’importanza del benessere psichico in un momento fondamentale della propria vita sportiva. “È incredibilmente difficile da controllare – le parole di Mikaela Shiffrin – Non posso pensare di andare ai Giochi e non sentire la pressione o il disagio”. Nathan Chen, campione di pattinaggio artistico, spiega che “la salute mentale è un percorso costantemente in divenire per ognuno di noi. Ho iniziato a lavorare con psicologi dello sport ed è davvero molto utile avere qualcuno con cui parlare di quello che succede sia in pista che nella vita al di fuori”.

Sono molti gli atleti che hanno accettato di raccontare le loro emozioni in un video diffuso dal Comitato Olimpico Internazionale e che raccoglie le loro emozioni, il loro bisogno di sentirsi compresi e non schiacciati dal peso della vittoria a a tutti i costi. “Il tuo corpo da solo non ce la fa, tutto dipende anche dalla testa – racconta la snowboarder Anna Gasser – Sono contenta che Simone Biles abbia fatto capire quanto è importante che la mente lavori insieme al corpo”.

“Forse la gente pensava che essendo la migliore, dovesse sempre vincere – le fa eco la sciatrice Petra Vlhova – Ma non è così perché non è una macchina, è un essere umano. Noi siamo umani, siamo persone che forse hanno un talento e che sanno come vincere: a volte non ne siamo capaci ma è normale, perché questo è lo sport. È importante che se ne parli”.

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