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Vaccino, Ats Lombardia cercano volontari ‘gratis’: lo stop degli infermieri

Gli Ordini delle professioni infermieristiche della Lombardia protestano: "Formalizzare contratto che riconosca valore professionisti"

Pubblicato:01-02-2021 19:10
Ultimo aggiornamento:01-02-2021 19:10
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Di Maria Laura Iazzetti

MILANO – La campagna vaccinale avanza. E diverse Ats della Regione Lombardia cercano personale sanitario che si renda disponibile per la somministrazione dei vaccini: a titolo gratuito. Le Ats, infatti, sono in cerca di medici, infermieri, assistenti sanitari o ostetriche che si rendano disponibili per svolgere “attività di volontariato”. La denuncia viene dagli Ordini delle professioni infermieristiche della Lombardia, i cui presidenti hanno inviato il 22 gennaio una lettera al direttore generale dell’assessorato al Welfare della Regione, Marco Trivelli, chiedendo delucidazioni al riguardo. “Si ritiene indispensabile- scrivono- che un servizio di alto impatto sociosanitario come la vaccinazione debba essere formalizzato anche attraverso una forma contrattuale che riconosca il valore dei professionisti“.

Si legge ad esempio nel bando pubblicato sul sito dell’Ats Insubria: “Nell’ambito dell’emergenza sanitaria connessa alla diffusione della Covid-19 e alla campagna vaccinale anti Sars-Cov-2, questa Ats emette il presente avviso pubblico volto alla creazione di un elenco di volontari disponibili a prestare attività finalizzate all’attuazione del piano di somministrazione dei vaccini“. L’offerta è rivolta a professionisti o personale in stato di quiescenza, in pensione insomma.


Per i presidenti il bando contiene diversi elementi problematici: innanzitutto “il reclutamento di professionisti sotto forma di volontariato per una campagna che durerà almeno un anno”, e il possibile confitto tra quest’avviso pubblico e quello presentato dal commissario del governo Domenico Arcuri, in cui ai medici e agli infermieri viene offerta l’assunzione. Per queste motivazioni, gli Ordini degli infermieri hanno scritto a Trivelli manifestando “dissenso”.

“Non vogliamo fare polemiche- spiega alla ‘Dire’ la presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Brescia, Stefania Pace- ma crediamo che questa non sia una richiesta accoglibile per il personale infermieristico che sta lavorando durante l’emergenza sanitaria e che sta già facendo sforzi enormi”.

La denuncia degli infermieri viene rilanciata dalla deputata dei Cinque stelle, Stefania Mammì, che ha, a sua volta, inviato una lettera al dg welfare di Regione Lombardia Marco Trivelli: “Ritengo essenziale- spiega Mammì- che un servizio di rilevanza sociosanitaria come la vaccinazione debba essere prestato dagli operatori sanitari a fronte di un adeguato inquadramento contrattuale e non a titolo gratuito”.

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