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Giustizia, Palamara: “Messo a nudo il sistema, potere regolato da oligarchia”

Cosi' l'ex presidente dell'Anm Luca Palamara in un'intervista a Libero sul suo libro "Il sistema".

Pubblicato:01-02-2021 14:20
Ultimo aggiornamento:01-02-2021 18:49
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ROMA – “Ho scritto questo libro, oltre che per i cittadini, anche e soprattutto per venire incontro alle richieste di molti magistrati – 24 di loro mi hanno scritto un lettera aperta (la più nota è Clementina Forleo, ndr) – che mi chiedevano di mettere a nudo il meccanismo della giustizia italiana, di raccontare di come davvero stavano le cose. Che non erano solo quelle della notte dell’Hotel Champagne (che poi non era notte, ma sera tarda); ma si trattava di una sorta di ragnatela di potere che coinvolgeva chiunque avesse una rappresentanza. Ecco, l’ idea è che debba esserci una seria riflessione su questo, mi pare giusto specie per quei colleghi che rimangono ai margini perché non si identificano nelle correnti, soprattutto le correnti di sinistra”. Cosi’ l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara in un’intervista a Libero sul suo libro “Il sistema”.

Dove vuole arrivare con le denunce del suo libro? Vuole vendicarsi di avversari come il vicepresidente del Csm Ermini che la giudica “una scoria”, di chi ora la attacca e prima le chiedeva favori? “Non capisco chi mi imputa di voler scardinare la magistratura. Questo è un libro a favore della magistratura. Ma se lei mi chiede se ora la magistratura è credibile, bé, è un altro paio di maniche. La magistratura è fatta di posizionamenti, collateralismo, gerarchie”.

PALAMARA: UN’OLIGARCHIA, CHI E’ FUORI DALLE CORRENTI NON CONTA

“Non era il “sistema Palamara”. E “sistema”, da vocabolario, non è un’ organizzazione criminale, ma una relazione fra più soggetti. L’ idea che una sola persona potesse decidere – io, nella fattispecie – stride con la realtà. Il sistema è quello delle correnti, e i meccanismi di potere sono regolati da un’ oligarchia di cui io facevo parte. Chi era fuori dalle correnti non contava”, spiega Palamara.


“Ma non c’ ero solo io, ripeto. Le pare possibile che, parlando di intrecci tra magistrati e politici, i protagonisti riuniti all’Hotel Champagne erano gli stessi che hanno partecipato all’ elezione di Ermini, ma lì nessuno ha avuto da ridire. Sono diventato il capro espiatorio. Ma non è che “se esce Luca risolviamo i problemi”, così non funziona”, aggiunge Palamara.

Non teme di complicare la sua situazione? “Non ho alcun timore, le assicuro. Se l’ ho fatto – risponde- è esclusivamente per dover di verità. Ho le carte. Posso dimostrare, per dire, che Gigliotti e Ermini stesso (entrambi Csm, ndr) mi contattarono per avere il sostegno per la nomina del vicepresidente del Csm. E lo fecero anche dopo che Il Fatto Quotidiano aveva pubblicato l’ inizio dell’ inchiesta”.

L’ Anm l’ ha cancellata per corruzione. Dice che lei ha avuto la sua possibilità di essere audito ma che è stato vago. Cosa succederà quando e se riaprirà il suo caso? “L’ audizione presso l’ Anm è stata fatta davanti a 100 persone su 9000 membri, tra l’ altro tutti di un’ unica corrente. Non so quanta rappresentatività possa avere quell’ organo. D’ altronde, quando il presidente Grasso si è solo permesso di sollevare dubbi sul sistema senza essere troppo duro col sottoscritto, venne fatto dimettere dalla corrente di sinistra”.

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