NEWS:

VIDEO | Ddl Pillon, Bonafoni: “Regione Lazio ha detto no con due atti”

https://youtu.be/6VYhL44mcsY ROMA - La Regione Lazio ha detto 'no' al disegno di legge Pillon, in discussione in queste settimane in Commissione

Pubblicato:01-02-2019 17:33
Ultimo aggiornamento:01-02-2019 17:33

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – La Regione Lazio ha detto ‘no’ al disegno di legge Pillon, in discussione in queste settimane in Commissione Giustizia del Senato. “La Regione ha già contrastato questo disegno di legge con due atti importantissimi”, spiega all’agenzia Dire la consigliera regionale, Marta Bonafoni, a margine del presidio delle donne per i consultori, davanti alla sede della Regione “Il primo- aggiunge- è un Ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio regionale. La consigliera Lombardi, capogruppo del Movimento 5 Stelle, in quell’occasione si è alzata in aula, ha sottoscritto a nome di tutto il gruppo l’odg e l’ha votato. Un voto importantissimo anche dal punto di vista politico, perché entra nel merito delle contraddizioni del M5s al governo con la Lega”.

LEGGI ANCHE VIDEO | Blitz ‘Non una di meno’ a convegno con senatore Pillon: donna strattonata31/

“Ma c’è stato un passaggio ancora più importante, votato una settimana fa dentro il Piano sociale- ha aggiunto la consigliera- Si tratta di un mio emendamento, scritto dalle avvocate di Differenza Donna, le quali anche ieri erano davanti a Pillon per contestarlo, e che afferma, in occasione della mediazione familiare, il divieto della stessa sulla base di ben due articoli della Convenzione di Istanbul, nel caso di violenza fra coniugi, perché un conto è il conflitto, altra cosa è la violenza. Pillon dice che anche in caso di violenza si può fare, anzi si deve fare, mediazione, peraltro pure a pagamento, suscitando l’ilarità di chi gli ricorda- ha concluso Bonafoni- che lui è un mediatore familiare, e quindi tutto sommato lavora con le parcelle dei suoi colleghi con questo ddl”.


:

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it