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Porti, Russo: “Stato investa per Gioia Tauro, Augusta, Taranto”

Gioia Tauro fuori dalla nuova Via della seta? Lo abbiamo chiesto a Francesco Russo, assessore della Regione Calabria

Pubblicato:01-02-2018 18:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:25
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REGGIO CALABRIA – “Credo che Gioia Tauro sia sulla strada naturale della via della seta. Quindi tutte le ricostruzioni che vengono fatte affinché ci sia un’alternativa naturale al Mediterraneo, sono tutte evidentemente più costose che nessuno accetta”. Commenta così all’agenzia Dire l’assessore della Regione Calabria alla Logistica e portualità, Francesco Russo, l’ipotesi di una possibile esclusione del porto di Gioia Tauro (RC) dalla cosiddetta nuova Via della seta per il traffico merci dall’oriente verso l’Europa.

“E’ da circa 800 anni, da Marco Polo ad oggi, che la naturale via della seta passa dal Mediterraneo – ha aggiunto Russo – non credo che ci possa essere una valutazione economica che consenta di andare da altre parti. E’ chiaro che gli interessi sono ben differenti, come quelli del centro Europa, che hanno determinato la circumnavigazione della penisola Iberica per arrivare ai porti di le Havre, Rotterdam e Amburgo”.

“Ma sono tutte ricostruzioni che puntano a difendere l’indifendibile, ossia che l’entrata delle merci in Europa dal Mediterraneo sia a nord. Invece è evidente che guardando una semplice cartina geografica – ha aggiunto l’assessore – l’accesso più semplice sia a sud, da Suez o dalla penisola balcanica. Ci sono stati poderosi investimenti cinesi sul porto del Pireo. Ritengo che la capacità di certe scelte dipenda dalla volontà del governo italiano e delle regioni del Mezzogiorno di creare finalmente questa alternativa al nord Europa. Tutto il resto mi sembrano delle ipotesi di scuola, interessanti, magari da discutere all’università o sui giornali. Il problema resta su come il Mezzogiorno può essere dotato dallo Stato di strumenti adeguati per far si che l’incremento di movimentazione merci per i prossimi dieci anni, passi dalle nostre regioni, sfruttando – ha concluso Russo – i porti di Gioia Tauro, Crotone, Corigliano per la Calabria, ma anche a Augusta in Sicilia e Taranto in Puglia”.


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