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Report del Consiglio grande e generale del 31 gennaio

SAN MARINO - I contenuti della relazione del Fondo monetario sulla situazione economico-finanziaria del Titano occupano il dibattito consiliare

Pubblicato:01-02-2018 10:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:25

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SAN MARINO – I contenuti della relazione del Fondo monetario sulla situazione economico-finanziaria del Titano occupano il dibattito consiliare nel pomeriggio, cui partecipano in apertura, oltre al Segretario di Stato per le Finanze, Simone Celli, altri 4 rappresentanti di governo e sono ben 57 gli iscritti ad intervenire.

Nel suo lungo riferimento introduttivo, il Segretario di Stato Celli parte dai dati forniti dai tecnici del Fmi che mostrano come “l’economia sammarinese ancora oggi cresce ad un ritmo troppo lento- ammette- questo è un dato di fatto che il governo intende responsabilmente riconoscere”. Quindi passa ad affrontare le indicazioni relative al settore bancario e finanziario rispetto cui, secondo il Fmi, “emerge la necessità e l’urgenza di stabilire una strategia complessiva per dare una soluzione definitiva e permanentere alle sue criticità”. A riguardo Celli tratteggia una road map di interventi previsti: il primo passo è “l’ultimazione del processo di valutazione degli attivi, asset quality review, entro e non oltre la prima metà del mese di aprile”. Quindi le ricapitalizzazioni degli istituto entro “al massimo entro il primo trimestre del 2019 per quanto concerne l’adeguamento ai coefficienti patrimoniali attualmente previsti dalla normativa primaria e secondaria sammarinese”. A riguardo, Celli conferma come “il supporto al settore bancario mediante l’uso di risorse pubbliche si deve limitare a istituti bancari di rilevanza sistemica e in particolare a Cassa di Risparmio”. Poi Bcsm: infatti “la ristrutturazione del settore bancario- sostiene- non potrà non prevedere una radicale riforma della Banca Centrale da completarsi inderogabilmente entro il 2018”. Celli non tralascia il tema degli Nps: “Il governo ritiene auspicabile la costituzione, entro e non oltre il mese di settembre dell’anno corrente, di un veicolo di sistema, nella forma di un asset management company (AMC) promossa dalla Banca Centrale, partecipata su base volontaria da ciascun soggetto vigilato per la propria quota parte e garantita direttamente o indirettamente dallo Stato”. Il segretario interviene poi sulla “rapida ri-privatizzazione” di Cassa di Risparmio: “Al momento consiste in una raccomandazione espressa dagli esperti del FMI all’interno della dichiarazione conclusiva”, ma all’interno del governo il tema non è mai stato affrontato. E ancora, Celli passa in rassegna le indicazioni ricevute anche rispetto le politiche di Bilancio. Tra queste,“primaria importanza- rileva- ha la prosecuzione dell’attività di riqualificazione della spesa pubblica”, spiega. In riferimento alla spending review Celli anticipa quindi che “entro il mese di aprile il governo presenterà al Consiglio Grande e Generale un piano di interventi che dovranno consentire nel triennio 2018-2020 di portare l’incidenza percentuale della spesa corrente sulla spesa complessiva all’80%”. Infine il nodo del reperimento delle risorse: Non ci sono soluzioni preconfezionate”, assicura. “Il governo- prosegue- sta valutando una serie di opzioni, che al momento opportuno verranno sottoposte all’attenzione di tutte le rappresentanze consiliari”.

Al suo intervento seguono quelli dei colleghi di governo Guerrino Zanotti, Marco Podeschi, Andrea Zafferani e Augusto Michelotti che rimarcano, tra l’altro, gli impegni presi per il 2018 rispetto alle riforme strutturali e agli interventi di loro competenza. Prendono parola poi i consiglieri e l’Aula torna a dividersi sulla lettura del Report del Fmi, con l’opposizione che stigmatizza il riferimento del Segretario Celli e quello degli altri rappresentanti di governo. Teodoro Lonfernini, Pdcs, si chiede come si possa parlare del Report del Fmi ascoltando “le auto-pagelle” dei Segretari di Stato. “E’ passato un anno e le conseguenze delle vostre azioni sono pesanti sul sistema paese- ammonisce- e lo ha detto il Fondo due settimane fa”. Anche per Giovanna Cecchetti, Ps, lo scenario descritto dal Fmi “boccia la politica della segreteria per le Finanze, sia per gli interventi sul settore bancario, sia su per gli interventi sul bilancio”. Marianna Bucci, Rete, punta il dito contro il riferimento “immaturo” di Celli che “manomette i dati- lamenta- li omette, e non porta una minima riflessione su quanto riportato dal Fmi”. Durissimo l’intervento di Gian Matteo Zeppa, Rete, che chiama “ciarlatani e dispotici” coloro che “appartengono a questa nuova classe dirigenziale che agisce con una spiccata volontà dittatoriale”, riferendosi alla mancanza di confronto e coinvolgimento nelle scelte determinanti per il Paese.


Da parte degli interventi di maggioranza si sottolinea al contrario l’apprezzamento del Fmi nella volontà di governo e maggioranza “di dare un cambiamento al Paese- spiega Alessandro Bevitori, Ssd-un’inversione di rotta sempre più necessaria”. Si rimarca l’impegno per “politiche non più rinviabili- chiarisce Lorenzo Lonfernini, Rf- politiche incluse in un piano di stabilità la cui attuazione da parte del governo è già iniziata”. C’è anche il rammarico per alcuni interventi della minoranza: “Non è con il populismo qui dentro che riusciremo a venire fuori dai problemi- manda a dire Marica Montemaggi ,C10- più che arrabbiarsi per i toni che siamo abituati a sentire, delude quando si spera sempre di trovare condivisione su temi portanti come questi”-

Il dibattito si interrompe e proseguirà in seduta notturna.

Di seguito un estratto degli interventi della seduta pomeridiana.

COMMA 12. Riferimento sulla situazione economico-finanziaria della Repubblica di San Marino alla luce della “Missione ai sensi dell’articolo IV del Fondo Monetario Internazionale” e successivo dibattito

Simone Celli, Segretario di Stato per le Finanze
In primo luogo desidero mettere in evidenza l’importanza del dibattito che il Consiglio Grande e Generale si sta apprestando ad affrontare. La missione periodica condotta ai sensi dell’articolo 4 dagli esperti del Fondo Monetario Internazionale, rappresenta infatti l’occasione ideale per effettuare una analisi seria ed approfondita del quadro macroeconomico della Repubblica di San Marino e per svolgere un ragionamento concreto ed equilibrato sulle potenziali soluzioni da adottare per risolvere in via definitiva le problematiche tutt’ora esistenti. Non è assolutamente mia intenzione entrare nella disputa tra coloro i quali, da un lato, sostengono in modo acritico che il Fondo Monetario abbia bocciato sonoramente l’azione del governo e chi invece, dall’altro lato, abbraccia in modo incondizionato il teorema della promozione a pieni voti dell’esecutivo.
Il compito del Fondo Monetario Internazionale, infatti, non è quello di bocciare o promuovere un Paese e il suo organo di governo, bensì è quello di raccogliere e elaborare dati e statistiche, esaminare nel dettaglio la situazione generale in termini economici e finanziari e fornire raccomandazioni e suggerimenti al fine di dare risposte efficaci alle criticità rilevate. Nel corso del mio intervento cercherò di limitare al massimo posizioni di carattere autoreferenziale che avrebbero quale unico risultato l’acuirsi della conflittualità e l’amplificarsi delle distanze tra maggioranza e opposizione. Ritengo infatti che il Paese non tragga alcun beneficio da un eccessivo livello di contrapposizione politica su temi che sono strettamente attinenti alla vita presente e futura dell’intera comunità sammarinese. Auspico, perciò, che in Aula Consiliare si possa affermare un dibattito maturo, responsabile e costruttivo che, partendo da una analisi complessiva dell’odierno contesto economico e finanziario, possa portare tutte le rappresentanze consiliari a riflettere con la necessaria attenzione e la giusta sensibilità sulle azioni che il ceto politico dovrà intraprendere, già a partire dalle prossime settimane, per portare a compimento il processo di risanamento, trasformazione e rilancio del Paese, su cui lo stesso Fondo Monetario Internazionale ci invita ad andare avanti con ancora più determinazione rispetto a quella che abbiamo dimostrato sino ad oggi.

Gli esperti del Fondo Monetario Internazionale, all’interno della dichiarazione conclusiva, delineano un andamento del quadro macroeconomico moderatamente positivo. Nel biennio 2016 (+2%) – 2017 (+1,5%) si è registrato un tasso di crescita del prodotto interno lordo di circa 3,5 punti percentuali, con una tendenza complessivamente uniforme ai livelli di crescita economica dei Paesi dell’Eurozona. Per il 2018 e il periodo successivo, le proiezioni del Fondo Monetario Internazionale indicano un incremento del prodotto interno lordo lievemente superiore all’1%, tuttavia va puntualizzato che tali proiezioni non tengono conto degli effetti positivi che potrebbero derivare da alcune importanti iniziative imprenditoriali in corso di definizione nel comparto commerciale (polo della moda) e nel settore bancario (ingresso di nuovi investitori esterni).

L’economia sammarinese ancora oggi cresce ad un ritmo troppo lento, questo è un dato di fatto che il governo intende responsabilmente riconoscere.

Con altrettanta responsabilità, però, vanno rimarcati gli incoraggianti segnali di ripresa relativi agli esercizi 2016 e 2017 che fotografano un Paese che, non solo non sta saltando per aria, come alcuni osservatori interni ed esterni stanno artatamente tentando di far trasparire, ma un Paese che sta reagendo con coraggio e determinazione. Sia chiaro, il sentiero che abbiamo di fronte a noi resta particolarmente stretto e tortuoso. (…) Va tenuto conto poi che, oltre ai fattori di criticità endogeni che verranno approfonditi nel corso del mio riferimento, ci sono diversi fattori esogeni che potrebbero impattare negativamente sulla congiuntura economica del nostor Paese, come ad esempio una improvvisa frenata della crescita economica europea e mondiale, oppure le incertezze e il disorientamento che potrebbero scaturire da un quadro politico della vicina Italia, contrassegnato dall’instabilità in seguito alla consuktazione elettorale del prossimo 4 marzo. E’ innegabile che permangano significatici problemi sistemici e il Fmi opportunamente li rileva con chiarezza e incisitivà. Occorre affrontare queste problematiche con rigore, equilibrio e tempestività, non offrendo spazio ad ulteriori ritardi che arrecherebbero con ogni probabilità conseguenze negative all’andamento economico generale dei prossimi anni.

In generale emerge la necessità e l’urgenza di stabilire una strategia complessiva per dare una soluzione definitiva e permanentere alle criticità che continuano ad affliggere il settore bancario. Gli esperti del Fmi ci mettono in guardia dai rischi derivanti da un possibile non completamento del processo di ristrutturazione del settore bancario e in particolare di Cassa di risparmio. E’ indispensabile agire immediatamente per ripristinare la fiducia nel sistema bancario e per riattivare la leva del credito a supporto del mondo dell’impresa. Il completamento del processo di ritrutturazione del settore bancario rappresenta senza alcun dubbio la priorità delle priorità nell’agenza poltiica del governo per il 2018. Il FMI evidenzia che – riporto testualmente – “i problemi del settore bancario, accumulatisi nell’ultimo decennio, hanno comportato costi elevati per lo Stato”. La scelta di fondo del governo, durante l’anno 2017, è stata quindi quella di far emergere in modo chiaro e trasparente, sia in termini quantitativi che qualitativi, la dimensione delle problematiche riguardanti il settore bancario. Prima di definire la terapia, infatti, va individuata la malattia attraverso una diagnosi attenta e meticolosa. In tal senso va interpretato positivamente il passaggio della dichiarazione conclusiva in cui si afferma che “i recenti sforzi compiuti dalle autorità per identificare i problemi sono accolti con favore e le stesse autorità riconoscono la necessità di affrontarli in modo determinato”. D’altra parte, non può esserci soluzione definitiva e permanente, se prima non si qualifica e quantifica il problema da risolvere. È assolutamente vero che l’azione del governo orientata all’emersione di tutte le criticità presenti in ambito bancario e finanziario abbia generato una fase di incertezza e precarietà. Siamo altresì consapevoli che le scelte assunte nel corso del 2017 abbiano determinato il lieve rallentamento della crescita economica a cui correttamente fa riferimento il Fondo Monetario Internazionale nella sua dichiarazione conclusiva. Siamo tuttavia convinti che non ci fossero alternative, occorreva segnare un punto di rottura e di discontinuità con il passato e il governo così ha agito. Il processo di ristrutturazione del settore bancario, per avere credibilità a livello internazionale, non può prescindere da una preliminare evidenziazione di tutte le criticità presenti, a partire dal riconoscimento formale delle perdite, come peraltro raccomandato dagli esperti del FMI.

Quindi, è condivisibile il richiamo contenuto nella dichiarazione conclusiva del FMI volto a sottolineare la necessità e l’urgenza di definire una strategia complessiva e organica per il settore bancario che identifichi soluzioni permanenti finalizzate alla minimizzazione dei costi per i contribuenti, alla salvaguardia della stabilità finanziaria e a garantire la solvibilità e l’efficienza delle istituzioni bancarie. In tale ottica il piano operativo su cui si concentrerà l’impegno del governo nei mesi a venire non solo dovrà portare ad un riconoscimento formale delle perdite come peraltro già ho sostenuto in precedenza, ma dovrà prevedere interventi diretti a promuovere una pronta ricapitalizzazione delle banche, a favorire una efficace risoluzione dei crediti deteriorati e a migliorare ed implementare la trasparenza e l’accountability con l’obiettivo di rendere più adeguata e competitiva l’infrastruttura del settore bancario e finanziario.

Il primo passo da compiere nel dare attuazione al piano operativo consiste nell’ultimazione del processo di valutazione degli attivi, asset quality review. La Banca Centrale ha assunto l’impegno di completare l’esercizio Aqr entro e non oltre la prima metà del mese di aprile. In questo arco temporale di circa 4 mesi, l’autorità di vigilanza avrà la possibilità di aggiornare i dati a propria disposizione, attualmente relativi all’anno 2016, sulla base delle evoluzioni e delle tendenze che si sono materializzate nel corso del 2017. In questo periodo inoltre i singoli soggetti vigilati si confronteranno bilateralmente con l’autorità di vigilanza per condividere le risultanze delineate dall’Aqr e per impostare i piano di rimedio e di rilancio con cui dare una riposta precisa alle carenze patrimoniali, gestionali e organizzative messe in luce dall’Aqr. Al termine di questo processo, finalmente, verrà messa a disposizione del governo e di tutti gli stakeholders una fotografia dettagliata delle reali condizioni del settore bancario sammarinese e, partendo da questa fotografia, si dovranno definire e realizzare gli interventi necessari a potenziare la solidità patrimoniale, l’efficienza industriale e più in generale la competitività degli istituti di credito del nostro Paese.Le banche sammarinesi dovranno, in stretta sinergia con la Banca Centrale, identificare una strategia seria e credibile per attivare il processo virtuoso di risanamento dei propri bilanci.

Le ricapitalizzazioni dovranno avvenire in un lasso di tempo piuttosto breve, al massimo entro il primo trimestre del 2019 per quanto concerne l’adeguamento ai coefficienti patrimoniali attualmente previsti dalla normativa primaria e secondaria sammarinese; l’uniformazione alle indicazioni dettate dalle regole in materia di vigilanza bancaria predisposte dal Comitato di Basilea, si confida possa avvenire in un periodo congruo (almeno un triennio) e compatibile con le odierne caratteristiche strutturali del settore bancario locale. Il governo sostiene che i piani di ricapitalizzazione delle banche debbano fondarsi, in via prioritaria, su soluzioni di mercato, con iniezioni di capitale effettuate dalle attuali proprietà o attraverso l’ingresso di nuovi investitori esterni. Il supporto al settore bancario mediante l’uso di risorse pubbliche si deve limitare a istituti bancari di rilevanza sistemica e in particolare a Cassa di Risparmio. Come già affermato in precedenza, gli oneri a carico dei contribuenti devono essere ridotti al minimo. I piani di ricapitalizzazione, inoltre, dovranno essere accompagnati dalla adozione di piani industriali orientati alla trasparenza e all’efficienza, con l’obiettivo di riportare le banche a generare utili già a partire dall’esercizio 2019. In questa ottica va considerata di fondamentale importanza la raccomandazione del FMI rispetto alla necessità di rafforzare la governance delle banche, ivi compresa la gestione dei rischi, e assoggettare i nuovi management e anche quelli esistenti a rigorosi requisiti di onorabilità e professionalità.

Il processo di ristrutturazione del settore bancario, infatti, non può prescindere dal coinvolgimento di figure professionali dotate di consolidata esperienza e di elevati livelli di competenza tecnica, cosa che peraltro sta già avvenendo nella maggior parte dei soggetti vigilati e ciò va valutato positivamente. Una strategia complessiva di ristrutturazione del settore bancario e finanziario deve necessariamente coincidere con un progetto serio e credibile volto a ridurre in modo consistente l’incidenza dei crediti deteriorati nel medio termine. In tal senso le raccomandazioni del FMI vanno tenute in considerazione e in particolare va assunto un impegno preciso da parte del governo a realizzare, entro il primo semestre del 2018, le opportune modifiche legislative alla disciplina fiscale e giuridica riguardante la cessione dei crediti deteriorati e a riformare l’impianto normativo, ormai obsoleto, che regolamenta i regimi di insolvenza e dell’esecuzione del credito. Queste innovazioni legislative dovranno creare le condizioni affinché la risoluzione del problema NPL si concretizzi in modo efficace e tempestivo, permettendo alle banche di rimuovere gli attivi non fruttiferi dal bilancio, migliorandone da subito la redditività e rendendole meno vulnerabili alla contrazione dei finanziamenti.

Per la gestione e il recupero dei crediti deteriorati il governo ritiene auspicabile la costituzione, entro e non oltre il mese di settembre dell’anno corrente, di un veicolo di sistema, nella forma di un asset management company (AMC) promossa dalla Banca Centrale, partecipata su base volontaria da ciascun soggetto vigilato per la propria quota parte e garantita direttamente o indirettamente dallo Stato. Naturalmente, la riforma del settore bancario avrà come suo epicentro la profonda ristrutturazione di Cassa di Risparmio. Dopo aver identificato la dimensione del problema nel 2017, ora occorre che la governance e il management diano velocemente sostanza al piano industriale al fine di riportare la Cassa di Risparmio a generare utili, attraverso la riduzione degli elevati costi di gestione e l’impostazione di un nuovo modello di business. Con un bilancio totalmente risanato e con la progressiva implementazione del piano industriale, Cassa di Risparmio sarà posta nelle condizioni oggettive di poter essere ricapitalizzata adeguatamente attraverso l’intervento dello Stato. Con questa strategia si eviterà di correre il rischio di collocare significative risorse pubbliche, come d’altronde accaduto anche nel recente passato, all’interno di una azienda insalubre. Desidero sottolineare che a livello di governo, ad oggi, non è mai stato affrontato il tema della “rapida ri-privatizzazione” di Cassa di Risparmio, che al momento consiste in una raccomandazione espressa dagli esperti del FMI all’interno della dichiarazione conclusiva.

La ristrutturazione del settore bancario, inoltre, non potrà non prevedere una radicale riforma della Banca Centrale da completarsi inderogabilmente entro il 2018, attraverso un rafforzamento delle sue funzioni di regolamentazione e supervisione per migliorare la vigilanza sul sistema bancario, per sviluppare la capacità di monitoraggio e gestione dei rischi sistemici e per assicurare la stabilità finanziaria del Paese. Infine, va irrobustita l’azione tesa al rilancio e al riposizionamento internazionale del settore bancario sammarinese e in tal senso il governo riconferma la validità delle linee di indirizzo presentate dalla Segreteria di Stato per le Finanze ed il Bilancio e approvate dal Consiglio Grande e Generale nella sessione consiliare dello scorso mese di giugno e rimarca l’importanza strategica della stipula del memorandum d’intesa con la Banca d’Italia e dell’accordo di associazione con l’Unione Europea.

Se la riforma del settore bancario rappresenta il pilastro fondamentale su cui basare il processo virtuoso di risanamento, trasformazione e rilancio della Repubblica di San Marino, non vanno trascurate in alcun modo le raccomandazioni degli esperti del FMI inerenti le politiche di bilancio. Alla luce dell’inevitabile aumento del debito pubblico causato dai costi di ricapitalizzazione delle banche, occorre continuare a gestire il bilancio pubblico con i criteri del rigore, della prudenza e dell’equilibrio. Gli aggiustamenti fiscali di carattere straordinario previsti per l’esercizio finanziario 2018 consentono di raggiungere il risultato di un bilancio quasi in pareggio, con il conseguente positivo decremento nel medio termine del rapporto debito-prodotto interno lordo. Tuttavia, la guardia non va abbassata e vanno portati a compimento alcuni interventi di carattere strutturale per garantire al quadro generale della finanza pubblica un equilibrio di lungo periodo e una sostenibilità di massima in caso di ricorso a qualsiasi forma di finanziamento. Assume, in tal senso, primaria importanza la prosecuzione dell’attività di riqualificazione della spesa pubblica, con l’obiettivo di ridurre l’incidenza percentuale della spesa corrente come stabilito dagli impegni introdotti con la legge di assestamento al bilancio di previsione 2017 e di colpire le aree di spesa improduttiva, con particolare riferimento agli sprechi e ai privilegi che ancora sono largamente diffusi nell’amministrazione dello Stato.

Entro il mese di aprile il governo presenterà al Consiglio Grande e Generale un piano di interventi che dovranno consentire nel triennio 2018-2020 di portare l’incidenza percentuale della spesa corrente sulla spesa complessiva all’80%, e il monitoraggio sull’andamento della spesa pubblica dovrà diventare un’attività da esercitare in modo permanente affinché possa progressivamente far migliorare la qualità del modo in cui vengono utilizzate le risorse pubbliche. Intendendo eliminare le misure fiscali straordinarie (patrimoniale e minimum tax) per l’esercizio finanziario 2019, il governo ha iniziato un ragionamento concreto sulle scelte politiche e legislative da adottare per ottenere un consolidamento fiscale di tipo strutturale. L’entrata a regime delle riforme delle pensioni e delle imposte indirette, il cui iter normativo dovrà essere completato entro il 2018, determinerà un importante impatto positivo sul quadro generale della finanza pubblica. Va poi rivisto, almeno su un triplice livello, l’impianto normativo della legge tributaria del 2013. L’individuazione di strategie funzionali all’allargamento della base imponibile, l’aumento della progressività nell’applicazione delle aliquote e la robusta implementazione degli strumenti usati per l’attività di accertamento tributario, sono tre ambiti di azione da esplorare immediatamente che potrebbero produrre un notevole incremento, nel breve e medio termine, delle entrate fiscali. L’equilibrio strutturale del quadro generale della finanza pubblica rappresenta il baricentro su cui impostare una politica di bilancio seria e realistica, soprattutto perché va ribadito con forza che è impossibile poter immaginare una fase di crescita solida e duratura senza avere, quale condizione preliminare, i conti in ordine. Un bilancio in equilibrio rappresenta lo strumento indispensabile per praticare una politica economica più coraggiosa, più attenta agli investimenti e in grado di preservare l’erogazione di servizi di qualità da parte dell’amministrazione.

Come già sostenuto il precedenza, il governo non è assolutamente soddisfatto del trend di crescita del biennio 2016-2017 e delle proiezioni relative al biennio 2018-2019. Il Paese sta ripartendo, è vero, ma cresce ancora troppo lentamente ed è assoggettato a troppi rischi, endogeni e esogeni, che possono determinare una revisione al ribasso del tasso di incremento del prodotto interno lordo. Va impostata una politica economica che sappia garantire un livello di crescita consistente, sostenibile e duraturo. La crescita dovrà evidentemente puntare sulla competitività di sistema e dovrà essere una competitività regolamentata, ordinata e non selvaggia. Il modello di crescita dei prossimi anni dovrà puntare a far tornare i livelli di produzione della ricchezza a quelli antecedenti alla crisi iniziata nell’ultimo trimestre del 2008, ma contestualmente dovrà delineare una visione inclusiva della società: la crescita infatti può e deve diventare uno strumento formidabile a supporto della battaglia contro ogni forma di povertà, disuguaglianza, discriminazione ed emarginazione, uno strumento formidabile a sostegno delle fasce sociali più deboli. Perciò, il governo è fortemente impegnato per l’affermazione di un modello di sviluppo fondato sulla legalità, sulla trasparenza e sulla piena integrazione con la comunità internazionale; un modello di sviluppo che sia moltiplicatore di opportunità occupazionali per la popolazione sammarinese; un modello di sviluppo che sia generatore di prosperità, diffondendo una moderna cultura del lavoro basata su una piattaforma condivisa di diritti e di doveri, rispettando l’ambiente e più in generale assicurando a tutti i cittadini una elevata qualità della vita. L’azione del governo, in questo primo anno di legislatura, ha avuto il merito di realizzare alcune iniziative interessanti, e valutate positivamente anche dagli esperti del FMI, per rendere più semplice e più conveniente l’esercizio di attività imprenditoriale in territorio sammarinese. Alcuni progetti sono in itinere, altri ancora in fase di elaborazione. Indubbiamente va sottolineata la necessità di intensificare l’azione del governo sul terreno della riattivazione delle leve della crescita. Ciò che è stato compiuto fino ad ora è importante e non va in alcun modo sottovalutato, ma non basta, è solo la prima parte di un’opera molto complessa e articolata che dovrà condurre alla formazione di un ambiente confortevole e attrattivo per chi intende svolgere attività economica a San Marino.Tra le principali aree di intervento su cui il governo intende conseguire risultati concreti entro il 2018 desidero mettere in evidenza: La creazione dell’Agenzia per lo Sviluppo, che permetterà di condurre, in stretta sinergia con i rappresentanti del corpo diplomatico, una utile attività di promozione internazionale del sistema economico sammarinese con l’obiettivo di stimolare l’insediamento di investimenti esteri in territorio; Il rafforzamento dello strumento delle “residenze elettive” e il progressivo ampliamento dell’apertura del mercato immobiliare ai forensi; La riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali con l’obiettivo di facilitare ulteriormente l’incontro tra domanda e offerta, di incentivare la stabilizzazione dei rapporti di lavoro e la limitazione di tutte le forme di precarietà, di rivedere gli strumenti di protezione sociale in favore dei disoccupati, legandoli maggiormente a percorsi di riqualificazione e di formazione professionale; L’istituzione dello Sportello Unico per le imprese, che semplificherà notevolmente il rapporto tra pubblica amministrazione e operatori economici, riducendo gli oneri burocratici a carico di aziende e cittadini; Il riordino, la semplificazione e l’efficientamento delle agevolazioni fiscali a favore delle imprese; Il potenziamento della rete di accordi commerciali, di intese contro le doppie imposizioni e per la promozione e la protezione degli investimenti e di memoranda of understanding, con tutti gli Stati e le banche centrali che vengono ritenuti nevralgici per le prospettive economiche e finanziarie sammarinesi; L’avvio della progettazione e della realizzazione, anche attraverso l’emissione di appositi bandi di concorso internazionali e avvalendosi dello strumento della “finanza di progetto” per rendere possibile una sinergia tra pubblico e privato, di alcune infrastrutture strategiche: 1) parcheggio multipiano di Borgo Maggiore; 2) campus scolastico nella zona di Fonte dell’Ovo; 3) nuova struttura ospedaliera; 4) sviluppo dell’aviosuperficie di Torraccia; La definizione di un piano organico di riqualificazione dell’offerta turistico-commerciale, con particolare attenzione al Centro Storico della Città di San Marino, che tracci le seguenti linee di intervento: 1) implementazione dell’attività congressuale e, più genericamente, di iniziative legate all’intrattenimento, con la nuova gestione del Kursaal; 2) programmazione di eventi di alta qualità attraverso un coordinamento formale e sostanziale tra Ufficio del Turismo e operatori del settore; 3) riconoscimento di incentivi ad operatori del comparto che intendono innovare e riqualificare la propria attività; 4) identificazione di almeno due aree del territorio in cui prevedere l’insediamento di infrastrutture alberghiere di lusso con l’obiettivo di fondo di incentivare il turismo stanziale e di puntare su un target di turista ad elevata propensione al consumo.

Al termine della sintetica illustrazione dell’agenda delle priorità sui si focalizzerà l’impegno del governo durante il 2018, svolgo alcune considerazioni sul delicato argomento delle modalità con cui si intende reperire le risorse necessarie a portare a compimento il processo di ristrutturazione del settore bancario e, in termini più ampi, la riorganizzazione dell’intero Paese. Non ci sono soluzioni preconfezionate, questo deve essere chiaro. Il governo sta valutando una serie di opzioni, che al momento opportuno verranno sottoposte all’attenzione di tutte le rappresentanze consiliari. Il suggerimento degli esperti del Fondo Monetario Internazionale teso a perseguire una diversificazione nelle forme di finanziamento, è assolutamente condivisibile e il governo, seppure con rigore e prudenza, intende muoversi in questa direzione, prendendo in esame più opzioni che vanno dal sostegno di organizzazioni internazionali, all’emissione di debito sovrano, all’esplorazione di eventuali molteplici prestiti bilaterali da parte di entità sovrane, fino all’ipotesi di far ricorso alle risorse attualmente presenti nel Paese. Il ricorso a un programma di assistenza tecnica e finanziaria del FMI, attualmente, rappresenta una mera ipotesi di lavoro che non va scartata a priori, ma richiede un importante approfondimento a livello politico e sociale. Su una simile prospettiva, ancora tutta definire, occorre ricercare il più ampio coinvolgimento possibile delle forze politiche, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni datoriali. Scelte assunte unilateralmente sarebbero incomprensibili e difficilmente digeribili per l’intera comunità sammarinese. Senza alcun dubbio la collaborazione con il FMI va irrobustita, l’ausilio tecnico offerto dai suoi esperti può rappresentare un significativo valore aggiunto per la Repubblica di San Marino, soprattutto in un’ottica di accreditamento internazionale del processo riformatore che il governo sta mettendo in campo dal giorno del suo insediamento. Con la cabina di regia del FMI, inoltre, potrebbe configurarsi la possibilità che sia un pool di organizzazioni internazionali a supportare le esigenze finanziarie del nostro Paese. Mi riferisco, a titolo meramente esemplificativo, a B.E.I., I.F.C., E.B.R.D.Deve essere chiaro all’Aula Consiliare, che il governo non ha assunto un orientamento definitivo rispetto allo scenario del ricorso al supporto del FMI. È una decisione su cui nelle prossime settimane andrà sviluppato un confronto serio e responsabile con tutte le forze politiche e le parti sociali. Però colgo questa occasione per sottolineare che il FMI non è il problema, bensì può rappresentare un’opportunità o meglio, una – non l’unica, è vero – delle possibili soluzioni al problema. Le opzioni di finanziamento, comunque, andranno inserite in un quadro generale della finanza pubblica fondato sul principio della sostenibilità del debito. (…) È difficile identificare esattamente quale sia, in questo momento, l’ordine di grandezza per stabilire il livello prudente e sostenibile del debito pubblico per la Repubblica di San Marino. I fattori che incidono sull’identificazione di questo parametro sono la crescita, i tassi di interesse e la capacità di accesso al mercato. Più è elevata la crescita, più sono bassi i tassi di interesse e migliore è la capacità di accesso al mercato, più alto può essere il livello prudente e sostenibile del debito. (..) Il ricorso al debito, pertanto, va necessariamente inserito all’interno di un piano di stabilità nazionale che permetta di garantirne la sostenibilità. Solo così la Repubblica di San Marino si potrà presentare con le carte in regola non solo agli occhi del Fondo Monetario, ma anche dell’intera comunità internazionale e della comunità degli investitori. La ristrutturazione del settore bancario, la radicale revisione della Banca Centrale, in particolare il rafforzamento delle sue funzioni di vigilanza, la gestione prudente e rigorosa della finanza pubblica, le riforme strutturali e le politiche per lo sviluppo, sono i cinque pilastri su cui il piano di stabilità nazionale dovrà indicare linee di intervento precise e dettagliate, definendone modalità e tempistiche di realizzazione. Ci troviamo di fronte ad una sfida inedita; ci troviamo di fronte alla necessità di risolvere molto velocemente problemi di notevole dimensione; perciò occorre che l’intera classe politica e in primo luogo chi ha responsabilità di governo mostri la consapevolezza della complessità e della gravità della situazione economica, finanziaria e sociale, nell’ambito della quale ci si trova ad esercitare l’impegno civile e politico all’interno delle istituzioni democratiche. Non è mio compito e non è mia intenzione rivolgere alcun invito all’abbassamento dei toni. È legittimo che l’opposizione svolga il proprio ruolo di controllo sull’operato del governo, anche se talvolta utilizzando degli strumenti ed un linguaggio che lasciano, a dir poco, un filo di amarezza e diverse perplessità sulle effettive finalità. Non è il tempo delle recriminazioni, è il tempo di guardare avanti e quindi manifesto il mio auspicio e l’auspicio del governo di cui ho l’onore di fare parte, affinché ci possa essere almeno il buonsenso sufficiente per ricercare un livello minimo di condivisione di quella consapevolezza della difficile situazione del Paese cui facevo riferimento poco fa. Il condividere questa consapevolezza rappresenta il primo, essenziale, passo in avanti per impostare in termini politici una dialettica seria, costruttiva e responsabile, al fine di avviare un confronto positivo e propositivo nel generale interesse della comunità sammarinese. Un ragionamento che dovrà coinvolgere l’intero arco parlamentare, allargandolo immediatamente ai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro e alla società civile. Nessuno si dovrà sentire escluso dall’imponente, e per certi versi entusiasmante, processo di risanamento, trasformazione e rilancio che dovrà consentire di disegnare una prospettiva credibile e sostenibile per la Repubblica di San Marino e la sua popolazione. Politica, sindacati, imprenditori, professionisti, liberi cittadini, dovranno essere posti nelle condizioni per contribuire attivamente alla definizione del piano di stabilità nazionale, quale piattaforma progettuale su cui delineare il perimetro dell’azione del governo per il 2018 e per gli anni successivi. È logico che al termine di questa fase di confronto, sarà diritto e dovere del governo individuare una sintesi conclusiva, presentandosi in Aula Consiliare con una sua proposta di piano di stabilità nazionale. La speranza, tuttavia, è che si possano trovare sostanziali elementi di condivisione e in tal senso fin da ora assicuro il massimo impegno del governo a prestare adeguata attenzione a tutti i contributi che giungeranno dalle forze di opposizione e dalle parti sociali.

Guerrino Zanotti, Sds Affari Interni
L’assenza di lungimiranza nel passato ha lasciato un paese oggi più povero. Ora, la necessità di abbandonare pilastri economici, è causa di una ripresa ancora lenta e non ancora stabile. Le sorti del nostro Paese sono legate al sistema bancario, la strada percorsa è stata quella di tutelare risparmiatori e quindi i cittadini, questo ha significato per il bilancio dello Stato il compiere grossi sacrifici, con inevitabili ricadute per la collettività,t ma la strada alternativa avrebbe significato sacrificare larga parte di quegli investimenti, come accaduto in altri Paesi. Il Fondo sottolinea la necessità di scelte strutturali per dare stabilità alla finanza pubblica e per liberare risorse al bilancio dello Stato. A riguardo è fondamentale quindi la definizione di un Piano nazionale di stabilità che affronti in tempi stretti anche il tema del reperimento di risorse, come ricordato dal segretario Celli. Riconfermo e sottolineo la ‘giustezza’ della scelta del governo di non affrontare i temi di natura contrattuale in sede di Bilancio, ma ora inizia il percorso del rinnovo del contratto di lavoro. E gli interventi devono nascere dalla consapevolezza delle parti che nulla è come un tempo, compreso il ruolo sociale svolto dalla Pa. Di contro, occorre un salto di qualità nelle relazioni sindacali, ove il datore di lavoro pubblico si impegna- come sta facendo- a riscrivere regole certe, a garantire pari opportunità su accessi e trattamenti retributivi equi, un quadro in cui non sia solo l’anzianità il criterio di merito. Vanno rivisti strumenti per la formazione per l’accesso al pubblico impiego e come strumento di valutazione continua. Le nuove relazioni vanno comprese dal sindacato che non può pensare di fare nel settore pubblico battaglie di retroguardia, non pensando alla situazione del Paese. Rafforzare quindi la consapevolezza della complessità della situazione economica e finanziaria con cui il Paese sta facendo i conti. Fermo restando le responsabiltà di ognuno, il fatto o non fatto del passato, non giustifica il tatticismo e il trincerarsi di chi crede di ‘aver già dato’. La spesa corrente è indubbiamente alimentata da chi lavora nel pubblico, molteplici saranno le direzioni per il contenimento delle spese: sugli straordinari – su cui si sta predisponendo una proposta- sul numero complessivo di unità organizzative..non sempre tutto ciò darà risultati immediati, dobbiamo pensare ad un’amministrazione organizzata su modelli ‘working in progress’. La certezza del posto di lavor non può esser confusa con l’inamobilità del ruolo e dell’orario di lavoro. Ognuno sarà chiamato a fare la propria parte e ad abbandonare convizioni e il facile consenso. Il sottoscritto e il governo stanno affrontando questioni senza tenere conto del ‘facile consenso’ che per decenni classe politica si è assicurata in termini di voti e pace sociale nel pubblico impiego.

Marco Podeschi, Sds Cultura e Istruzione
San Marino non si muove in contesto economico semplice, lo ribadisco. I ragionamenti che andremo a fare, coinvolgendo tutti gli attori dellAula consiliare e le forze economiche e sociali, non saranno un discorso autoereferenzile del governo che ha sì l’onere di portare avanti il programma di governo. Ma non vorremmo essere autoreferenziali e portare avanti politiche, non dialogando con parti della società. Nella relazione Fmi il tema Npl è un tema molto, ma molto critico, e non riguarda solo San Marino, anche l’Italia e Ue. Andranno portae avanti riflessioni coinvolgendo gli attori interessati: si è tentato da mesi il dialogo con il settore bancairo che vogliamo continuare ad avere, perché le scelte non possono essere alocate solo a decisioni del govero. Altro tema è la riforma di Bcsm, tema che la visita del Fmi ha introdotto nel 2018, come novità. Quest’anno Fmi ha chiesto infatti di iniziare una serie di interventi importati su questa istituzione. Va data a riguardo la priorità su come riformare lo statuto di Bcsm, sono stati fatti anche incontri a riguardo, ma il punto è avere una istituzione che regoli futuri crisi bancarie e abbia una struttura dimensionalmente proporzionata a San Marino e che possa supportare governo e Consiglio per sviluppare politiche nuove.

Altro elemento di riflessione del report del Fmi è il bilancio pubblico: dobbiamo capire quali risorse il paese si può permettere rispetto ai servizi che offre. Servono però riflessioni che coinvolgano anche le parti sociali sulle politiche su come efficientare percorsi e contestualmente su come intervenire in settori non strategici e affrontare un percorso di efficientamento, senza ridurre la qualità. L’struzione è un settore strategico e bisogna mantenerne le risorse così come l’Università- e il Bilancio su questo ha dato segnali di conferma. Ma in un momento di transizione bisogna capire quali possono essere le scelte più logiche e condivise per Repubblica sui settori non strategici.

Andrea Zafferani, Sds Industria e Lavoro
I dati sulla crecita del 2% nel 2016 e de 1,5% per il 2017 sono più elevati di quelli stimati l’anno scorso dal Fmi, siamo quindi sopra alle attese, segno che il Paese sta crescendo più di quanto si attendeva in termini economici. Il sistema continua ad espandersi, anche se più lentamente, i dati di incremento dell’occupazione sono significativi nel settore privato nel 2017, è un’altra conferma. La stessa crescita del numero di persone iscritte alle liste di avviamento al lavoro, in un quadro di espanzione economica, potrebbe rappresentare un incremento della forza lavoro nel Paese. Sono questi tre dati da tenere in considerazione in premessa. Ma alla domanda se siamo soddisfatti di questi dati, rispondiamo certamento di no. Dopo tutto quello che è successo nel 2017 nel sistema bancario e finanziario un tasso di crescita dell’1,5% non è scontato, quando si affrontano problemi seri si possono avere dati negativi che siamo riusciti a superare e ciò dimostra la solidità del sistema. Ma non siamo soddisfatti e stiamo cercando di intervenire con varie ipotesi di lavoro. Siamo partiti dagli intervenit a costo zero, intervento legislativi e l’abolizione dei limiti che rendevano il paese meno copetitivio, siamo intervenuti per permettere alle imprese di assumere le persone ritenute più idonee, abbiamo rivisto il sistemi di incentivi per comportamenti virtosi, crediti imposta per attività di formazione del personale e per l’internazionalizzazione, abbiamo rivisto gli incentivi nelle assunzioni, rendendoli crescenti nel tempo.. tutti elementi che incidono sulla crescita economica. Ci siamo concentrati poi sulla riduzione della burocrazia su cui giocherà un ruolo fondamentale lo Sportello unico per le imprese. Nel 2018, sempre parlando di interventi a costo zero, lavoreremo sulle tante comissisoni che intervengono sulle imprese e allungano tempi di risposta e introducono discrezionalità, vogliamo abolirle sostituendole con parametri di legge riconoscibili per chi vuole investimenti nel Paese. Vogliamo in definitiva diventare un ‘paese normale’ dove ci sono condizioni chiare e definite per investire.

Augusto Michelotti, Sds per il Territorio
Gli investimenti infrastrutturali urgenti: considero il lavoro- che sarà lungo- che si sta facendo per il collegamento rapido Rimini- San Marino, rispetto cui si dovranno valutare sinergie con soggetti privati. Poi le strutture ricettive ad alto livello in posizioni strategiche, la riqualificazione delle cave antiche, tutto strettamente collegato a un discorso organico con il Prg che dovrà tenere in alta considerazione la vocazione turistica, ma non solo, e dovrà rimettere a norma i Paese e il ‘brutto’ prodotto negli anni. Ci sono poi le infrastrutture cui vogliamo dare sostanza e priorità: il polo scolastico di Fonte dell’Ovo e l’Ospedale di Stato per la sua messa in sicurezza rispetto alla vulnerabilità sismica. A riguardo, sono in corso approfondimenti tra Segreterie e uffici per definire in tempi celeri le progettazioni. Poi c’è parcheggio di Borgo per rispondere alle esigenze dei cittadini e del comparto turistico. E’ avviato il confornto a 360 grandi che sarà intensificacto e in poco tempo si aprirà un bando di concorso aperto ai professionisti sammarinesi. Poi oltre ai grandi progetti che hanno attuazioni più lunge, una serie di interventi più piccoli: il ripristino di giochi e attrezzature in parchi e giardini pubblici, la nuova sede dell’ufficio del turismo in città, quello attuale sarà trasformato in polo di alta attrazione turistica (come un ristorante), l’ampliamento dei cimiteri, la piscina Tavolucci, il Cinema Turismo, la messa in sicurezza dei portici di Borgo Maggiore, la messa a regime dell’aeroporto di Torraccia … sono solo alcune delle opere su cui stiamo lavorando, per iniziare a dare impulso e possibilità alle imprese di rimettere in moto il comparto edilizio.

Eva guidi, Ssd
Parto dalla parola ‘Accountability’, più volte citata da Fmi nella sua relazione, ovvero ‘responsaiblità per il proprio operato’. E’ priprio il miglioramento rispetto al’accountability che ci chiede il fondo. Non ha detto che va tutto bene, e nessuno di noi lo dice, il Fondo ci anticipa molte preoccpazioni, ci dà conto di un lavoro fatto in tempi recenti e una serie di note positive che devono essere lette senza pregiudizi di parte. Fa un insieme di considerazini che comunque vanno valutate da noi e non possono essere avulse dal nostro contesto. Invito ad andare oltre al dire che tutte le cose negative o positive sono di uno o dell’altro. L’Fmi ci dice che la crescita sta rallentando a fronte delle incertezze del sistema bancario che causa anche gli investimenti deboli. Sono poi riconosciuti gli sforzi fatti per la presa d’atto della qualità degli attivi, senza la quale non poteva essere messa in atto una strategia per risolvere i problemi, soo riconosciute anche le riforme del 2017 e l’impegno per la trasparenza di San Marino, gli sforzi compiuti a livello di comunità internazionale.

Teodoro Lonfernini, Pdcs
Sono sopreso dagli interventi precedenti, mi chiedo se abbiamo letto la stessa relazione. E non me ne frega niente se voi siete al governo e noi all’opposizione, rimaneteci e fate quello che dovete fare in funzione dell’accountability/responsabilità. Io chiedo davvero se quella responsabiità esiste, se raccontate ai cittadini una cosa diversa da quella che è. Come si fa a parlare del Report del Fmi ascoltando le vostre auto-pagelle? E’ passato un anno e le conseguenze delle vostre azioni sono pesanti sul sistema paese e lo ha detto il fondo due settimane fa. Il fondo ha esplicitato una realtà di cui bisogna analizzare le luci e le ombre, invece voi ci raccontate che su Cassa andiamo avanti come nulla fosse successo, tanto mica ha detto che quella banca è da privatizzare…invece il Fondo ha scritto proprio questo e ha scritto anche gli errori del passato della precedente maggioranza e governo, certo. Io c’ero all’incontro della delegazione con la commissione Finanze e ho ascoltato questo. Purtroppo nella relazione del Segretario non c’ questo, c’è una ‘diminutio’ di quello che dice il Fondo. Segretario, ma dove sono le misure che ha detto il fondo? Dove le ha impostate? Lei ha scritto che entro il 2019 lei porrà la spesa pubblica corrente all’80%. Ma 14% punti percentuali non li abbassa in un anno e mezzo, a meno che non abbia già in mente misure pesanti da approntare, allora ce le dica. Dove interviene? Nella Pa, negli stipendi? Nell’Iss? Con la riforma dell’Iva? Queste sono le riforme che chiede il Fmi ma non ci sono nella sua relazione, potevate tirare fuori oggi la monorotaria così facevamo un altro dibattito di fantasia. Questa è l’accountability? Come fate a pensare che il paese sta reagendo, avete letto i numeri? Ci sono 1430 disoccupati, di cui 1140 privi di ammortizzatori sociali. Sono 31 in più nel 2017, mentre crescono del 2,4% i lavoratori frontalieri grazie a leggi sbilanciate.

Lorenzo Lonfernini, Rf
Credo che quando ci approcciamo a questo dibatitto dobbiamo leggere la relazione considerandola una opportunità. La delegazione Fmi ci offre ancora una volta un’analisi competente, cercherò di parlarne spogliandomi della casacca della maggioranza, ma non sono disponibile ad accettare ancora tante bugie su maggioranza e governo. Sappiamo tutti che ci sono politiche non più rinviabili, politiche incluse in un piano di stabilità la cui attuazione da parte del governo è iniziata. In tutti noi c’è la consapevolezza di portare a compimento riforme importanti, come la riforma previdenziale, che deve nascere dal patto tra le generazioni. C’è assoluta necessità di irrobustire l’attività di accertamento tributario a seguito della riforma che deve essere applicata fino in fondo. Npl: il problema andava riconosciuto e affrontato, come abbiamo fatto, non significa che tutto è stato fatto bene. Quando parliamo di deficit di fiducia, le vicende di Bcsm e del suo management non hanno avuto ricaduta positiva.

Luca Santolini, C10
Servirebbe oggi un confronto onesto e schietto che punta ad approfondire un report che non deve essere oro colato, ma è redatto certamente da tecnici competenti. Parto dal presupposto del riconoscimento, a chi ha le redini del paese, di aver fatto emergere i problemi e le loro dimensioni. Poi Fmi ci dice di sostenere istituti finanziari sostenibili, suggerimeto credo da prendere con le pinze. Su Carisp ci dice di privatizzare, è ineccepibile dal punto di vista tecnico ma noi dobbiamo valutarne le prospettive sociali. In prospettiva credo Carisp vada in futuro pensatocome gestito privatamente, ma p da considerare l’impegno profuso dallo Stato per tutelare i risparmi. Sugli Npl il segretario ci ha dato la tempistica sulla creazione di un veicolo di gestione. Indipendentemente dalle soluzioni, si dovrà far luce su cause e responabilità. Ed è da considerare possibilità di vendita (senza S) degli Nps. Priorità poi sono il Memorandum con l’Italia e ‘Accordo di associazione con l’Ue. Sulle riforme strutturali: per quella previdenziale C10 vigilerà su proposte nel rispetto della solidarietà generazionale, di equità e sostenibilità.

Sul reperimento di risorse: dopo 10 anni di crisi e interventi spot su Cassa, le uniche risorse interne rimaste sono quelle dei fondi pensione, se no, bisogna rivolgersi ‘fuori’. L’importante è la sostenibilotà e la responsabilità degli intenrventi che si andranno a fare e su questo è necessario il confronto non solo di maggioranza e opposizioee ma del Paese.

Giovanna Cecchetti, Ps
Lo scenario descritto dal Fmi boccia la politica della segreteria per le Finanze, sia per gli interventi sul settore bancario, sia su per gli interventi su un bilancio che porta a pareggio fittiziamente. Ma qui si continua a fare finta di nulla. L’appello al confronto è necessario e doveroso, alla luce degli interventi necessari sul settore finanziario. Ricordo che proprio questo è il settore su cui è avvenuta rottura, su Bcsm e su Cassa di risparmio. Ma se non si parte da un’analisi seria, diventa difficile arrivare al confronto e alla condivisione. La fiducia passa da una presa d’atto del fallimento di Celli e da un suo passo indietro.

Marianna Bucci, Rete
E’ tempo di guardare avanti, dunque per portare a termine il risanamento del bilancio del Paese. Celli lo auspica, ma è il primo a non mettere in condizione quest’Aula a una rifllessione costruttiva su questi temi perché porta un riferimento immaturo, manomette i dati, li omette, e non porta una minima riflessione su quanto riportato dal Fmi -che non è per la nostra coalizione il faro che illumina il cammino, anzi le sue indicazioni hanno messo in ginocchio intere Nazioni e ci fanno alzare guardia per la difesa del nostro Paese. Ma poniamo attenzione sui dati che riporta e che il governo non smentisce e sono il punto di partenza per stabilire in Aula gli indirizzi olitici. Ma Celli si sottrae dalla responsabilità delle proprie azioni, vuole guardare avanti per non sentirsi più dire che quello che ha fatto con l’avvallo dei suoi colleghi ha peggiorato la situazione del Paese, cosa che oggi Fmi lo certifica con i suoi dati su Pil e rapporto debito/pil.
La nostra coalizione indicava per Cassa di Risparmio la necessità di riportarla ad una dimensione di normalità, attraverso la separazione tra banche commerciali e di investimento, indicando Cassa come istituto bancario dedicato ad investimenti sul territorio, lontano dalle speculazioni finanziarie e avviare azioni di responsabilità nei confronti di chi l’ha depredata. Tornare alla normalità, tornare a politiche che si confacciano alle dimensioni del nostro paese senza strafare, senza manie di grandezza, dovrebbe essere un obiettivo di quest’Aula. Non condivido assolutamente il riferimento di Celli quando dice che occorre tornare ai livelli di ricchezza prima del 2008. Non lo condivido perché quella ricchezza era malata, frutto di evasione fiscale riciclaggio, rapporti con la malavita, e corruzione. E sono questi gli elementi che il Fondo Monetario nelle sue analisi, nei suoi scenari di rischio, non considera mai. E il modello di sviluppo che il governo persegue, ancora una volta scritto nero su bianco, va a replicare il modello malato, a creare canali in cui possono annidarsi riciclaggio e corruzione: parlo dell’hub finanziario, delle residenze elettive che bypassano i controlli, del gioco d’azzardo, dei rapporti diretti governo-imprenditori. Secondo noi è profondamente sbagliato puntare a raggiungere quei livelli di ricchezza, dobbiamo puntare ad uno sviluppo congruo con le nostre dimensioni e potenzialità, sull’economia reale e le proposte che abbiamo portato in finanziaria e durate tutti questi anni vanno in questa direzione. Per concludere, il punto di partenza per una strategia del sistema bancario e per l’intero paese non può prescindere da due fattori:1) occorre disintossicarsi dal paradiso fiscale, dal mito della ricchezza facile 2) occorre chi ha potere di governo non coltivi interessi personali, non abbia collegamenti con avvoltoi della finanza lussemburghesi e non, speculatori, patron e immobiliaristi nostrani. E in questa legislatura, almeno fino ad ora, queste condizioni non ci sono.

Fabrizio Perotto, Rf
Il piano di rilancio del settore finanziario dovrà partire dall’implementare il nuovo piano industriale di Cassa di risparmio, da riforme non più rinviabili, si partirà da una nuova struttura di Bcsm perché quella attuale non è più rispondente alle esigenze attuali. Ora il sistema è diverso dal passato e la struttura elefantiaca di Bcsm deve essere rivista a partire dalla scelta del nuovo presidente. Al Paese sono richiesti sacrifici e Bcsm non deve essere scevra da questi presuposti. La spending review deve tenere conto dell’obiettivo finale previsto dal bilancio 2017, del tagliare sacche di spese non necessarie. Tutti nel 2018 dovrano essere protagonsiti del rilancio del Paese, Pa inclusa. Lo Stato ha rivestito un ruolo fondamentale di ammortizzatore sociale in questi anni di recessione, la revisione della spesa pubblica deve essere affiancata d nuove prospettive del mondo del lavoro. San Marino è pronto ad un anno di sfide e opportunità, il governo ha presentato prospettive e riforme che la maggioranza è pronta a sostenere per far uscire il paese dalla fase di difficoltà.

Mariella Mularoni, Pdcs
Nel 2016 i dati economici registravano una ripresa, dopo l’uscita dalla black list la crescita è rimbalzata al 2,5% com il governo a guida Dc, nel 2017 invece il rallentamento, che sarà anche peggiore nel 2018, a causa dei costi di ricapitalizzazione delle banche. Non solo poi una crescita bassa, ma un debito pubblico in aumento. Il report Fmi si chiude con un appello forte al governo, parla di accoutability/responsabilità per il proprio operato che dovrà realizzarsi nelle riforme, ci dice che bisogna agire subito. E non potete continuare a dire che i problemi sono ereditati dal governo precedente, quado i 2/3 attuali della vostra coalizione ne faceva parte. Ho ascoltato la relazione di Celli e dei segretari di Stato: non danno risposte al paese, sembra una presa in giro, una serie di proposisti che cozzano con le contraddizioni del governo. Il mio auspicio è che dalla relazione Fmi nasca una collaborazione ad oggi mancante e la Dc, in caso, sarà disponibile.

Roberto Joseph Carlini, Ssd
Abbiamo il compito storico di dare nuove prospettive al paese e di generrare condizioni per un’economia nuova, sulla base di questi impegni è necessario confrontarci sulle riforme strutturali. Per far fronte al debito generato negli anni, la classe politica non ha saputo /voluto cambiare condizioni di produzione della ricchezza, ciò perché, come poi avvenuto nel 2017, avrebbe messo in crisi sistemi di potere che si sostenevano nell’opacità.

Alessandro Bevitori, Ssd
Sui media un giorno si parla di ‘bomba ad orologeria’ sul Titano, un altro giorno ci parleranno di un meteorite pronto a colpire San Marino..un po’ fa sorridere, un po’ preoccupa, visto che qui dentro queste notizie sono riprese come oro colato. Fmi ha riconosciuto la volontà di dare un cambiamento al Paese, un’inversione di rotta sempre più necessaria.
I nostri operatori del settore hanno bisogno di essere accreditati nei sistemi internazionali e questo passaggio si può fare solo con la sottoscrizione di un Memorandum di intesa con altre Banche centrali di altri Paesi, per fare questo bisogna rispettare parametri e standard internazionali. O i conti sono in ordine a queste direttive o si sta fuori. Il governo sin da subito si è voluto concentrare sul sistema bancario e finanzairio, un asset portante per far sviluppare l’economia del paese.
Debito pubblico: sfatiamo il mito, San Marino lo ha già, ma errore nel passato è stato nell’uso del debito. averlo trasformato a fondo perduto, in un pozzo senza fondo, è stato un nerrore. Piano di stabilità: importante che ci sia condivisione sulle scelte che condizioneranno la vita del Paese.

Gian Matteo Zeppa, Rete
Abbiamo un ente terzo che certifica nero su bianco quanto questo governo abbia deliberatamente attaccato il sistema. È l’ente extra giurisdizionale a cui dal 2008 ad oggi i vari esecutivi hanno stanziato somme pubbliche pari a 256 mila euro solo per le partecipazione governative ai vari spring o annual meeting, insomma una entità ben remunerata dalla Repubblica rispetto cui le sue conclusioni bisogna pur farle. Per qualche filo governativo noi si era solo fanfaroni quando evidenziavamo certi pericoli. Oggi i ciarlatani e dispotici sono coloro che appartengono a questa nuova classe dirigenziale che agisce con una spiccata volontà dittatoriale e lo attua facendo il contrario di ciò che solo pochi giorni fa l’Fmi ha sancito, stabilendo che il coinvolgimento di tutte la parti interessate è essenziale per ridurre i costi operativi di Cassa e limitare l’onere per i contribuenti. Ed è da Cassa da cui bisogna partire, su cui si sono scatenati appetiti di Segreterie e uomini ombra. Dove c’è un tesoretto che fa gola a molti, i crediti Delta, dove Zanotti, uomo solo al comando, non informa il vostro Cda, e dove l’Fmi definisce incapaci chi ha ristrutturato la banca. Ora di fronte a tale affermazione la peggiore contromossa dell’esecutivo debosciato è voler fare rientrare con decreto delegato autoreferenziale i capitali sammariensi depositati oltre confine, azione univoca e coercitiva per imporre le mani di chi ha causato la copiosa fuorisciuta di capitali, mani che sono quelle che impongono un rientro farlocco. Il Fmi ha reso ormai evidente come il Re , la banca di Stato, sia ormai nudo. Lo Atato ha salvato ripetutamente il re questi anni e l’Fmi dice che l’ultima perdita avreste dovuta metterla nel bilancio dello Statp. Perchè avete bocciato l’Odg dell’opposizione che chiedeva di non procedere all’ approvazione del bilancio? Fmi suggerisce cosa dover fare: aggiornare Aqr, ma come, appena terminato bisogna già aggiornarlo?
E’ necessario reagire. Ed è la cittadinanza che deve farlo a fronte di tutto questo. Poiché oramai certa politicanon può più farlo. Ed allora la parola deve pretendere di riaverla colei che ha conferito alla seconda, il mandato elettivo. Bisogna impedire che si possa solo immaginare che la dipartita di questo Governo, possa suscitare sentimenti simili a quelli provati allorquando si ricorda annualmente, la festività nazionale del 28 Luglio. E’ tempo che una nuova Resistenza si costituisca, soprattutto a livello civile, verso quegli oligarchi che hanno cambiato le vestigia; modernizzato gli strumenti; ma che attuano politiche repressive del tutto evidenti, che richiamano bruttissimi ricordi.

Nicola Selva, Rf
Ho sentito dall’intervento precedente parole come ‘delinquenti, debosciati, ciarlatani’, mi sembrano fuori luogo. Si parla di problemi che determineranno il futuro di San Marino, il documento del Fmi ci dice che San Marino ha biosgno di interventi per non compromettere il suo futuro e la maggior parte degli interventi ascoltati fin ora dell’opposizione sono sempre volti a dire ‘di chi è la responsalibilità’ e ho visto tentativi di fare populismo estremo. Si è da poco conclusa la visita Fmi che è stato impegnato in questi giorni in una serie di colloqui e incontri con autorità, responsabili dell’economia e della finanza di San Marino. E’ evidente che il fondo ha svolto anche ruolo di prevenzione della crisi generata in questi anni segnalandoci che serve un cambiamento rispetto al passato. Dal 2008 problemi si sono manifestati anche a San Marino, molto è stato fatto per riaccreditarsi a livello internaizonale, ma ancora non si era avuto il coraggio di affrontare la reale manifestazione di debolezza del sistema finanzairio. L’attuale maggioranza ha cercato il più possibie di fare chiarezza per capire l’ordine di grandezza delle problematiche e come affrontarle. La delegazione Fmi ha condiviso questa determinazione sulla trasparenza per far emergere dati reali. Fmi ha apprezzato a concretezza di proposte di riforma che faranno parte del Piano di stabilità cui si darà corso. La riorganizzazione del settore bancario, la ristrutturazione profonda di Cassa, il fatto che tutte le banche dovrebbero avere piani finanziari, la riforma di Bcsm, la riduzione della spesa pubblica: questi i temi su cui ribattere e dare risposte e ove possiible trovare condivisione. Basta polemiche, ora dobbiamo metterci al lavoro, il Fmi ci da indicazioni ed è nostro compito fare quello che riteniamo importante per il Paese.

Denise Bronzetti, Ps
Segnalo con rammarico i contenuti degli interventi dei segretri di Stato. Sentire qui riproporre quello che dovrebbe essere in un dibatitto per la presentazione del programma economico, dove ogni Segretario fa ‘l’elenco della spesa’ di quello fatto o meno rispetto le proprie deleghe, mi lascia esterefatta, mi aspettavo contenuti maggiori. Noi non viviamo l’intervento dell’Fmi come se minasse la sovranità degli Stati, ma bisogna che alcune cose siano chiarite. Non è che quello che ci dice Fmi se ci piace lo facciamo, e quello che non ci piace no. Non funziona così.
Dopo il bilancio di Cassa con 534 mln di euro di perdite, il commissariamento e la messa in liquidazione di una banca, senza sapere se i soci in grado di ricapitalizzarla, dopo che i dati famosi dell’Aqr non li conosciamo.., non è mai possibile confrontasi non avendo dati per poter compiere le giuste riflessioni, non è mai capitato una sola volta. E guarda a caso, cosa arriva a dire il Fondo? “Cassa di risparmio dovrebbe tornare ad essere privatizzata”. Allora non vorrei servisse per giustificare al Segretario mosse già pianificate da tempo, meglio cambiar rotta perché qualcuno i conti li sa fare, e non solo il Fondo, e poi si tirano le somme.

Marica Montemaggi, C10
Non è con il populismo qui dentro che riusciremo a venire fuori dai problemi. Più che arrabbiarmi per i toni che siamo abituati a sentire, delude quando si spera sempre di trovare condivisione su temi portanti come questi.
La delegazione Fmi si è soffermata su due temi fondamentali, l’accountability e un altro fattore, il tempo. Dobbiamo prefiggerci degli obiettivi e di raggiungerli con orizzonti temporali certi. Nel 2017 si è agito in certi frangenti in modo emergenzale, segnando discontinuità con il passato, contrapponendoci al mantenimento dello status quo. Il portare alla luce problematiche ha significato costi importanti e qui troviamo la riduzione dello 0,5% della crescita rispetto l’anno precedente e abbiamo pagato il dazio sull’incertezza della cittadini, ma non aiuta nemmeno portare all’esasperazione lo scontro politico. Nell’azione di scoperchiamato dei vasi ci sono stati errori e non li abbiamo disconosciuti, ma ora dobbiamo proseguire nel 2018, soppesando gli effetti delle azioni, ma con determinazione e senza tergiversare.

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