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Canapa, il consiglio regionale del Lazio approva legge per la coltivazione

[video mp4="https://media.dire.it/2017/02/PisanaCanapa.mp4" poster="https://www.dire.it/wp-content/uploads/2016/07/cannabis.jpg"][/video] ROMA - La Regione Lazio promuoverà coltivazione, filiere, trasformazione e commercializzazione della canapa (cannabis sativa)

Pubblicato:01-02-2017 17:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:51

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ROMA – La Regione Lazio promuoverà coltivazione, filiere, trasformazione e commercializzazione della canapa (cannabis sativa) attraverso il sostegno a una serie di “progetti pilota”. È quanto prevede una legge approvata oggi dal Consiglio regionale con 28 voti a favore e cinque contrari.

La filosofia della legge implica due fasi. “C’è un periodo di partenza del settore e c’è un periodo, successivo, in cui il settore della coltivazione della canapa diventa uno dei tanti settori dell’agricoltura”, come ha spiegato nel corso dei lavori l’assessore Carlo Hausmann. Proprio il modello dei “progetti pilota” non è piaciuto al M5s, i cui consiglieri avrebbero preferito un sostegno più ampio a chi voglia investire in canapicoltura. A questo proposito, grazie a un emendamento di De Paolis, è stata introdotta la possibilità di riconoscere contributi a ulteriori interventi, differenti dai “progetti pilota”. I Cinquestelle a fine seduta, in sede di dichiarazione di voto, hanno comunque annunciato voto favorevole.

I risultati scientifici dei “progetti pilota” dovranno essere pubblicati. L’adempimento è stato introdotto su spinta di Fratelli d’Italia. Gruppo autore del maggior numero di proposte di emendamento (in gran parte respinte) e che, infine, ha votato contro il testo definitivo. “Una legge inutile”, hanno ripetuto più volte i consiglieri FdI Fabrizio Santori e Giancarlo Righini. Voto contrario annunciato anche da Olimpia Tarzia (lista Storace) nei confronti di una normativa ritenuta non prioritaria.


Nel corso dell’esame degli “Interventi per promuovere la coltivazione della canapa (cannabis sativa) per scopi produttivi, alimentari e ambientali e relative filiere” è emerso il timore che la nuova normativa potesse aprire la strada alla legalizzazione della droga leggera. A questo proposito la legge ha previsto che sia vietata la coltivazione della canapa (cannabis sativa) per uso ricreativo oltre a “ogni attività illecita finalizzata alla produzione ed estrazione di sostanza stupefacente”. Ogni anno la Regione acquisirà i dati sui controlli effettuati dai carabinieri forestali. In caso di sanzioni nei confronti di soggetti attuatori dei progetti pilota o destinatari dei contributi le somme erogate dovranno essere restituite. A prevederlo una norma introdotta su proposta di modifica di Righini riformulata in accordo con l’assessore Hausmann.

Numerose le tipologie di “progetto pilota” previste dalla legge regionale. Si spazia dall’uso florovivaistico alla produzione per olio, farine, semi decorticati per uso alimentare e zootecnico. La “bacchetta” potrà essere oggetto di progetti pilota in bioedilizia, bioingegneria, nel settore tessile, cartario e dell’energia. Previsto il sostegno alla ricerca per l’utilizzo delle infiorescenze in campo parafarmaceutico e alimentare. Banca dei semi, campi dimostrativi, formazione degli operatori sono altri tra gli interventi oggetto della disposizione. Prevista la possibilità di coltivazione a fini fitodepurativi per bonificare i terreni inquinati della Valle del Sacco, della Valle Galeria e delle aree vicine agli impianti termoelettrici di Civitavecchia. La canapa così prodotta potrà essere usata in edilizia o come biocombustibile a esclusivo scopo aziendale.

La coltura della canapa, secondo i sostenitori della legge, è caduta in disuso nel Lazio da decenni, soppiantata dai derivati del petrolio e vittima di accostamenti psicologici negativi. Gli interventi della legge sono circoscritti alla cannabis sativa, da coltivare preferibilmente secondo le pratiche dell’agricoltura biologica. Incentivate le varietà locali. Chiesta attenzione al contenimento del consumo di suolo e tutela della biodiversità. Per favorire gli interventi previsti dai progetti la normativa prevede si possa far ricorso a bandi attuativi di regolamenti europei nei settori delle attività produttive, dell’ambiente e delle risorse energetiche.

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