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Ue, rettore Unicusano: “Si può andare verso la soluzione”

ROMA - La soluzione può essere vicina,

Pubblicato:01-02-2017 13:06
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:51

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ROMA – La soluzione può essere vicina, anche se “una procedura di infrazione non sarebbe la fine del mondo“. A sostenerlo il professor Fabio Fortuna, rettore dell’Università degli studi Niccolò Cusano. Interpellato dall’agenzia Dire a proposito della lettera che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, invierà a Bruxelles, ha prospettato uno scenario decisamente ottimista: niente procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese. “Sembra avvicinarsi una soluzione alla controversia- ha detto Fortuna- anche se è opportuno sottolineare che l’atteggiamento della Commissione europea, rivolto al pieno rispetto delle regole, non giova alle possibilità di ripresa dei Paesi che si trovano in difficoltà“.

Per il rettore è “un atteggiamento miope che non riguarda solo l’Italia e che va modificato, probabilmente intervenendo sulle regole o con altri correttivi, se si vuole veramente che il processo di integrazione possa svilupparsi concretamente e salvaguardare l’esistenza dell’Unione europea”. L’Italia, continua Fortuna, “come sappiamo negli ultimi mesi è stata colpita da eventi straordinari che hanno aggravato la situazione anche sotto il profilo economico ovviamente, determinando nuovi costi e previsione di ulteriori costi”.


Questo, “aggiungendosi alle ben note problematiche che derivano dalla debole ripresa dai problemi occupazionali e dalla deflazione non ancora superata- spiega ancora alla Dire il rettore dell’Unicusano, Fabio Fortuna- Di tutto ciò, la Commissione europea avrebbe dovuto tenere conto e, almeno per una volta, mostrare una maggiore flessibilità e una migliore capacità interpretativa della congiuntura“.

Si spera, prosegue, “che la Commissione si pronunci favorevolmente rispetto alle proposte del nostro Governo, magari chiedendo qualche piccola variazione, e che non si giunga alla temuta procedura di infrazione che indubbiamente costituirebbe elemento reputazionale negativo, che a sua volta potrebbe trovare terreno fertile nell’ambito globale a causa dei nostri ben noti problemi, primo tra tutti l’elevatezza e la mancanza di riduzione del debito pubblico”.

In ogni caso, conclude il rettore di Università degli studi Niccolò Cusano, “anche la non auspicabile pronuncia negativa, con conseguente procedura di infrazione, non costituirà la fine del mondo, fermo restando che abbiamo la convinzione che non sarà questo l’epilogo”.

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