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Crisi, Cgil: “A Ravenna perso un pezzo di economia che non tornerà più”

 RAVENNA - Sono 2.616 i lavoratori in provincia di Ravenna che attualmente usufruiscono di ammortizzatori sociali e a

Pubblicato:01-02-2016 17:13
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:53

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 RAVENNA – Sono 2.616 i lavoratori in provincia di Ravenna che attualmente usufruiscono di ammortizzatori sociali e a preoccupare la Cgil è soprattutto il fatto che il dato “si stia stabilizzando”. Il preciso segnale, spiega alla stampa il segretario generale Costantino Ricci, che “non tutti rientreranno nei processi produttivi”. Infatti nel periodo pre-crisi si arrivava a un massimo di 800. “Abbiamo perso un pezzo di economia“, sentenzia Ricci.

crisi_ravenna_cgilDati alla mano, nel 2008 i disoccupati erano circa 17.700 ora sono 33.000, gli occupati erano oltre 90.000 e ora sono oltre 95.000. Dunque, se “la condizione economica si è stabilizzata, pensare di produrre le stesse cose nelle stesse aziende significa ulteriore disoccupazione”. Ricci invita dunque gli imprenditori ravennati a cercare “nuovi mercati e prodotti”, se non ci si vuole arrendere a un lento ma inesorabile declino. Come testimonia il fatto che ogni mese del 2014 ha più occupati rispetto al 2015.
Cala invece il numero delle imprese attive: dal 2008 ha chiuso i battenti oltre il 6%. Non se la passano bene né la manifattura né i trasporti anche se è forse l’edilizia a vivere il momento più complicato dato che il comparto si è praticamente dimezzato: dalle 1.115 imprese con 5.872 addetti del 2008 alle 501 con 2.605 dipendenti del 2015. Da questo punto di vista o arrivano commesse “per opere pubbliche strategiche o si muore“. Resta “fondamentale” il porto per il quale sono determinanti i fondali e lo sviluppo delle infrastrutture collegate, conclude il suo ragionamento Ricci, bocciando il ricorso esagerato ai voucher, oltre 119.000 nel 2014 in regione, anche perché non permettono poi il ricorso agli armonizzatori sociali.

Costantino Ricci_cgil_Ravenna

Costantino Ricci

Questa situazione economica “complessa” viene certificata mentre anche in provincia scatta la campagna del sindacato per la definizione del nuovo statuto dei lavoratori che mira ad “aprire a 360 gradi i diritti”, abolendo la distinzione tra imprese grandi e piccole e tra rapporti di lavoro. Dal 15 gennaio sono iniziate le assemblee con i dipendenti, che saranno in totale circa 400. Tra i temi al centro della nuova carta, spiega Ricci, oltre ai diritti universali, ci sono la riscrittura del codice dei contratti e la questione dell’erga omnes per quelli collettivi. Dopo i due mesi di assemblee scatterà la raccolta firma per una proposta di legge di iniziativa popolare.
Verranno anche coinvolti i ravennati, garantisce Ricci, attraverso una ventina di assemblee pubbliche in nome della “democrazia nei luoghi di lavoro. Non è semplice- conclude il segretario generale- ma noi ci siamo”.


di Cristiano Somaschini, giornalista professionista

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