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Myanmar. Al via il nuovo Parlamento, Aung in Aula

ROMA - Oggi per la prima volta nella capitale Naypyidaw

Pubblicato:01-02-2016 16:16
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:52

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aung-san-suu-kyiROMA – Oggi per la prima volta nella capitale Naypyidaw e’ stato convocato il nuovo parlamento, votato attraverso le libere elezioni dello scorso novembre, dopo che per mezzo secolo il potere e’ stato saldamente nelle mani dei militari.

La leader della Lega per la democrazia (Ldp) – il partito che si e’ aggiudicato l’80% dei consensi – Aung San Suu Kyi, ha detto al quotidiano nazionale Irrawaddy di essere “allo stesso tempo sorpresa e triste di essere qui oggi, in questo momento” poiche’, come ha spiegato un membro del suo partito, Ma Thandar, “molta gente ha dato la propria vita affinche’ arrivasse questo giorno”.

Thandar stessa ha perso il marito, un giornalista, in seguito alle violenze subite in carcere da parte dei militari. Un altro deputato appartenente al Partito nazionale dell’Arakan – che difende i diritti della minoranza etnica dei Rakhine – ha invece dichiarato di sentirsi come all’universita’: “Mi eccita il pensiero che potro’ mettere in pratica quello per cui ho studiato”. Il Myanmar Times rende un’immagine molto nitida di come si sono svolte le cose oggi: al momento dell’ingresso in Parlamento, moltissimi fotografi e giornalisti cercavano di strappare un commento alla storica Lady nazionale. Ma Aung, con la sua solita serena compostezza, e’ entrata con calma, come se la frenesia che la circondava non la raggiungesse.


“Il Myanmar sta confermando passo dopo passo il sogno di un reale cambiamento democratico e di una genuina svolta politica” ha affermato Roland Kobia, ambasciatore per l’Unione europea nel paese. E ha inoltre aggiunto: “molto ancora deve essere fatto, ma i progressi piu’ significativi potranno arrivare solo attraverso l’impegno del popolo birmano e la volonta’ dei suoi leader politici”. A causa di una legge che vieta a chi e’ sposato con uno straniero oppure ha figli con doppia nazionalita’ di assumere la presidenza, Aung non potra’ ambire a tale carica. Tuttavia, il simbolo della lotta dei birmani per diritti e eguaglianza, che ha passato anni agli arresti domiciliari per il suo impegno politico, ha gia’ dichiarato da tempo che non restera’ dietro le quinte, anzi assumera’ un ruolo “al di sopra di quello del rpesidente” – che sara’ naturalmente scelto all’interno del suo partito. Alcune critiche sono peraltro giunte da chi sostiente che la ‘Lady’ non starebbe facendo abbastanza per tutelare i diritti della comunita’ musulmana dei Rohingya, che da tempo subisce vessazioni e pesanti discriminazioni. Questo tema, che tiene conto anche delle altre diverse minoranze che popolano questo composito Paese, rappresenta una delle piu’ complesse sfide a cui Aung dovra’ rispondere.

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