VIDEO | “Brutalizzato dalla Polizia italiana”: denuncia shock del calciatore Omeonga

"Ammanettato, rimosso con forza dall'aereo e picchiato". La polizia si giustifica: "Era segnalato nella black list di Israele"

Pubblicato:01-01-2025 19:40
Ultimo aggiornamento:01-01-2025 22:25

omeonga picchiato in aereo
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ROMA – “Sono un calciatore, un cittadino belga”: ripete queste frasi in inglese agli agenti che iniziano comunque a usare le “maniere forti” per farlo alzare dal suo posto in aereo, per farlo uscire. E poi: “Cosa stai facendo, sei impazzito?”, chiede incredulo di subire un tale trattamento. Le immagini dell’allontanamento di dal volo Roma-Tel Aviv di Stephane Omeonga, 28enne calciatore belga, da parte di due agenti di polizia italiani sono piuttosto esplicite. Le ha postate dal suo stesso profilo su Ig, accompagnandole da un lungo post di denuncia. Omeonga è un calciatore noto in Italia per aver militato fra Genoa, Avellino e Pescara. Ora gioca nella serie B israeliana con il Bnei Sakhnin, club con calciatori ebrei ma anche arabo-israeliani. Ecco il racconto della sua ‘disavventura’:

LE VIOLENZE

“Il 25 dicembre sono stato vittima della brutalità della polizia. Durante un volo tra Roma e Tel Aviv, dopo essere salito sull’aereo e aver preso il mio posto, uno steward mi ha avvicinato per un presunto problema con i miei documenti e mi ha chiesto di lasciare l’aereo. Fiducioso della validità dei miei documenti, con calma gli ho chiesto che tipo di problema.
Hanno chiamato la polizia, sono stato ammanettato e rimosso con la forza dall’aereo. Una volta fuori dall’aereo, lontano dalla vista dei testimoni, la polizia mi ha gettato violentemente a terra, mi ha picchiato, e uno di loro mi ha premuto il ginocchio contro la testa.
Sono stato poi portato in aeroporto in un veicolo della polizia, ammanettato come un criminale. Arrivata un’ambulanza, ma in stato di shock, non ho potuto rispondere alle domande dei sanitari. Poco dopo, ho sentito alla radio della macchina della polizia: “Ha rifiutato le cure mediche; va tutto bene. ’ Questo era del tutto falso, ho chiesto loro di portarmi in ambulanza con loro spaventato da quello che la polizia poteva farmi. Successivamente, sono stato messo in una stanza grigia, senza cibo né acqua, e lasciato in uno stato di totale umiliazione per diverse ore. Al mio rilascio, ho appreso che un agente di polizia aveva sporto denuncia contro di me per lesioni presumibilmente causate durante l’arresto, anche se ero ammanettato. Inoltre, ancora oggi, non ho ricevuto alcuna giustificazione per il mio arresto”.

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Quindi il calciatore conclude con una chiara accusa di razzismo verso coloro che sono discriminati “semplicemente perché neri”. “Come essere umano e come padre- prosegue infatti l’atleta- non posso tollerare alcuna forma di discriminazione. Questo arresto è solo la punta visibile dell’iceberg. Molte persone che mi somigliano non riescono a trovare lavoro, non hanno accesso ad abitazioni, o non possono partecipare agli sport che amano, semplicemente perché sono neri. Dobbiamo restare uniti e alzare la voce per educare coloro che ci circondano – colleghi, vicini e amici – su questo tema che affligge la nostra società e ne ostacola il progresso. Pace”.

POLARIA: “INTERVENUTI PERCHÈ OMEONGA È NELLA BLACK LIST DI ISRAELE”

Secondo quanto riferito da fonti della Polizia, gli agenti sarebbero intervenuti poiché Stephane Omeonga si ritroverebbe sulla black list di Israele e quindi non sarebbe gradito nel Paese. La Polaria- polizia di frontiera aerea- sarebbe quindi intervenuta su richiesta del capo scalo e del comandante della compagnia aerea. Prima dell’intervento dalle maniere forti, testimoniato dal video di un passeggero, lo stesso che ha portato Omeonga, ci sarebbe stata una mediazione di circa 40 minuti. Poi Omeonga sarebbe stato portato negli uffici della polaria di Fiumicino e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Ora rischierebbe un’ulteriore denuncia per diffamazione.

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