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FOTO | VIDEO | A Bologna sfila la marcia per la pace: “Siamo più di 3000”

L'iniziativa del Portico della pace per l'1 gennaio 2023 è stata molto partecipata: in piazza c'erano 3000 persone

Pubblicato:01-01-2023 17:38
Ultimo aggiornamento:01-01-2023 17:53

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BOLOGNA – Si è svolta questo pomeriggio a Bologna la marcia per la pace, la manifestazione organizzata da ormai sette anni dal ‘Portico della Pace’ di Bologna: l’iniziativa è stata molto partecipata, per gli organizzatori in piazza si sono radunate 3.000 persone. L’edizione di quest’anno della “Marcia della pace e dell’accoglienza 2023” portava il titolo “Europe for Peace-Bologna for Peace”, proprio come lo striscione di testa del corteo che è partito dal cuore della città, in piazza Nettuno, per arrivare fino alla piazza coperta Lucio Dalla nel quartiere Navile.

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In piazza, tra gli altri, don Mattia Ferrari, parroco di Mediterranea (minacciato dalla mafia libica), Maurizio Landini, leader della Cgil, il cardinal Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. Dal Sud Kivu è arrivata una testimonianza video del prete bolognese Don Davide Marcheselli missionario in Congo, mentre il grido “Donna Vita Libertà” è risuonato nelle parole di Sohyla Arjmand, rappresentante della comunità iraniana, del Comitato Donne per Nasrin.


“Marciare per non marcire, la loro sofferenza è la nostra sofferenza… mai arresi su questo”, ha detto Alessandro Bergonzoni in piazza con il popolo della pace, nel corso di un discorso sulle persone che soffrono guerre e repressioni e fame. Oltre a Bergonzoni, prima che partisse il corteo c’è stato il saluto dei rappresentanti della comunità cristiana islamica ed ebraica, con Yassine Lafram, presidente Ucoii, Daniele De Paz e esponenti delle comunità protestanti e ortodosse.

All’iniziativa ha aderito anche Emily Clancy, vicesindaca Bologna, che ha detto: “Costruiamo un anno di pace. Non dobbiamo accettare la normalità di un conflitto che entra nella normalità del nostro quotidiano. Essere qui è importante perché più voci, quelle della società civile, dell’associazionismo del sindacato della politica chiediamo al governo o alla Europa una svolta per un cessate il fuoco”.

MONSIGNOR ZUPPI: “IL RISCHIO È CHE LA GUERRA SI ETERNIZZI”

Ecco infine le parole di Matteo Zuppi, cardinale arcivescovo di Bologna e presidente Cei: “Quest’anno ricorrono i 75 anni della nostra costituzione e la nostra costituzione ripudia la guerra ma per ripudiare la guerra si deve anche perdere un po’ della propria sovranità per qualcosa che aiuta a ricomporre i conflitti”. Zuppi rilancia anche l’importanza degli organismi sovranazionali, “che abbiamo tanto maltrattato, a partire dall’Onu. Dobbiamo continuare a ripudiare la guerra” perché il “rischio è che la guerra si eternizzi“, dice citando anche i conflitti in Congo, Libia, Somalia. “Noi non siamo di parte, la pace è l’unica parte: dobbiamo continuare a crederlo”. E ricordando i 100 anni della nascita di Don Milani ribadisce oggi conta l’I care. Noi continuiamo a dire che ci interessa” la pace e “non ce ne freghiamo“.

L’APPELLO DEL PORTICO DELLA PACE

Nei giorni scorsi il Portico della pace aveva lanciato un accoraTo appello a scendere in piazza: “Facciamo appello a tutti i nostri concittadini, portatori di qualunque identità e storia, per scendere in strada e far sentire la propria voce. Un grande coro, una grande piazza di corpi veri e non virtuali, una grande città all’altezza del suo ruolo nel Paese delle 100 città. Un atto di partecipazione e di democrazia di cui sentiamo un fortissimo bisogno, in questi tempi così difficili di profonde tensioni e mutamenti che mettono a rischio la convivenza tra i popoli e la vita del pianeta”.

LA STORIA DELLA MARCIA DELLA PACE DI BOLOGNA

La marcia della pace di Bologna ‘nasce’ con gli attentati terroristici del 2015 a Parigi e del conflitto siriano. Poi associazioni confessionali e laiche, credenti e non credenti, reti civiche, comunità, gruppi informali, realtà interculturali e singoli nel 2016 diedero vita al Portico della pace, in prima fila nel 2022 nel promuovere sotto le Due torri le mobilitazioni per la fine della guerra in Ucraina.

Quest’anno la marcia si inserisce nella mobilitazione “Natale è tempo di pace in Ucraina, in Europa e nel mondo” indetta dalla coalizione Europe for Peace. E pace vuol dire innanzitutto cessate il fuoco e negoziato per l’Ucraina: “Chiediamo la convocazione di una conferenza di pace per costruire la sicurezza condivisa in Europa. Solidarietà con la popolazione ucraina e con le vittime di tutte le guerre e di tutte le repressioni e discriminazioni”, dicono gli organizzatori. “Non smetteremo mai di dire con le nostre piccole voci che la guerra non si fa più“, aggiungono, “nonostante l’informazione ridotta a propaganda e le irrisioni, non smetteremo mai di dire con le nostre piccole voci a milioni, città per città, ai decisori nazionali e internazionali che la guerra non si fa più, anche e soprattutto quando ci fosse una sola canaglia a scatenarla”.

Sono oltre 60 le realtà aderenti alla marcia di domenica: associazioni, comunità, gruppi e varie sigle civiche, religiose, laiche, sindacali e politiche. “Il nostro è anche un atto di irriducibile fiducia nella democrazia, negli atti di partecipazione propri di una cittadinanza che non delega”. Da qui “l’appello a partecipare rivolto a tutti i nostri concittadini”. Intanto sono arrivati i patrocinii di Regione Emilia-Romagna, Università, Comune e Città Metropolitana di Bologna, Banca Etica, Alleanza delle cooperative italiane.

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