L'intervista a Carlo Mazzone, tra i finalisti del Global teacher Prize
Roma, 30 mar. - Con la chiusura delle scuole, docenti, studenti e studentesse stanno attraversando un periodo difficile ma secondo il professore Carlo Mazzone- unico italiano tra i finalisti del global teacher prize - si tratta di un periodo di arricchimento e di evoluzione, per sua natura lento ma prezioso. Ecco l'intervista a diregiovani.it. - Come cambia la scuola con la didattica a distanza? "Dovrebbe arricchirsi. Il problema e' mantenere forte il legame fisico dei ragazzi con le aule. Aule che stiamo cercando di trasportare online tramite quella che io chiamo 'fisicita' virtuale'. Come animatori digitali stiamo cercando di sostenere i insegnanti in questo cambiamento repentino. Dopo un periodo di difficolta' iniziale credo che il corpo docenti si stia dimostrando piu' che all'altezza. Quando tutto questo finira' ci si sentira' arricchiti da questa esperienza. Voglio aggiungere che ovviamente nessuno pensa si possa mai sostituire la presenza del docente, la sua umanita'".
- Diregiovani.it ha raccolto le principali difficolta' che hanno studenti e studentesse in questo periodo: concentrazione, autoresponsabilita' nel portare a termine i compiti senza presenza professori, autovalutazione, qual e' il modo piu' efficace di arrivare ai ragazzi? "Per quanto riguarda il livello di attenzione e' normale che non si possa sostituire la forza di attrazione della lezione dal vivo. Quello che si cerca di chiedere e' parcellizzare i programmi, per esempio credo che gia' tre ore di videoconferenza siano un limite da cui partire. Inoltre, parte della videoconferenza dev'essere dedicata ad interagire con alunni e alunne. Per quanto riguarda i compiti, questo richiede un po' di lavoro in piu' da parte dei docenti per renderli telematici.
Molte piattaforme didattiche danno comunque possibilita' di avere un dialogo seppur asincrono ma efficace: alunni e alunne possono restituire compiti dal docente, che possono anche avere una data di scadenza, dando anche la possibilita' di mandare messaggi sia in generale sia su specifici compiti creando quindi un dialogo forte e forse piu' ampio dell'aula scolastica. Un altro modo di essere efficace e' non esagerare con questi strumenti cercando di rispettare per quanto possibile i normali orari scolastici".
- Qual e' l'alternativa? "Non esiste solo lo strumento digitale, lo dico da digital evangelist. Anche lo strumento cartaceo, il libro, e' essenziale soprattutto dal momento che viviamo in un contesto da wikipedia che guarda all'informazione come conoscenza di un dato mentre quello che servirebbe e' la competenza, saper fare, desumere una cosa da un dato. Io credo che un po' di lentezza in questo caso ci e' consentita ed auspicabile. Il libro cartaceo ha un approccio umano e lo dico da docente con forte identita' digitale".
- Un altro tema fondamentale e' quello della disuguaglianza digitale, come rimediare? "Questo e' un problema importante che puo' diventare fonte di dispersione scolastica, argomento che mi sta molto a cuore, se dovessi vincere il Global teacher prize, devolverei parte del milione di dollari proprio a questo. C'e' il rischio che una parte dei nostri ragazzi e ragazze non riescano a seguire le lezioni e si disperdano 'digitalmente'. Da questo punto di vista deve stare a noi docenti capire i punti fragili, quali sono i ragazzi che possono soffrire di questa situazione e utilizzare alternative. Supponiamo di usare una stampante per i compiti, non tutti possono averla. In queste situazioni si deve cercare di favorire un approccio diverso. Questo e' importante anche per quanto riguarda gli studenti con disabilita' rispetto ai quali dobbiamo avere forte attenzione. Lavoro che secondo me e' svolto al massimo dai miei colleghi cercando di mantenere la presenza all'interno della dimensione classe che e' la cosa piu' importante".
- Il cambiamento che sta avvenendo e' strutturale alla situazione d'emergenza? "Siamo di fronte ad una evoluzione della scuola che parte da lontano. Pensiamo al registro elettronico che dopo un primo periodo di difficolta' e' stato innestato ed e' diventato 'normalita''. Dopo questo periodo la scuola e la didattica saranno sicuramente ampliate e arricchite rimanendo pero', lo ribadisco, con il ruolo del docente imprescindibile".
(Red/Dire)