Roma, 23 mar. - Se la chiusura di scuole e universita' ha portato i docenti di tutti gli indirizzi a sostituire la lavagna con lo schermo di un computer, per i conservatori la didattica a distanza ha sicuramente delle difficolta' in piu'. Ma non per questo, le lezioni si sono fermate. Al Conservatorio 'Frescobaldi' di Ferrara, la maggior parte dei docenti ha aderito al progetto di lezioni in e-learning pur di proseguire con le attivita'. "Sono 38 i docenti sui 55 in totale, che hanno aderito all'avvio della didattica a distanza, una formula sperimentale- spiega Fernando Scafati, direttore del Conservatorio 'Frescobaldi'- Si tratta in ogni caso di un numero alto di adesioni, tenendo conto che per gli insegnamenti e le discipline di gruppo diventa pressoche' impossibile attuare efficacemente questo tipo lezioni".
Attivato a seguito della chiusura dell'istituto per contrastare il rischio di diffusione del Covid-19, il nuovo percorso didattico permette quindi di raggiungere con lezioni ed esercizi gli allievi del Frescobaldi a casa in quarantena.
Un'opportunita' per mantenere una relazione didattica necessaria per chi studia uno strumento musicale. Per il momento la sperimentazione sta dando buoni frutti, e sembra piacere a docenti e allievi. Se per le materie teoriche hanno aderito tutti i docenti, per quelle pratica la partecipazione e' stata ampia ma non totale. "Diventa difficile strutturare una lezione pratica per le materie di musica di insieme o di esercitazioni orchestrali, che necessariamente prevedono la compresenza degli esecutori- continua il direttore Scafati- situazione di fatto al momento non consentita per le disposizioni delle autorita'".
Questo nuovo modo di fare didattica, potrebbe avere sviluppi anche una volta usciti dall'emergenza sanitaria, perche' "permette di sviluppare interessanti orizzonti, fermo restando che una lezione in presenza, per un conservatorio di musica, rimane qualcosa di insostituibile in particolare per le discipline che riguardano la prassi vocale e strumentale- aggiunge Scafati- Tuttavia, in una fase di incertezza sulla ripresa dell'attivita' in tempi brevi, questa modalita' deve essere considerata una possibilita'".
C'e' chi fa lezioni collettive, chi procede con lezioni individuali, chi vede gli studenti presenti e chi manda il materiale audio o video e consegna poi i compiti da svolgere.
"Ogni docente- conclude il direttore del Conservatorio - ha sviluppato il modo che ritiene piu' opportuno ai fini della didattica, concordata insieme ai propri allievi. In diretta su sistemi come FaceTime e Skype si ascolta l'allievo e si danno consigli e suggerimenti, oppure i brani vengono mandati tramite WhatsApp e poi vengono mandate le correzioni".
Per alcuni docenti la didattica a distanza sta diventando un'opportunita' preziosa, una "bellissima esperienza, che ci permette di stare in contatto e di studiare insieme, avendo tutti piu' tempo, e cosi' possiamo vederci e lavorare anche due o tre volte alla settimana", spiega Martina Dainelli, docente di tromba. "Per materie teoriche come Storia del jazz le lezioni registrate funzionano meglio- commenta Pasquale Morgante, docente di Composizione Jazz- illustro l'argomento e poi invio agli allievi il materiale per fare gli esercizi. Per quanto riguarda le lezioni pratiche, se in classe era piu' facile correggere eventuali imprecisioni, rendendole disponibili anche agli altri allievi, ora diventa un po' piu' difficile.
Cosi' ora procedo con delle correzioni individuali, e se il caso e' circoscritto provo a condividere ugualmente a tutti il problema".
Infine il commento di Annamaria Maggese, docente di Teoria, ritmica e percezione musicale, per la quale la didatti a distanza "potra' essere uno stimolo per modificare e rivedere il modo di fare didattica, una volta tornati alla normalita'. Nulla potra' mai sostituire una lezione in classe, ma puo' essere un buono spunto per procedere in alcuni casi a una modalita' mista di insegnamento".
(Red/Dire)